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Fiducia a Wall Street per il taglio dei tassi d'interesse

I verbali del Fomc che a fine luglio ha tagliato i tassi di un quarto di punto mostrano una Fed allineata su Powell e non impegnata a nuovi tagli, ma il mercato continua ad aspettarseli e spera nel discorso di Jackson Hole

22 Agosto 2019 10:55

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I verbali dell’ultima riunione del Fomc, che a fine luglio ha tagliato i tassi per la prima volta dal 2008 anche se solo di un quarto di punto, hanno confermato una Federal Reserve perfettamente allineata su Jay Powell, che aveva messo le mani avanti sulla possibilità dell’avvio di un ciclo di riduzioni di costo del denaro. Il taglio di fine luglio non deve essere visto come un’indicazione che ci sia un “percorso prefissato” per tagli futuri, secondo i verbali pubblicati mercoledì 21 agosto a Wall Street ancora aperta. Quindi nessun impegno a tagli futuri, ma il mercato non sembra preoccupato; infatti la Borsa di New York non ha fatto una piega, e continua a scommettere su una nuova riduzione in arrivo con la riunione del Fomc del 17-18 settembre e spera che una conferma possa venire dall’intervento di Jay Powell al simposio delle banche centrali di Jackson Hole, in programma per le 10 di mattina americane, le 4 del pomeriggio in Europa, venerdì 23 agosto.

LA PAURA DI UN ERRORE DI COMUNICAZIONE DA PARTE DI POWELL


Oggi i futures sui Fed Fund prezzano il taglio di un quarto di punto a settembre per arrivare a una riduzione di un punto pieno di qui a un anno. Il che vorrebbe dire tassi in calo al 2,00% tra un mese e all’1,25% per agosto 2020. Sicuramente uno scenario che non piace a Donald Trump, che un punto pieno di riduzione del denaro lo vorrebbe subito, e non si stanca di twittarlo sottoponendo Powell e colleghi a un vero e proprio bombardamento. Per questo grande attenzione anche alle sfumature e alle espressioni facciali di Powell a Jackson Hole: se apre uno spiraglio sull’avvio di un vero e proprio ciclo di tagli c’è da aspettarsi che Wall Street apprezzi. Ma se invece il capo della banca centrale non dovesse segnalare un altro taglio in arrivo questo potrebbe scatenare una violenta turbolenza sul mercato azionario e obbligazionario. Almeno così la pensa Capital Economics, un centro di ricerca indipendente di Londra, che in un commento proprio su Jackson Hole ha parlato del pericolo di una "carneficina sul mercato". Timori forse eccessivi, ma certamente il mercato non ha apprezzato sinora le modalità di comunicazione della Fed, e teme proprio un errore nella comunicazione che possa disorientare il mercato.

WALL STREET USCITA BENE DALLE MONTAGNE RUSSE DI META’ AGOSTO


Quello che molti rimproverano a Powell è l’avarizia nel dispensare le motivazioni delle sue decisioni, che nell’ultimo anno si sono tradotte in clamorose inversioni di rotta, come la trasformazione da falco in colomba a fine 2018 poi ribadita a maggio. Il capo della Fed si è limitato a citare incertezze geopolitiche legate alla guerra dei dazi, ma ha anche sempre parlato di economia Usa in salute. Forse la riduzione dei tassi di fine luglio, la prima dal dicembre del 2008 quando Ben Bernanke li portò a quasi-zero nel pieno della tempesta Lehman, avrebbe meritato qualche spiegazione in più della telegrafica conferenza stampa con cui Powell si è congedato prima di andare in vacanza. Da allora, l’inversione della curva dei tassi Usa, anche se limitata a poche ore, ha fatto molto parlare della possibilità di una recessione all’orizzonte, mentre la Casa Bianca non si stanca di far pressione sulla Fed perché prevenga con un forte taglio dei tassi gli effetti possibili del rallentamento economico in Europa e Cina. Alla fine l’effetto su Wall Street, finita a metà mese sulle montagne russe, è stato estremamente limitato, con gli indici principali che si sono riportati a ridosso dei record storici.

IL RISCHIO DI DELUDERE LE ATTESE DEI MERCATI


Ora mercati e analisti si aspettano che Powell e gli altri esponenti della Fed a Jackson Hole prendano atto che i rischi sono aumentati e parlino di conseguenza. Il rischio quindi è che queste attese vengano deluse, e che il mercato la prenda male, come ha scritto in una nota proprio il giorno di Ferragosto Credit Suisse Economics, come ha riportato Brian Cheung su Yahoo Finance. Un esempio recente di errore di comunicazione è quello fatto a luglio, subito prima del taglio del Fomc, dal presidente della Fed di New York John Williams, con l’affermazione che le banche centrali oggi devono essere più tempestive nello stimolo monetario. Il mercato andò in rally interpretando le sue parole come l’anticipazione di un taglio aggressivo in arrivo, ma poi arrivò la delusione perché la stessa Fed precisava che le dichiarazioni di Williams erano "puramente accademiche" e non relative a azioni possibili da parte del prossimo Fomc.

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