Amundi

Mercati incerti, servono agilità e prudenza

In un contesto così volatile, il consiglio di Amundi è cercare di preservare il capitale e muoversi con agilità per cogliere le opportunità

11 Ottobre 2019 09:21

financialounge -  Amundi mercati Pascal Blanqué politica monetaria
Sui mercati finanziari è ormai un alternarsi di notizie positive, i negoziati commerciali tra Cina e Usa o la formazione di un nuovo governo in Italia, e di notizie meno positive, come quelle sulla Brexit e soprattutto sullo stato di salute dell’economia globale. Per Pascal Blanqué, Group Chief Investment Officer di Amundi, è probabilmente iniziata una nuova fase attendista, durante la quale i mercati rivaluteranno i timori di una recessione e le pressioni della dinamica commerciale sui bilanci delle aziende. “L’anno scorso i principali driver dei mercati sono stati le aspettative d’inflazione e i tassi di interesse. Ora i principali fattori all’origine dei movimenti dei mercati sono le aspettative riguardo a una recessione e le aspettative riguardo agli interventi in materia di politica monetaria e fiscale”.

ECCESSIVO OTTIMISMO


Blanqué ritiene che entrambe le aspettative dei mercati siano eccessive. Lo scenario centrale delineato dagli esperti di Amundi non prevede una recessione nei prossimi 12 mesi, perché i consumi interni sono ancora robusti, ma, soprattutto, i mercati sono troppo ottimisti riguardo agli interventi di politica monetaria/fiscale. La Bce sembra aver superato le aspettative degli investitori, implementando nuove misure espansive, ma è evidente che la politica monetaria deve andare di pari in passo con le misure fiscali, da sola non è in grado di contrastare la bassa crescita e la bassa inflazione. E per quanto riguarda gli stimoli fiscali, Blanqué ritiene che si possano attendere aggiustamenti, non cambiamenti sostanziali delle regole di bilancio dell’Unione Europea. “Quando le aspettative riguardo agli interventi politici sono elevate, c’è il forte rischio che gli investitori rimangano delusi e ciò potrebbe generare della volatilità su gran parte dei mercati”.

GLI SCENARI ALTERNATIVI


In Amundi hanno delineato due possibili scenari alternativi. In quello maggiormente negativo il rallentamento si rivela più marcato del previsto a causa della guerra commerciale, va a incidere sulle spese per gli investimenti o addirittura causa licenziamenti, soprattutto negli Stati Uniti dove le leggi sul lavoro sono flessibili, con ripercussioni sui consumi; i timori di rischi recessivi potrebbero anche causare una recessione, con conseguenze negative per gli attivi rischiosi. Il secondo scenario ipotizza che vengano adottate politiche monetarie aggressive da parte delle banche centrali e misure fiscali da parte dei governi, un contesto che favorirebbe gli attivi rischiosi. “Visti questi possibili scenari, e dato che al momento lo scenario numero uno e numero due ci appaiono come i più plausibili - fragilità, con valutazioni elevate in molte aree del mercato e rischi di una delusione - crediamo che gli investitori dovrebbero muoversi con prudenza e agilità”, è la conclusione di Blanqué.

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TASSI BASSI, FOCUS SU FONDAMENTALI E UTILI SOCIETARI, LIQUIDITA’ CRUCIALE


In questo contesto sono quattro le convinzioni della casa d’investimenti francese. La prima è che i tassi di interesse rimarranno bassi e quindi tra gli investitori continuerà la ricerca del rendimento, dato che la crescita economica probabilmente resterà moderata. Il secondo punto è che commercio e politica rimarranno al centro della scena, la globalizzazione si ridurrà e questo dovrebbe aumentare l’importanza dei consumi interni e dei servizi correlati nei singoli paesi emergenti e in quelli sviluppati. Per le azioni il convincimento è che si riaccenderanno i riflettori sui fondamentali e sugli utili e l’ultima convinzione è che la liquidità rimarrà cruciale per gli investitori che dovrebbero essere consapevoli del trade-off tra rischio, rendimento e liquidità.

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