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Tanzi, all’asta il “tesoro” dell’ex patron di Parmalat
Battuti a Milano 54 pezzi, tra cui un Picasso, un Monet e due van Gogh, per un totale di 12,3 milioni di euro, che andranno redistribuiti tra i creditori del gruppo collassato nel 2011
30 Ottobre 2019 12:01
Ci sono anche un Picasso e due van Gogh tra le opere d’arte battute ieri all'asta a Milano e appartenute a Calisto Tanzi, l’ex patron di Parmalat che, appena prima del tracollo finanziario della società nel 2011, aveva provato a nascondere il suo “tesoro” in soffitte e cantine.
Ora un’importante parte del patrimonio artistico dell’imprenditore, per un totale di 54 pezzi di grandissimo valore, è stata battuta all’asta: in tutto le vendite all’incanto hanno fruttato oltre 12,3 milioni di euro, più del doppio del valore stimato, che il tribunale di Parma redistribuirà tra i creditori.
Il “re” dell’asta è stato proprio la “natura morta con limone, arancia e un bicchiere” di Pablo Picasso, aggiudicato per 2,1 milioni di euro. Oltre duecento collezionisti hanno sventolato le palette nel salone del Centro Svizzero di Milano, e altri 700 hanno avanzato offerte al telefono o via web per partecipare all’asta battuta da Pietro De Bernardi, l’ad di Pandolfini: tra loro privati, istituzioni e musei internazionali, come il van Gogh Museum di Amsterdam.
Due erano le opere dell’artista olandese in catalogo, una natura morta (495mila euro) e il “Pollard Willow”, disegno con un soggetto di campagna considerato raro sul mercato e acquistato per poco più di 800mila euro. Assieme al Picasso, il pezzo più pregiato era un Monet, “La Falaise du Petit Ailly a’ Varegenville”, aggiudicato per poco più di 1,5 milioni.
A mezzo milione di euro, oltre sette volte il valore di base, è stata battuta un’opera di Giacomo Balla, “Finestra di Dusseldorf”. Il capolavoro non potrà lasciare l’Italia perché è stato dichiarato di interesse culturale particolarmente importante dal ministero per i Beni culturali e ambientali, così come “Le Poulailler” di Francis Picabia (acquistato allo stesso prezzo) e “Donna con cane” di Vittorio Matteo Corcos (140mila euro). Oltre venti volte la base d’asta è stato battuto un autoritratto di Antonio Ligabue.
12,3 MILIONI PER I CREDITORI
Ora un’importante parte del patrimonio artistico dell’imprenditore, per un totale di 54 pezzi di grandissimo valore, è stata battuta all’asta: in tutto le vendite all’incanto hanno fruttato oltre 12,3 milioni di euro, più del doppio del valore stimato, che il tribunale di Parma redistribuirà tra i creditori.
UN MIGLIAIO DI APPASSIONATI
Il “re” dell’asta è stato proprio la “natura morta con limone, arancia e un bicchiere” di Pablo Picasso, aggiudicato per 2,1 milioni di euro. Oltre duecento collezionisti hanno sventolato le palette nel salone del Centro Svizzero di Milano, e altri 700 hanno avanzato offerte al telefono o via web per partecipare all’asta battuta da Pietro De Bernardi, l’ad di Pandolfini: tra loro privati, istituzioni e musei internazionali, come il van Gogh Museum di Amsterdam.
MONET E VAN GOGH
Due erano le opere dell’artista olandese in catalogo, una natura morta (495mila euro) e il “Pollard Willow”, disegno con un soggetto di campagna considerato raro sul mercato e acquistato per poco più di 800mila euro. Assieme al Picasso, il pezzo più pregiato era un Monet, “La Falaise du Petit Ailly a’ Varegenville”, aggiudicato per poco più di 1,5 milioni.
OPERE CHE RESTERANNO IN ITALIA
A mezzo milione di euro, oltre sette volte il valore di base, è stata battuta un’opera di Giacomo Balla, “Finestra di Dusseldorf”. Il capolavoro non potrà lasciare l’Italia perché è stato dichiarato di interesse culturale particolarmente importante dal ministero per i Beni culturali e ambientali, così come “Le Poulailler” di Francis Picabia (acquistato allo stesso prezzo) e “Donna con cane” di Vittorio Matteo Corcos (140mila euro). Oltre venti volte la base d’asta è stato battuto un autoritratto di Antonio Ligabue.
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