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Trimestrali: se Google delude, Spotify sorprende e vola a Wall Street
Utili sotto le attese per Alphabet-Google, positivi invece i dati pubblicati da Spotify che guadagna il 16% in Borsa. Cosa aspettarsi dai conti di Apple e Facebook
29 Ottobre 2019 11:08
La stagione delle trimestrali di Wall Street porta mugugni in casa Google e sorrisi per Spotify. Conti che, ovviamente, hanno avuto ricadute in fase di contrattazione per le due aziende.
Cominciamo da Alphabet, la holding proprietaria di Google. I conti trimestrali hanno deluso le attese registrando un utile netto nel terzo trimestre 2019 pari a 10,12 dollari per azione (eps), rispetto ai 13,06 dollari per azione dello stesso periodo di 12 mesi fa. I ricavi sono ammontati a 40,5 miliardi, in crescita del 20% rispetto allo stesso trimestre del 2018 mentre gli analisti intervistati da FactSet avevano stimato un eps di 12,28 dollari e ricavi per 40,3 miliardi. I titoli di Google nelle contrattazioni after hour hanno accusato perdite fino a circa due punti percentuali.
Se per Google le trimestrali di Halloween hanno portato uno scherzetto, a Stoccolma è arrivato un dolcetto molto zuccherato per Spotify Technology. La società ha stampato una trimestrale sopra le attese con aumento degli abbonati e, nella seduta di lunedì, ha guadagnato il 16%. Spotify ha raggiunto i 113 milioni di abbonati e il terzo trimestre si è chiuso con una crescita del 28% dei ricavi a 1,73 miliardi a fronte degli 1,72 stimati dagli analisti. Per il momento, quindi, Spotify si mostra capace di resistere all’assalto di altri competitor tra cui proprio YouTube Music di Google.
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Attesa per le trimestrali di Apple e Facebook in arrivo domani 30 ottobre. Per Apple, il cui titolo è sui massimi di sempre, l’asticella delle aspettative non sono è particolarmente alta: gli analisti si accontentano di ricavi stabili rispetto a un anno prima. Molta attenzione sarà invece riposta sulle prospettive del quarto trimestre. Facebook dovrebbe far registrare il primo trimestre di crescita dei profitti da dicembre 2018. Attualmente il titolo scambia intorno a 189,4 dollari cui corrisponde un p/e di 31,9 senza nessun dividendo: gli analisti stimano un prezzo medio a 12 mesi di 235 dollari per azione, cioè 24 punti percentuali sopra l’attuale quotazione.
MALE GOOGLE
Cominciamo da Alphabet, la holding proprietaria di Google. I conti trimestrali hanno deluso le attese registrando un utile netto nel terzo trimestre 2019 pari a 10,12 dollari per azione (eps), rispetto ai 13,06 dollari per azione dello stesso periodo di 12 mesi fa. I ricavi sono ammontati a 40,5 miliardi, in crescita del 20% rispetto allo stesso trimestre del 2018 mentre gli analisti intervistati da FactSet avevano stimato un eps di 12,28 dollari e ricavi per 40,3 miliardi. I titoli di Google nelle contrattazioni after hour hanno accusato perdite fino a circa due punti percentuali.
SORPRESA POSITIVA PER SPOTIFY
Se per Google le trimestrali di Halloween hanno portato uno scherzetto, a Stoccolma è arrivato un dolcetto molto zuccherato per Spotify Technology. La società ha stampato una trimestrale sopra le attese con aumento degli abbonati e, nella seduta di lunedì, ha guadagnato il 16%. Spotify ha raggiunto i 113 milioni di abbonati e il terzo trimestre si è chiuso con una crescita del 28% dei ricavi a 1,73 miliardi a fronte degli 1,72 stimati dagli analisti. Per il momento, quindi, Spotify si mostra capace di resistere all’assalto di altri competitor tra cui proprio YouTube Music di Google.
Tonfo di Twitter in Borsa: meno 20% dopo trimestrale deludente
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RICEVI GRATIS LE NOTIZIE IN ANTEPRIMAATTESA PER APPLE E FACEBOOK
Attesa per le trimestrali di Apple e Facebook in arrivo domani 30 ottobre. Per Apple, il cui titolo è sui massimi di sempre, l’asticella delle aspettative non sono è particolarmente alta: gli analisti si accontentano di ricavi stabili rispetto a un anno prima. Molta attenzione sarà invece riposta sulle prospettive del quarto trimestre. Facebook dovrebbe far registrare il primo trimestre di crescita dei profitti da dicembre 2018. Attualmente il titolo scambia intorno a 189,4 dollari cui corrisponde un p/e di 31,9 senza nessun dividendo: gli analisti stimano un prezzo medio a 12 mesi di 235 dollari per azione, cioè 24 punti percentuali sopra l’attuale quotazione.
