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Le cartucce a disposizione della Fed

Eric Winograd, Senior Economist di AllianceBernstein, analizza le armi su cui può effettivamente contare la Fed

24 Settembre 2019 08:30

financialounge -  AllianceBernstein Eric Winograd Federal Reserve tassi di interesse
Le politiche monetarie sono tornate ad essere accomodanti, ma le economie faticano a tornare su livelli di crescita accettabili. Con questi livelli di tassi d’interesse, è legittimo chiedersi quali spazi di manovra restino ormai alle banche centrali. Eric Winograd, Senior Economist di AllianceBernstein, è dell’opinione che la Federal Reserve abbia una varietà di strumenti ai quali attingere, alcuni anche non convenzionali, che potrebbero aiutare l’economia Usa. “Trovandoci nelle fasi tardive del ciclo economico, sembrerebbe che le cartucce per la Fed siano poche, i tassi di interesse, dopo il taglio di 25 punti base nell’ultimo meeting sono diventati ancora più risicati. La fotografia cambia se si guarda però al resto del mondo, dove Bce e Bank of Japan stanno mantenendo tassi negativi”.

LA POSSIBILITÀ DI PORTARE I TASSI A ZERO


Il Fomc, l’organismo della Federal Reserve che regola la politica monetaria, spiega Winograd, potrebbe decidere di tagliare i tassi a zero nel caso le probabilità di recessione salissero, anche se le stime di AllianceBernstein vedono più plausibile livelli tra lo 0,5% e l’1% durante il prossimo anno. Nel caso di uno scenario di crescita negativo, un azzeramento non è comunque da escludere. E se non bastasse? Per il senior economist della casa di investimenti statunitense una discesa in territorio negativo è possibile, ma improbabile: “L’esperienza ha mostrato che tassi negativi non hanno causato dislocazioni sistemiche all’interno del settore finanziario come qualcuno temeva, ma non sono nemmeno state efficaci nello spingere la crescita e lo scetticismo della Fed per questa politica è ben noto”.

UN USO OCULATO DELLA FORWARD GUIDANCE


Un altro strumento a disposizione della Fed è la forward guidance, l’indicazione sulle mosse successive della banca centrale, che si è dimostrata efficace nella fase di ripresa dall’ultima recessione e potrebbe esserlo ancora. Nelle ipotesi di Winograd, la forward guidance potrebbe riguardare l’impegno di esimersi dall’applicare rialzi ai tassi per un certo periodo o fino al raggiungimento di determinati obiettivi. In tema di obiettivi, una scelta potrebbe essere anche quella di rivedere al rialzo il target sull’inflazione che darebbe ai mercati un chiaro segnale di un atteggiamento più che accomodante. “Ci sono delle ovvie preoccupazioni sulla credibilità di un target di inflazione più alto, ma è comunque un’opzione”.

UN NUOVO QUANTITATIVE EASING


Non dovesse funzionare la combinazione di una politica a tassi zero e una forward guidance rassicurante, la mossa successiva potrebbe essere il riavvio del Quantitative Easing (QE). Nel bilancio della Fed sono oggi presenti titoli per 3.750 miliardi di dollari, 750 miliardi al di sotto del picco raggiunto due anni fa: c’è quindi margine per un potenziale riavvio, soprattutto se si considera che non c’è limite al rialzo e che le emissioni di debito Usa sono salite in linea con il deficit di bilancio.

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ABBASSARE I RENDIMENTI DI LUNGO TERMINE


Secondo l’economista di AllianceBernstein, se i tassi fossero già a zero, il Fomc potrebbe riproporre l’Operation Twist, manovra che concentrava gli acquisti di titoli nella parte lunga della curva dei rendimenti, spingendo così al ribasso i tassi a lunga, oppure potrebbe prendere esempio dal Giappone e controllare i rendimenti, impegnandosi all’acquisto dell’ammontare di obbligazioni necessario a mantenere i rendimenti di lungo termine entro un limite predefinito. Una misura più aggressiva, infine, potrebbe essere la creazione di strumenti di credito che garantiscano liquidità alle banche a bassissimo prezzo, a condizione che questi fondi siano poi riversati dalle banche nell’economia sotto forma di prestiti. La Fed, ricorda Winograd, non ha l’autorità legale per fare credito diretto a istituzioni non di deposito, ma il passaggio attraverso il settore finanziario potrebbe abbassare il costo del credito stesso e aumentarne la reperibilità per i privati.

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