Assogestioni
Fondi comuni, agosto positivo per monetari, bilanciati e obbligazionari
In base ai dati Assogestioni ad agosto la raccolta netta dei fondi è stata positiva per 4 miliardi ma concentrata solo su monetari, obbligazionari e bilanciati. Venduti azionari e flessibili
25 Settembre 2019 12:31
E’ piuttosto frequente che ad agosto i flussi di adesione e quelli dei riscatti dei fondi comuni risultino indecifrabili per gli analisti in quanto influenzati dal periodo estivo che allontana molti piccoli e medi risparmiatori. Tuttavia i numeri diramati da Assogestioni, nei quali spicca il nuovo record in termini di patrimonio in gestione (2.259 miliardi di euro) e una raccolta netta di 3,8 miliardi, mettono in risalto due aspetti.
In primo luogo, il timone dell’industria italiana del risparmio gestito è passato dalle gestioni di portafoglio ai fondi comuni. Infatti, se a luglio erano state le gestioni di portafoglio, con 4,6 miliardi, a trainare il mercato, ad agosto sono subentrati i fondi comuni a primeggiare, con 4,1 miliardi di sottoscrizioni nette. In secondo luogo, le adesioni dello scorso mese non hanno premiato tutti i fondi in modo indistinto. Infatti i flussi a favore dei fondi obbligazionari (+3,4 miliardi), dei monetari (+3,3 miliardi) e dei bilanciati (+339 milioni) evidenziano un saldo mensile positivo, mentre quelli verso i fondi azionari (-800 milioni) e flessibili (-2 miliardi) hanno visto prevalere i riscatti.
Proprio queste differenti dinamiche sulle diverse tipologie di fondi meritano un approfondimento. I fondi bilanciati sono premiati da inizio anno dai sottoscrittori in quanto rappresentano lo strumento ideale per gli sportelli bancari che, con un solo prodotto, possono proporre una soluzione di diversificazione per le finanze dei piccoli risparmiatori
I fondi flessibili, invece, pagano lo scotto di aver deluso le aspettative sia in termini di performance – non in tutti i casi ma nella gran parte dei prodotti di categoria – e soprattutto sotto l’aspetto del profilo di rischio spesso superiore alle aspettative dei risparmiatori: nella forte correzione dei mercati finanziari del quarto trimestre 2018 questi fondi hanno registrato in media perdite superiori a quelle dei bilanciati e in molti casi vicine a quelle dei fondi azionari.
Per quanto riguarda poi gli i fondi azionari, per essere collocati in modo appropriato, necessitano di una lunga esperienza da parte del consulente sia in fase iniziale, cioè prima della sottoscrizione, e sia successivamente, per spiegare al risparmiatore i saliscendi della quota. Non è stato possibile collocarne tanti nel 2019, anzi hanno prevalso nettamente i riscatti – la raccolta netta dei fondi azionari da inizio anno è negativa per 6,5 miliardi - perché le ferite aperte dalla correzione del quarto trimestre sono ancora da rimarginare .
I fondi obbligazionari, al contrario, si vendono bene – 7,3 miliardi di raccolta netta da gennaio ad agosto - perché il rally di inizio anno del reddito fisso ha permesso di incamerare performance molto generose. Peccato che questi rendimenti siano quasi irripetibili e che, a questi prezzi, richiedano l’assunzione, da parte dei sottoscrittori, di rischi forse paragonabili a quelli di un fondo bilanciato o, addirittura, azionario.
Infine, i fondi monetari. Sono un parcheggio momentaneo della liquidità e, per l’appunto, possono essere usati in modo efficace per poche settimane o al massimo qualche mese. I tassi negativi del mercato monetario euro (-0,40% per i depositi presso la Bce) proiettano le performance tendenziali di questi fondi nei prossimi 12 mesi in territorio negativo.
Certo, occorrerà conoscere i dati di Assoreti relativi ai network dei consulenti finanziari per analizzare più nel dettaglio le preferenze dei risparmiatori italiani. Fino a luglio, per fare uno degli esempi più importanti che mette in evidenza le differenze nelle scelte tra i clienti bancari e quelli delle reti di consulenza, i fondi azionari vantavano una raccolta positiva per 295 milioni (contro i -6,0 miliardi registrati dal sistema bancario) mentre i fondi bilanciati erano in ‘rosso’ per un miliardo (contro i +2,8 miliardi accumulati in banca). Resta il fatto che ad agosto sembra proprio impossibile riuscire a riconoscere i risparmiatori italiani.
