BCE
Bce, per Ethenea il rinvio del Qe è probabile
Secondo Schmidt le divisioni nel consiglio direttivo della Bce porteranno a un rinvio del Quantitative easing 2.0 ventilato da Draghi mentre qualsiasi riduzione dei tassi avrà un impatto limitato sull'economia
7 Settembre 2019 11:20
Qualsiasi possibile riduzione dei tassi da parte della Bce sarebbe in grado di esercitare un impatto limitato sull’economia della zona euro. E’ questa la convinzione espressa da Volker Schmidt, Senior portfolio manager di Ethenea, la casa d’investimento che gestisce gli Ethna Funds, alla vigilia della riunione della Banca centrale europea. L’esperto, al contempo, ammette che se il settore dei servizi nella zona euro mantenesse una dinamica sostenuta e la crescita del mercato del lavoro e delle retribuzioni proseguisse in parallelo, ci sarebbero le condizioni per un sostegno significativo all’economia, al punto di scongiurarne un indebolimento più marcato.
Anche per questo, Volker Schmidt ritiene probabile un rinvio alle prossime riunioni per il varo della nuova sessione del Qe (Quantitative Easing). “E’ vero che nel precedente meeting di luglio Mario Draghi ha affermato che la Bce è ‘pronta ad adeguare tutti i suoi strumenti’, ma è altrettanto vero che nelle ultime settimane diversi membri della Banca centrale europea hanno evidenziato l’esistenza di una divisione all’interno del Consiglio direttivo sulla necessità di un ulteriore programma di Qe” spiega l’esperto. Questa situazione, rende probabile per Volker Schmidt un rinvio della discussione sul tema Qe alle riunioni successive.
Del resto, se è vero che le dinamiche economiche di alcuni paesi della zona euro - Germania e Italia in primis- sono inferiori alle aspettative e che il mercato del lavoro e le retribuzioni mostrano una buona intonazione, i prezzi al consumo nella zona euro continuano a persistere in un range ancora ben al di sotto dell’obiettivo del 2%. Inoltre già adesso emergono condizioni di rifinanziamento disponibili nella zona euro favorevoli sia per il debito sovrano sia per le grandi aziende, il che non sembra rendere urgente un ulteriore intervento in questa direzione da parte della Bce.
“Nella zona euro l’offerta di credito non costituisce in generale un problema. Al contrario la debolezza del commercio internazionali per l’introduzione di nuovi dazi, in combinazione con l’incertezza sulla Brexit, sta facendo soffrire l’economia” puntualizza l’esperto.
Secondo il quale la Bce sta avendo successo nel mitigare gli impatti negativi derivanti dalle guerre commerciali sulle quali, peraltro, non può esercitare nessuna influenza diretta. “Anche il sostegno fiscale già annunciato dalla futura presidente della Bce, Christine Lagarde, dovrebbe essere in grado di fornire un ulteriore supporto all’economia europea. Ma soltanto se si materializzasse una soluzione permanente ai diversi conflitti commerciali si potrà delineare un netto miglioramento dell’economia della zona euro” conclude Volker Schmidt.
DIVISIONI ALL’INTERNO DELLA BCE
Anche per questo, Volker Schmidt ritiene probabile un rinvio alle prossime riunioni per il varo della nuova sessione del Qe (Quantitative Easing). “E’ vero che nel precedente meeting di luglio Mario Draghi ha affermato che la Bce è ‘pronta ad adeguare tutti i suoi strumenti’, ma è altrettanto vero che nelle ultime settimane diversi membri della Banca centrale europea hanno evidenziato l’esistenza di una divisione all’interno del Consiglio direttivo sulla necessità di un ulteriore programma di Qe” spiega l’esperto. Questa situazione, rende probabile per Volker Schmidt un rinvio della discussione sul tema Qe alle riunioni successive.
NESSUNA URGENZA PER GLI INTERVENTI MONETARI
Del resto, se è vero che le dinamiche economiche di alcuni paesi della zona euro - Germania e Italia in primis- sono inferiori alle aspettative e che il mercato del lavoro e le retribuzioni mostrano una buona intonazione, i prezzi al consumo nella zona euro continuano a persistere in un range ancora ben al di sotto dell’obiettivo del 2%. Inoltre già adesso emergono condizioni di rifinanziamento disponibili nella zona euro favorevoli sia per il debito sovrano sia per le grandi aziende, il che non sembra rendere urgente un ulteriore intervento in questa direzione da parte della Bce.
I VENTI CONTRARI GENERATI DALLE GUERRE COMMERCIALI E DALLA BREXIT
“Nella zona euro l’offerta di credito non costituisce in generale un problema. Al contrario la debolezza del commercio internazionali per l’introduzione di nuovi dazi, in combinazione con l’incertezza sulla Brexit, sta facendo soffrire l’economia” puntualizza l’esperto.
SOSTEGNO FISCALE DALLA FUTURA PRESIDENTE DELLA BCE
Secondo il quale la Bce sta avendo successo nel mitigare gli impatti negativi derivanti dalle guerre commerciali sulle quali, peraltro, non può esercitare nessuna influenza diretta. “Anche il sostegno fiscale già annunciato dalla futura presidente della Bce, Christine Lagarde, dovrebbe essere in grado di fornire un ulteriore supporto all’economia europea. Ma soltanto se si materializzasse una soluzione permanente ai diversi conflitti commerciali si potrà delineare un netto miglioramento dell’economia della zona euro” conclude Volker Schmidt.