Amundi

Crescita globale appesa all’arrivo degli stimoli fiscali

Amundi rivede al ribasso le stime di crescita globale, ma non vede recessione. Recupero possibile dalla seconda metà del 2020 se i governi mettono mano allo stimolo fiscale. Contesto favorevole ai Btp italiani

24 Settembre 2019 15:13

financialounge -  Amundi BTP politica fiscale recessione
L’estate del 2019 lascia in eredità fonti di tensione geopolitiche moltiplicate in tutto il mondo, una dinamica della crescita ulteriormente indebolita, con un aggravamento della recessione manifatturiera. Questo ha indotto Amundi a rivedere al ribasso le stime di crescita globale per il 2019 e il 2020 dal 3,3% al 3,2% e dal 3,4% al 3,3%. La casa di investimento vede uno scenario di rischio che si è in parte concretizzato, soprattutto sul fronte delle tensioni commerciali. Anche se le ultime dichiarazioni di americani e cinesi offrono barlumi di speranza, il danno ormai è fatto perché si è creato un clima di maggior incertezza, che mette sotto pressione le decisioni di investimento, soprattutto nei Paesi più esposti al commercio mondiale. Per Amundi, inoltre, nel 2020 la crescita sarà inferiore alla media nelle economie avanzate, con il punto più basso tra seconda metà del 2019 o prima metà del 2020, mentre i Paesi emergenti dovrebbe riaccelerare l’anno prossimo.

I MERCATI SI ASPETTANO TROPPO DALLE MISURE MONETARIE


Monica Defend, Head of Strategy di Amundi, sottolinea che i rischi rimangono chiaramente al ribasso, con quello di una recessione aumentato. Ma non ritiene sia in vista una recessione mondiale. Sia in Usa che in Europa infatti l’andamento del mercato del lavoro è positivo e c’è buona tenuta dei consumi, mentre continua la divaricazione tra il settore dei servizi in espansione e il manifatturiero in contrazione. Tutto questo però secondo l’esperta non basta nel breve termine. Di qui la previsione di una recessione tecnica in Germania, anche se modesta e di breve durata. Il peggioramento dell’outlook macro giustifica l'accomodamento monetario globale atteso, ma i mercati sembrano aspettarsi troppo dalle banche centrali, in particolare Fed e Bce. Secondo Defend invece si apre la strada a misure di stimolo fiscale, già partite in diversi paesi emergenti e ora attese anche nelle economie avanzate, a partire dalla Germania.

I TASSI BASSI FORNISCONO MARGINI DI MANOVRA AI GOVERNI


In definitiva, l’esperta di Amundi si aspetta che il policy mix globale attutisca gli shock da incertezza, grazie soprattutto a politiche fiscali più reattive. Defend nota che il tasso di interesse medio pagato sul debito sceso al di sotto della crescita del Pil nominale in numerose economie avanzate fornisce ai governi un ulteriore margine di intervento. È ancora prematuro scontare un impatto positivo sulla crescita globale, ma una svolta più accomodante del policy mix dovrebbe contribuire ad ancorare le aspettative sulla crescita nel 2020/2021.

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UN CONTESTO FAVOREVOLE AI BTP ITALIANI


Per quanto riguarda le diverse asset class, Amundi ha rivisto al ribasso le stime sui rendimenti obbligazionari, confermando la previsione di un irripidimento della curva dei tassi Usa e di un appiattimento di quella tedesca soprattutto sul segmento breve. Il contesto generale è visto come favorevole per i Btp italiani, grazie alla schiarita politica e anche alla caccia al rendimento da parte degli investitori. Secondo Amundi i titoli del debito italiani continueranno a essere sostenuti da tre fattori: emissioni nette negative nei prossimi mesi, le valutazioni relative interessanti rispetto al rendimento delle obbligazioni Investment Grade in euro, e il contributo positivo atteso dalla riapertura del Qe da parte della Bce. Sul versante azionario, Amundi si attende un andamento contrastato delle trimestrali in Usa e Europa che ha comportato una revisione al ribasso degli utili attesi per l’intero 2019.

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