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Pace Usa-Cina sui dazi? Per GAM è favorito l’azionario emergente

Secondo Biggs (GAM Investments) i mercati emergenti, e in particolare l’azionario, potrebbero avere grandi benefici da un accordo sui dazi. Attenzione anche alle obbligazioni in valuta locale

16 Ottobre 2019 16:07

financialounge -  azionario emergente dazi GAM Investments Michael Biggs Usa-Cina
Se nel breve termine, magari sulla scia delle recenti aperture dell’amministrazione Trump, si registrasse un miglioramento delle relazioni commerciali tra Washington e Pechino, un eventuale stimolo cinese potrebbe spronare la crescita globale. A cascata, si genererebbe un incremento dei rendimenti Usa e un dollaro stabile o leggermente più debole.

BENEFICI PER I MERCATI AZIONARI, SOPRATTUTTO QUELLI EMERGENTI


In questo scenario, delineato da Michael Biggs, investment manager delle strategie obbligazionarie local Emerging markets di GAM Investments, i titoli di stato Usa (Treasury) soffrirebbero mentre i mercati azionari ne trarrebbero benefici, soprattutto quelli dei Paesi in via di sviluppo, sulla scia del miglioramento del clima sullo scontro commerciale e dell'impulso positivo cinese al credito. Le obbligazioni high yield sarebbero nelle condizioni di fare meglio di quelle investment grade, mentre il debito emergente in valuta locale potrebbe registrare performance migliori rispetto a quello in valuta forte.

DIVERSI PARAMETRI FANNO ESCLUDERE UNA IMMINENTE RECESSIONE


In attesa che tale contesto possa prendere forma, Biggs considera comunque non imminente una recessione. Una convinzione la sua basata su diversi parametri. Per esempio i nuovi livelli di finanziamento risulterebbero troppo bassi per giustificare una recessione. E così pure gli standard di credito che, in base all'indagine condotta sui dirigenti del settore della Fed non evidenziano nessuna maggiore rigidità con, peraltro, le richieste iniziali che non sono aumentate. Inoltre mentre l'occupazione nei servizi sanitari temporanei continua a crescere, aumenta il reddito familiare che registra ritmi superiori al 4% in termini nominali.

TIMORI A BREVE TERMINE ESAGERATI


Come dire che i timori nel breve termine relativi alle ridotte aspettative di crescita e all'inversione della curva dei rendimenti, sebbene confermino che gli Stati Uniti siano in uno stadio avanzato del ciclo – come testimoniato anche dalla disoccupazione ai minimi del dopoguerra – sono forse esagerati.

LE NUOVE ASPETTATIVE DELLA FED


D’altra parte Biggs ricorda quanto accaduto nell’ultimo anno alle aspettative della Federal Reserve sulla crescita a lungo termine e alle sue previsioni sui tassi, sempre a lungo termine, scese di 50 punti base (-0,50%). “La banca centrale statunitense con questa nuova impostazione considera alla portata gli stessi obiettivi di crescita e di inflazione di prima, ma con un tasso di interesse neutro inferiore. Un cambiamento di rilievo che dovrebbe contribuire a far salire tutti i prezzi degli asset”, sottolinea Biggs.

IN ESTATE ASSET IN RIALZO E RENDIMENTI IN CALO


Infatti l'impatto sui prezzi degli asset nel corso dell’estate è risultato piuttosto evidente con i rendimenti obbligazionari in calo, gli indici di Borsa in ripresa e il mercato obbligazionario societario ben intonato nonostante gli spread – extra rendimenti rispetto ai governativi - relativamente stabili.

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IL RISCHIO PER I MERCATI


Il rischio per i prezzi degli asset? “Consiste in una revisione al ribasso delle aspettative di crescita con il percorso atteso per i tassi di interesse in difficoltà a tenere il passo. Oppure uno scenario nel quale i tassi di interesse salgono senza un miglioramento delle prospettive di crescita”, conclude Biggs.

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