credito al consumo
Cresce il debito dei consumatori americani oltre il livello della crisi del 2008
Il debito dei consumatori americani è in aumento, ma a differenza del 2008 l’economia degli Stati Uniti cresce e le inadempienze sulle ipoteche primarie sono a un livello inferiore
14 Agosto 2019 09:53
Il debito dei consumatori statunitensi sta crescendo a livelli preoccupanti. Ben Mohr, analista senior del mercato obbligazionario presso l’azienda di consulenza per gli investimenti Marquette Associates, ha calcolato che il debito totale dei consumatori negli Stati Uniti ha toccato quota 14mila miliardi di dollari nel primo trimestre di quest’anno, superando di slancio i circa 13mila miliardi accumulati in carte di credito, prestiti auto e mutui e altri debiti del 2008, quando proprio quei prestiti deteriorati e legati a pratiche subprime hanno contribuito a mandare in tilt i mercati globali e a spingere l’economia nella più profonda recessione dal 1930. Dalla stessa analisi emerge anche che il crescente debito dei consumatori è più alto rispetto a quello del 2008 anche a livello pro capite.
Mohr ha dichiarato a MarketWatch che uno dei capitoli più critici riguarda l'aumento dei prestiti agli studenti, spesso citato come fonte di preoccupazione dagli economisti e dagli strategist: a fine marzo, secondo i dati del credito della Federal Reserve di New York, aveva raggiunto 1.486 miliardi di dollari, cioè quasi due volte e mezzo i 611 miliardi di dollari in cui si trovava al culmine della crisi finanziaria del 2008.
Le preoccupazioni per il debito in forte espansione proiettano ombre inquietanti sui mercati azionari statunitensi dal momento che i consumi costituiscono la principale fonte di creazione del pil USA: senza consumi è difficile che i margini e i profitti aziendali possano crescere e giustificare le attuali quotazioni record di Wall Street mentre una bolla dei debiti provocherebbe effetti a catena sui sistemi finanziari.
Quanto dovremmo essere preoccupati per l'aumento del debito dei consumatori? Mohr nella sua analisi segnala alcuni fattori attenuanti. Il prodotto interno lordo, l’architrave dell'economia statunitense, evidenzia un buono stato di salute , molto migliore rispetto a quello che si delineava durante la crisi finanziaria. Il PIL, che comprende tutti i beni e servizi prodotti, è cresciuto del 3,1% nel primo trimestre del 2019, mentre nel 2008, secondo il Bureau of Economic Analysis, nel 2008 l'economia si era contratta a un tasso annuo del 6,3%.
Altrettanto importante, sempre secondo quanto osservato da Mohr, il basso tasso di default , il che suggerirebbe che gli investitori non sembrano affatto sopraffatti dai crescenti obblighi. Nella grande crisi del 2007-2008, fu proprio una ripresa delle insolvenze sui prestiti a segnalare il fatto che l'economia stava iniziando a incrinarsi sotto il peso del debito
D’altra parte, i tassi di interesse storicamente bassi aiutano i consumatori a gestire il debito e la Fed potrebbe aiutare ulteriormente tale tendenza rispettando le aspettative del mercato che, dopo il primo taglio dei tassi dal 2008 nell’ultimo meeting di luglio, prefigurano altre riduzioni entro il prossimo anno.
PRESTITI AGLI STUDENTI A QUOTA 1.486 MILIARDI
Mohr ha dichiarato a MarketWatch che uno dei capitoli più critici riguarda l'aumento dei prestiti agli studenti, spesso citato come fonte di preoccupazione dagli economisti e dagli strategist: a fine marzo, secondo i dati del credito della Federal Reserve di New York, aveva raggiunto 1.486 miliardi di dollari, cioè quasi due volte e mezzo i 611 miliardi di dollari in cui si trovava al culmine della crisi finanziaria del 2008.
OMBRE INQUIETANTI SU WALL STREET
Le preoccupazioni per il debito in forte espansione proiettano ombre inquietanti sui mercati azionari statunitensi dal momento che i consumi costituiscono la principale fonte di creazione del pil USA: senza consumi è difficile che i margini e i profitti aziendali possano crescere e giustificare le attuali quotazioni record di Wall Street mentre una bolla dei debiti provocherebbe effetti a catena sui sistemi finanziari.
Fiducia dei consumatori al top? Wall Street si prepara al peggio
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ECONOMIA USA IN SALUTE
Quanto dovremmo essere preoccupati per l'aumento del debito dei consumatori? Mohr nella sua analisi segnala alcuni fattori attenuanti. Il prodotto interno lordo, l’architrave dell'economia statunitense, evidenzia un buono stato di salute , molto migliore rispetto a quello che si delineava durante la crisi finanziaria. Il PIL, che comprende tutti i beni e servizi prodotti, è cresciuto del 3,1% nel primo trimestre del 2019, mentre nel 2008, secondo il Bureau of Economic Analysis, nel 2008 l'economia si era contratta a un tasso annuo del 6,3%.
BASSI TASSI DI INSOLVENZA
Altrettanto importante, sempre secondo quanto osservato da Mohr, il basso tasso di default , il che suggerirebbe che gli investitori non sembrano affatto sopraffatti dai crescenti obblighi. Nella grande crisi del 2007-2008, fu proprio una ripresa delle insolvenze sui prestiti a segnalare il fatto che l'economia stava iniziando a incrinarsi sotto il peso del debito
I TASSI AI MINIMI STORICI AIUTANO
D’altra parte, i tassi di interesse storicamente bassi aiutano i consumatori a gestire il debito e la Fed potrebbe aiutare ulteriormente tale tendenza rispettando le aspettative del mercato che, dopo il primo taglio dei tassi dal 2008 nell’ultimo meeting di luglio, prefigurano altre riduzioni entro il prossimo anno.
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