Assogestioni
Fondi obbligazionari, a luglio un deflusso da spiegare
I dati di raccolta netta di Assogestioni hanno evidenziato un luglio complessivamente positivo per oltre 4 miliardi di euro, ma negativo per 600 milioni per i fondi comuni, in particolare obbligazionari, flessibili e monetari
10 Settembre 2019 12:15
I dati di raccolta netta di luglio di Assogestioni fotografano un’industria italiana del risparmio gestito in discreta forma: il saldo mensile è infatti positivo per oltre quattro miliardi. Tuttavia il bilancio è la somma tra le ingenti adesioni alle gestioni di portafoglio (+4,6 miliardi, di cui 4,4 miliardi a favore delle gestioni per investitori istituzionali) e i deflussi dai fondi comuni per 600 milioni di euro.
A dimostrazione che il momentum negativo che aleggia sulle casse comuni collocate su nostro mercato è proseguito a luglio. Ma forse un aspetto interessante da analizzare riguarda i flussi mensili sulle differenti categorie di fondi. Infatti i risparmiatori italiani hanno premiato i prodotti a vocazione azionaria (143 milioni di euro di raccolta netta mensile) e i bilanciati (761 milioni) mentre hanno preferito disinvestire dai flessibili (-883 milioni), dai fondi monetari (-558 milioni) e dai prodotti ad indirizzo obbligazionario (-110 milioni).
Ora, la disaffezione nei confronti dei flessibili è giustificata da performance che in molti casi hanno deluso i sottoscrittori. Lo stesso si può affermare per i fondi monetari euro dal momento che si muovono in un contesto nel quale i tassi monetari europei stazionano in territorio negativo e non promettono granché ai sottoscrittori di questi prodotti.
Stupisce invece la contemporanea brusca inversione di tendenza nelle preferenze dei risparmiatori nei confronti dei fondi azionari e di quelli obbligazionari. I primi, che fino a giugno hanno registrato continui deflussi, a luglio hanno messo a segno un saldo di sottoscrizioni positive mentre i fondi obbligazionari, veri best seller da inizio anno fino a giugno, nel settimo mese di quest’anno sono stati oggetto di copiose vendite.
Da notare che in nessuno dei due casi si può essere trattato di decisioni dettate dalle performance: nel mese di luglio, sia i fondi azionari (+1,3%) che quelli obbligazionari (+1,0%) avevano mostrato un buon andamento. L’aspetto che deve far riflettere è che nel mese di agosto, invece ,i fondi azionari hanno accusato una perdita media del 2,1% mentre quelli obbligazionari hanno contabilizzato un guadagno dello 0,4%. Sembrerebbe un chiaro esempio di ‘market timing’ sbagliato.
Certo, ogni investimento, va visto non nell’arco di un solo mese ma in un periodo di tempo di almeno tre anni, in particolare nel caso dei fondi azionari. Resta il fatto che chi ha investito con decisione nei fondi azionari a luglio, magari disinvestendo da quelli obbligazionari, non sembra aver scelto il momento migliore per questa decisione. Sarà interessante leggere i dati di Assoreti, che saranno resi noti nei prossimi giorni, per verificare se questo presunto errore di market timing nei fondi si è delineato anche tra i clienti delle reti di consulenti.
PROSEGUE IL MOMENTUM NEGATIVO PER I FONDI COMUNI IN ITALIA
A dimostrazione che il momentum negativo che aleggia sulle casse comuni collocate su nostro mercato è proseguito a luglio. Ma forse un aspetto interessante da analizzare riguarda i flussi mensili sulle differenti categorie di fondi. Infatti i risparmiatori italiani hanno premiato i prodotti a vocazione azionaria (143 milioni di euro di raccolta netta mensile) e i bilanciati (761 milioni) mentre hanno preferito disinvestire dai flessibili (-883 milioni), dai fondi monetari (-558 milioni) e dai prodotti ad indirizzo obbligazionario (-110 milioni).
LA DISAFFEZIONE PER I FLESSIBILI E I FONDI MONETARI
Ora, la disaffezione nei confronti dei flessibili è giustificata da performance che in molti casi hanno deluso i sottoscrittori. Lo stesso si può affermare per i fondi monetari euro dal momento che si muovono in un contesto nel quale i tassi monetari europei stazionano in territorio negativo e non promettono granché ai sottoscrittori di questi prodotti.
CONTRASTO AZIONARI/OBBLIGAZIONARI
Stupisce invece la contemporanea brusca inversione di tendenza nelle preferenze dei risparmiatori nei confronti dei fondi azionari e di quelli obbligazionari. I primi, che fino a giugno hanno registrato continui deflussi, a luglio hanno messo a segno un saldo di sottoscrizioni positive mentre i fondi obbligazionari, veri best seller da inizio anno fino a giugno, nel settimo mese di quest’anno sono stati oggetto di copiose vendite.
Fondi comuni, svolta a giugno (ma non per gli azionari)
Fondi comuni, svolta a giugno (ma non per gli azionari)
LE PERFORMANCE NON C’ENTRANO
Da notare che in nessuno dei due casi si può essere trattato di decisioni dettate dalle performance: nel mese di luglio, sia i fondi azionari (+1,3%) che quelli obbligazionari (+1,0%) avevano mostrato un buon andamento. L’aspetto che deve far riflettere è che nel mese di agosto, invece ,i fondi azionari hanno accusato una perdita media del 2,1% mentre quelli obbligazionari hanno contabilizzato un guadagno dello 0,4%. Sembrerebbe un chiaro esempio di ‘market timing’ sbagliato.
IL GIUSTO ARCO DI TEMPO
Certo, ogni investimento, va visto non nell’arco di un solo mese ma in un periodo di tempo di almeno tre anni, in particolare nel caso dei fondi azionari. Resta il fatto che chi ha investito con decisione nei fondi azionari a luglio, magari disinvestendo da quelli obbligazionari, non sembra aver scelto il momento migliore per questa decisione. Sarà interessante leggere i dati di Assoreti, che saranno resi noti nei prossimi giorni, per verificare se questo presunto errore di market timing nei fondi si è delineato anche tra i clienti delle reti di consulenti.
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