Federal Reserve
Goldman Sachs non vede una recessione Usa. Fed, ultimo taglio a ottobre
Secondo la grande casa americana i timori di recessione sono eccessivi e la politica monetaria della Fed è adeguata, con un terzo e ultimo taglio a ottobre
30 Settembre 2019 14:51
È convinzione abbastanza diffusa sul mercato che a ottobre la Federal Reserve taglierà di nuovo i tassi di interesse di un altro quarto di punto, forse replicherà a dicembre per poi andare avanti con gli allentamenti monetari preventivi anche nel 2020. A influire sulla politica della Fed sarebbe non solo un’economia in rallentamento, ma anche il timore che la guerra dei dazi, a lungo andare, faccia sentire pesantemente i suoi effetti sull’economia reale, che per continuare l’espansione avrebbe bisogno di un robusto sostegno monetario. C’è chi in questo scenario si spinge a ipotizzare che il fenomeno dei tassi negativi, diffuso in molte aree ormai, possa sbarcare anche in America, anche se lo stesso capo della Fed Jay Powell si è detto nettamente contrario. Ma c’è anche chi prende in considerazione scenari completamente diversi, vale a dire che con ottobre la Fed completerà il suo aggiustamento di metà ciclo e poi mantenga i tassi stabili nel contesto di un’economia che continua a crescere del 2% e oltre negli anni successivi e di una curva dei tassi americani che torni alla normalità dopo la recente inversione.
È il caso di Goldman Sachs che in una sua research datata 29 settembre afferma di continuare a ritenere che i timori di recessione siano eccessivi e di aspettarsi che il ciclo di ribassi dei tassi intrapreso dalla Fed a fine luglio si concluda a ottobre, proprio perché non ritiene che la banca centrale debba presto trovarsi a combattere una recessione. Quando la prossima recessione arriverà, scrivono gli esperti di Goldman, le condizioni saranno molto diverse dalle attuali, con una politica monetaria diversa e tassi di interesse americani a lungo termine più elevati rispetto ai livelli attuali. Goldman arriva alle sua conclusioni nella convinzione, condivisa dagli analisti interpellati, che la politica monetaria attuale della Fed sia adeguata per contrastare la prossima recessione, quando arriverà.
L’analisi di Goldman parte da tre punti fermi: primo, ridurre ancora lo spazio per ulteriori allentamenti monetari potrebbe significare meno munizioni in caso di recessione peggiore del previsto, secondo, una politica di ribassi aggressiva magari accompagnata da un nuovo QE praticamente annullerebbe l’impatto dell’allentamento in futuro, terzo, gli strumenti di politica monetaria diventano meno efficace quando una recessione inizia con i tassi già a livelli molto bassi. Goldman ipotizza anche il ricorso a uno strumento monetario da parte della Fed finora non utilizzato, vale a dire indicare dei target per i livelli dei tassi non sono a breve, ma anche sulle scadenze più lunghe della curva. Questo richiederebbe una minore guidance e anche minori possibili errori di comunicazione.
Goldman poi osserva che gli uomini della Fed sembrano opporsi con molta decisione all’ipotesi di tassi negativi. E se arrivasse una recessione ‘media’, i benefici potenziali di tassi anche appena in territorio negativo non sarebbero sufficienti a far cambiare idea a Powell e colleghi. E senza una politica monetaria apertamente diretta verso tassi negativi è improbabile che i rendimenti dei Treasury si spingano in maniera persistente e consistente in territorio negativo anche in presenza di recessione. In ogni caso Goldman ritiene che i timori di recessione siano esagerati e non si aspetta che la Fed debba trovarsi presto a contrastare una contrazione dell’economia. In ogni caso, se e quando arriverà, la banca centrale avrà bisogno di margini di manovra al ribasso consistenti per contrastarla.
Lo scenario atteso dalla grande casa americana e sintetizzato dalla tabella riportata qui sotto non prevede una recessione, ma solo un leggero rallentamento dell’economia USA almeno fino al 2022, con tenuta dei consumi, ripresa degli investimenti, una disoccupazione in continua discesa e un’inflazione che rialza la testa fino a superare il target fissato dalla Fed.
QUANDO DOVESSE ARRIVARE LA RECESSIONE LE CONDIZIONI SARANNO DIVERSE
È il caso di Goldman Sachs che in una sua research datata 29 settembre afferma di continuare a ritenere che i timori di recessione siano eccessivi e di aspettarsi che il ciclo di ribassi dei tassi intrapreso dalla Fed a fine luglio si concluda a ottobre, proprio perché non ritiene che la banca centrale debba presto trovarsi a combattere una recessione. Quando la prossima recessione arriverà, scrivono gli esperti di Goldman, le condizioni saranno molto diverse dalle attuali, con una politica monetaria diversa e tassi di interesse americani a lungo termine più elevati rispetto ai livelli attuali. Goldman arriva alle sua conclusioni nella convinzione, condivisa dagli analisti interpellati, che la politica monetaria attuale della Fed sia adeguata per contrastare la prossima recessione, quando arriverà.
L’IPOTESI CHE LA FED FISSI TARGET SU TUTTA LA CURVA DEI TASSI
L’analisi di Goldman parte da tre punti fermi: primo, ridurre ancora lo spazio per ulteriori allentamenti monetari potrebbe significare meno munizioni in caso di recessione peggiore del previsto, secondo, una politica di ribassi aggressiva magari accompagnata da un nuovo QE praticamente annullerebbe l’impatto dell’allentamento in futuro, terzo, gli strumenti di politica monetaria diventano meno efficace quando una recessione inizia con i tassi già a livelli molto bassi. Goldman ipotizza anche il ricorso a uno strumento monetario da parte della Fed finora non utilizzato, vale a dire indicare dei target per i livelli dei tassi non sono a breve, ma anche sulle scadenze più lunghe della curva. Questo richiederebbe una minore guidance e anche minori possibili errori di comunicazione.
Pieno d’incertezza l’ultimo trimestre dei mercati finanziari
Pieno d’incertezza l’ultimo trimestre dei mercati finanziari
POWELL E I SUOI SONO CONTRARI AI TASSI NEGATIVI, E LO RESTERANNO
Goldman poi osserva che gli uomini della Fed sembrano opporsi con molta decisione all’ipotesi di tassi negativi. E se arrivasse una recessione ‘media’, i benefici potenziali di tassi anche appena in territorio negativo non sarebbero sufficienti a far cambiare idea a Powell e colleghi. E senza una politica monetaria apertamente diretta verso tassi negativi è improbabile che i rendimenti dei Treasury si spingano in maniera persistente e consistente in territorio negativo anche in presenza di recessione. In ogni caso Goldman ritiene che i timori di recessione siano esagerati e non si aspetta che la Fed debba trovarsi presto a contrastare una contrazione dell’economia. In ogni caso, se e quando arriverà, la banca centrale avrà bisogno di margini di manovra al ribasso consistenti per contrastarla.
SCENARIO ATTESO IN CRESCITA MODERATA A TUTTO IL 2022
Lo scenario atteso dalla grande casa americana e sintetizzato dalla tabella riportata qui sotto non prevede una recessione, ma solo un leggero rallentamento dell’economia USA almeno fino al 2022, con tenuta dei consumi, ripresa degli investimenti, una disoccupazione in continua discesa e un’inflazione che rialza la testa fino a superare il target fissato dalla Fed.
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