AD AGOSTO IL TESTIMONE È PASSATO AI FONDI COMUNI
In primo luogo, il timone dell’industria italiana del risparmio gestito è passato dalle gestioni di portafoglio ai fondi comuni. Infatti, se a luglio erano state le gestioni di portafoglio, con 4,6 miliardi, a trainare il mercato, ad agosto sono subentrati i fondi comuni a primeggiare, con 4,1 miliardi di sottoscrizioni nette. In secondo luogo, le adesioni dello scorso mese non hanno premiato tutti i fondi in modo indistinto. Infatti i flussi a favore dei fondi obbligazionari (+3,4 miliardi), dei monetari (+3,3 miliardi) e dei bilanciati (+339 milioni) evidenziano un saldo mensile positivo, mentre quelli verso i fondi azionari (-800 milioni) e flessibili (-2 miliardi) hanno visto prevalere i riscatti.
FONDI BILANCIATI
Proprio queste differenti dinamiche sulle diverse tipologie di fondi meritano un approfondimento. I fondi bilanciati sono premiati da inizio anno dai sottoscrittori in quanto rappresentano lo strumento ideale per gli sportelli bancari che, con un solo prodotto, possono proporre una soluzione di diversificazione per le finanze dei piccoli risparmiatori
FONDI FLESSIBILI
I fondi flessibili, invece, pagano lo scotto di aver deluso le aspettative sia in termini di performance – non in tutti i casi ma nella gran parte dei prodotti di categoria – e soprattutto sotto l’aspetto del profilo di rischio spesso superiore alle aspettative dei risparmiatori: nella forte correzione dei mercati finanziari del quarto trimestre 2018 questi fondi hanno registrato in media perdite superiori a quelle dei bilanciati e in molti casi vicine a quelle dei fondi azionari.
FONDI AZIONARI
Per quanto riguarda poi gli i fondi azionari, per essere collocati in modo appropriato, necessitano di una lunga esperienza da parte del consulente sia in fase iniziale, cioè prima della sottoscrizione, e sia successivamente, per spiegare al risparmiatore i saliscendi della quota. Non è stato possibile collocarne tanti nel 2019, anzi hanno prevalso nettamente i riscatti – la raccolta netta dei fondi azionari da inizio anno è negativa per 6,5 miliardi - perché le ferite aperte dalla correzione del quarto trimestre sono ancora da rimarginare .
FONDI OBBLIGAZIONARI
I fondi obbligazionari, al contrario, si vendono bene – 7,3 miliardi di raccolta netta da gennaio ad agosto - perché il rally di inizio anno del reddito fisso ha permesso di incamerare performance molto generose. Peccato che questi rendimenti siano quasi irripetibili e che, a questi prezzi, richiedano l’assunzione, da parte dei sottoscrittori, di rischi forse paragonabili a quelli di un fondo bilanciato o, addirittura, azionario.
Fondi obbligazionari, a luglio un deflusso da spiegare
Fondi obbligazionari, a luglio un deflusso da spiegare
FONDI MONETARI
Infine, i fondi monetari. Sono un parcheggio momentaneo della liquidità e, per l’appunto, possono essere usati in modo efficace per poche settimane o al massimo qualche mese. I tassi negativi del mercato monetario euro (-0,40% per i depositi presso la Bce) proiettano le performance tendenziali di questi fondi nei prossimi 12 mesi in territorio negativo.
I GUSTI (DIFFERENTI) DEI CLIENTI DEI CONSULENTI FINANZIARI
Certo, occorrerà conoscere i dati di Assoreti relativi ai network dei consulenti finanziari per analizzare più nel dettaglio le preferenze dei risparmiatori italiani. Fino a luglio, per fare uno degli esempi più importanti che mette in evidenza le differenze nelle scelte tra i clienti bancari e quelli delle reti di consulenza, i fondi azionari vantavano una raccolta positiva per 295 milioni (contro i -6,0 miliardi registrati dal sistema bancario) mentre i fondi bilanciati erano in ‘rosso’ per un miliardo (contro i +2,8 miliardi accumulati in banca). Resta il fatto che ad agosto sembra proprio impossibile riuscire a riconoscere i risparmiatori italiani.
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