Aramco

Aramco: il colosso petrolifero saudita vicino all’Ipo, ma è mistero sulla Borsa

Valutato 2mila miliardi di dollari, Aramco è pronto a collocare il 5% sul listino saudita, ma non è stato ancora reso noto il nome della Borsa scelta per la quotazione sui listini internazionali. L’analisi di Davide Tabarelli di Nomisma Energia

15 Ottobre 2019 10:02

financialounge -  Aramco Davide Tabarelli Nomisma settore petrolifero
I preparativi dell'Arabia Saudita per quotare la compagnia petrolifera Aramco - considerata la più grande azienda del mondo con un valore stimato di 2mila miliardi di dollari - sono in pieno svolgimento e la pubblicazione di un prospetto per l'Offerta pubblica iniziale (Ipo) del 5% della società dovrebbe avvenire prima della fine di ottobre. “L'annuncio della quotazione è molto, molto vicino" ha affermato lo stesso presidente della compagnia saudita, Yasser al Rumayyan. Secondo il Wall Street Journal il prospetto sarà pubblicato in arabo il 25 ottobre e in inglese due giorni dopo, mentre la giapponese Smbc Nikko Securities è stata scelta come bookrunner per l’Ipo.

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Eppure proprio attorno alla quotazione di Aramco c’è un mistero fitto. A partire da quale piazza finanziaria verrà scelta per quella che si preannuncia comunque come la più grande operazione di tutti i tempi, se consideriamo che la società collocando il 5% del suo capitale raccoglierebbe 100 miliardi di dollari, quattro volte di più del gigante cinese dell'e-commerce Alibaba che cinque anni fa si era quotato raccogliendo 25 miliardi di dollari. “Il problema adesso è che i prezzi del petrolio sono deboli – ci spiega Davide Tarabelli, presidente di Nomisma Energia – l’operazione era nata nel 2014 quando il brent era sopra i 100 dollari, adesso è intorno ai 60 e c’è molta offerta. Non è certo il momento migliore, tuttavia la società è talmente solida che rappresenta un investimento molto attraente. Si comincerà immagino dal listino saudita Tadawul ma poi è naturale immaginare uno sbarco negli Usa – anche se vi sono delle cause pendenti post 11 settembre visto che su 19 attentatori 15 provenivano proprio dall’Arabia Saudita - ma anche nelle borse asiatiche”.

ATTACCO AI POZZI A SETTEMBRE NON HA INDEBOLITO ARAMCO, MA FITCH HA ABBASATO RATING


Intanto dopo l’attacco con i droni dello scorso 14 settembre agli impianti di Abqaiq e Khurais, Aramco ha annunciato che entro la fine di novembre ripristinerà la capacità massima di produzione petrolifera a 12 milioni di barili al giorno. “Attacchi come quelli avvenuti il mese scorso contro i nostri impianti petroliferi potrebbero ripetersi in assenza di una risposta internazionale concertata in grado di dissuadere gli aggressori” ha ricordato qualche giorno fa proprio il presidente del gruppo saudita. Questo ha portato l'agenzia di rating Fitch ad abbassare ad "A" la valutazione della compagnia energetica dopo il declassamento del rating di default a lungo termine dell'Arabia Saudita ad "A" da "A+", proprio a seguito degli attacchi contro le infrastrutture petrolifere. “La produzione di petrolio dell'Arabia Saudita ha subito un dimezzamento a seguito agli attacchi contro le infrastrutture petrolifere di Abqaiq e Khurais – prosegue il presidente di Nomisma Energia - tuttavia Il Regno è comunque riuscito a colmare il divario attingendo alle sue riserve strategiche, e sta ripristinando la sua capacità di produzione, questo è un segnale di solidità anche nei confronti degli investitori”.

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OPERAZIONE GUARDATA CON INTERESSE DA COMUNITÀ INTERNAZIONALE


C'è da considerare un altro elemento: l'impatto sugli altri petroliferi come Eni o ExxonMobil che probabilmente potrebbero essere venduti per fare spazio a Aramco nei portafogli dei fondi. “Anche questo è certamente vero perché aumenterebbe l’offerta delle azioni del petrolio – prosegue Tarabelli – in un momento non proprio favorevole vista la crisi in Siria e per l’industria del settore che è sotto pressione a partire dalle tematiche sul clima e l’energia pulita”. Uno scenario che oggi è comunque difficile da soppesare e resta la domanda di fondo su chi in definitiva potrebbe essere interessato all’Ipo di Aramco, anche l’Italia? “Noi purtroppo abbiamo solo debiti e non soldi da investire – commenta il presidente di Nomisma Energia – però credo ci sia un interesse da parte di tutti perché è un passo avanti verso la modernizzazione dell’Arabia Saudita portata avanti dal giovane principe Mohammad Bin Salman. La comunità internazionale guarda con favore a questa operazione di trasparenza che i mercati chiedono, ad esempio, sulle riserve petrolifere della società. Elementi che con la quotazione dovranno inevitabilmente essere spiegati bene agli investitori”.

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