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Monito finale di Draghi: stabilità a rischio se l'economia peggiora

Per il capo della Bce in uscita è fondamentale mantenere l’economia su un sentiero di crescita, e quindi non cambiare politica monetaria, altrimenti c’è il rischio di instabilità finanziaria con in prima linea le banche, che potrebbero compromettere la qualità del credito

24 Ottobre 2019 16:05

financialounge -  BCE Christine Lagarde Mario Draghi QE
L’ultima conferenza stampa da presidente della Bce Mario Draghi l’ha utilizzata per lanciare un monito, soprattutto ai governi ma anche a chi contesta la sua politica dentro e fuori dalla Bce. Bisogna fare di tutto perché l’economia resti su un sentiero di crescita. C’è un rischio di downturn che potrebbe diventare una minaccia alla stabilità finanziaria. Le banche europee hanno migliorato di molto la qualità del credito, ma se l’economia finisce in recessione questo risultato potrebbe essere compromesso. E’ l’argomento più forte a sostegno del mantenimento di una politica monetaria ultra-accomodante, con il ripristino del Qe al ritmo di 20 miliardi al mese e con i tassi negativi, anche se hanno qualche effetto collaterale.

MONITO ALLA POLITICA, STABILITA' A RISCHIO CON DOWNTURN ECONOMICO


Draghi ha approfittato di una domanda sui principali rischi per l’economia e i mercati finanziari per lanciare il suo monito, diretto soprattutto alla politica, ma anche a chi anche all'interno della Bce avversa la sua politica monetaria: il principale rischio per la stabilità finanziaria è un downturn dell’economia. Draghi ha osservato che uno dei grandi benefici per le banche della sua politica monetaria che ha supportato la ripresa economica è stato il miglioramento della qualità del credito. Non ha pronunciato la parola sofferenze, di cui le banche soprattutto italiane si sono quasi liberate, ma è chiaro che se la qualità del credito dovesse peggiorare a causa di una recessione per le banche tornerebbero tempi difficili.

LAGARDE NON HA BISOGNO DI CONSIGLI, SA ESATTAMENTE COSA FARE


Alla riunione hanno partecipato anche il vicepresidente della commissione Ue Valdis Dombrovskis e Christine Lagarde, che sta per prendere le redini della Bce ma che oggi non ha partecipato alla discussione. Ai giornalisti che gli chiedevano quale fosse il suo consiglio alla Lagarde, Draghi ha risposto che non ne ha bisogno perché sa assolutamente cosa deve fare. Draghi ha sottolineato i dati economici che raccontano un'area euro in rallentamento ma ancora su un sentiero di crescita, con la contrazione per ora confinata al settore manifatturiero, che non ha contagiato il resto dell’economia, sostenuta dalle costruzioni e da un’occupazione in crescita. Sullo sfondo restano i rischi geopolitici, a cominciare dalla guerra del dazi. Ma l’Europa deve concentrarsi soprattutto su aumento di produttività e occupazione.

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