Certificati

Caccia al rendimento, tornano di moda i certificati

Un’alternativa ai titoli di Stato a lungo termine di Paesi in via di sviluppo e ai bond high yield emessi da società di piccole dimensioni è offerta dai certificati d’investimento. Ecco come valutare rischi e opportunità

24 Ottobre 2019 07:00

financialounge -  Certificati certificati d’investimento flussi cedolari Morning News rendimenti
Come riuscire a incassare flussi cedolari di una certa consistenza in un mercato con i tassi a zero o negativi? Una possibilità la offrono i certificati d’investimento, a condizione tuttavia che gli investitori siano consapevoli delle caratteristiche del prodotto sottoscritto e dei relativi rischi.

UN UNIVERSO DI TITOLI OBBLIGAZIONARI A RENDIMENTO NEGATIVO


L’universo dei titoli obbligazionari con rendimento negativo tende ad allargarsi invece che restringersi e sconfina sempre di più anche nell’ambito delle emissioni societarie. Basti pensare che attualmente il 45% dei titoli obbligazionari societari europei di qualità più elevata – cioè con rating investment grade - ha rendimenti negativi fino a 10 anni.

IL DILEMMA DELL’INVESTITORE


Il dilemma che attanaglia molti investitori in un mondo affamato di rendimenti consiste nella decisione se rimanere all’interno dell’asset class obbligazionaria, o spostarsi dal reddito fisso verso altre asset class, per esempio l’azionario. Nel caso si opti per mantenere un’esposizione nell’obbligazionario le due opzioni sono prolungare la duration o ridurre la qualità del credito. Nel primo caso, per aumentare il rendimento si scelgono titoli con scadenza più lunga (per esempio 10 anni o più), mentre nel secondo si opta per titoli con qualità di credito bassa, Il problema è che i titoli a lungo termine che offrono un 5% appartengono a Stati in via di sviluppo con un’affidabilità finanziaria non elevata, mentre i titoli high yield con lo stesso tasso di rendimento sono emessi da società poco conosciute, spesso di piccole dimensioni e che espongono ad alti rischi.

L’OPZIONE ALTERNATIVA DEI CERTIFICATI D’INVESTIMENTO


I certificati di investimento sono emessi di norma da entità finanziarie con rating di buona qualità (investment grade) e prevedono un prospetto di quotazione su un listino approvato da Consob o da un'altra autorità europea; di conseguenza assicurano la massima trasparenza. La loro caratteristica consiste nell’incorporare in un unico prodotto una combinazione di contratti finanziari che paga cedole periodiche in funzione dell’andamento del sottostante che può essere un indice, un settore o un titolo azionario, una valuta, un tasso di interesse, una materia prima. In molti casi è previsto il rimborso anticipato del capitale all’investitore prima della scadenza con o senza un premio aggiuntivo. Per quanto riguarda invece la protezione del capitale investito a seconda del certificato può essere completa, parziale oppure condizionata: a seconda dei casi, il sottoscrittore del certificates rinuncia a qualche premio o vantaggio durante la vita del certificato in funzione del rendimento che intende ricavare.

UN ESEMPIO PRATICO


Proviamo a fare un esempio su un singolo titolo azionario Alfa. Ipotizziamo un certificato Memory Autocall Step Down della durata di 36 mesi collocato a 100 euro e con prezzo iniziale di riferimento dell’azione Alfa a 3,0 euro, Barriera Cedola Condizionata Mensile a 1,80 euro (60% del prezzo iniziale) , Barriera Protezione del Capitale a Scadenza 1,50 euro (50% del prezzo iniziale), cedola mensile condizionata pari a 0,44 euro per certificato (ovvero 0,44% mensile). Ogni mese viene confrontato il prezzo corrente del titolo Alfa con quello Barriera Cedola Condizionata Mensile (1,80 euro) e se è superiore, ovvero il titolo non ha perso il 40% rispetto al suo valore iniziale, il certificato paga una cedola dello 0,44% che in un anno equivale ad un rendimento del 5,28%. Essendoci poi l’Effetto Memoria, se ad una data di osservazione mensile si verifica la condizione per ricevere la cedola, l’investitore, oltre alla cedola del mese in questione, riceverà tutte le cedole precedenti non distribuite. Alla scadenza, cioè al 36esimo mese, se il prezzo dell’azione Alfa sarà uguale o maggiore a 1,50 euro, ovvero non registrerà una perdita del 50% rispetto al valore iniziale, il certificato rimborserà l’intero capitale iniziale investito. In caso contrario, l’investitore riceverà il valore finale del sottostante decurtato della stessa percentuale di perdita del sottostante: se per esempio il valore finale dell’azione fosse di 1,4 euro (-53,33% di perdita), a fronte di 100 euro iniziali al sottoscrittore spetterebbero 46,66 euro.

Certificati d’investimento, un’alternativa ai tassi a zero sempre più gettonata


Certificati d’investimento, un’alternativa ai tassi a zero sempre più gettonata






I RISCHI DA CONOSCERE PRIMA DELL’ADESIONE


In conclusione, l’investitore che avesse intenzione di sottoscrivere questo certificato dovrebbe ritenere improbabile una perdita del titolo Alfa del 40% nel corso dei prossimi 36 mesi – in modo da garantirsi con buona probabilità flussi cedolari annui del 5,28% - ed escludere che alla fine dei tre anni il titolo Alfa possa arrivare a perdere più della metà del suo valore iniziale - in modo da assicurarsi il rimborso del capitale a scadenza.

Trending