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GAM: “Small cap possibile sorpresa del 2020 sui mercati”

Le small cap hanno registrato performance inferiori alle large cap nel 2019, ma se i timori di recessione nel 2020 dovessero sparire le prospettive per un loro recupero diventerebbero più concrete

4 Novembre 2019 17:27

financialounge -  GAM Italia Sgr Paolo Mauri Brusa Russell 2000 small cap
I primi dieci mesi del 2019 chiudono con un bilancio molto positivo per i mercati azionari. Da inizio anno, l’indice MSCI world della Borse mondiali segna infatti un guadagno del 22% in euro. Tuttavia, esaminando più nel dettaglio il comportamento del mercato spicca la differenza di performance tra le large e le small cap, con queste ultime che evidenziano un ritardo rispetto ai titoli a larga capitalizzazione.

LE SMALL CAP SONO UN’OPPORTUNITA’? NON E’ ESCLUSO


Le small cap possono costituire un’opportunità d’investimento oppure una rotazione è ancora prematura? A questa domanda Paolo Mauri Brusa, gestore del team Multi Asset Italia di GAM (Italia) Sgr, fornisce una risposta che, in estrema sintesi, si può definire possibilista.

LE CONDIZIONI PER UN RECUPERO NEL 2020


“E’ vero che le valutazioni in assoluto non si possono definire economiche ma è altrettanto vero che il premio al rischio rispetto alle large cap si colloca ai minimi da diversi anni. Nel momento in cui i timori di recessione nel 2020 dovessero essere completamente rimossi dalle previsioni di mercato, le possibilità che le small cap recuperino posizioni diventerebbero più concrete” spiega il manager.

UN RIALZO DI BORSA DA NON CONFONDERE CON UN BULL MARKET


Le considerazioni di Mauri Brusa sono il frutto di un’analisi approfondita sull’universo small cap che parte dal comportamento tenuto da questo segmento del mercato azionario nel corso di quest’anno. E’ vero, dice il manager, che il forte rialzo delle Borse nel 2019 potrebbe essere associato ad un ‘bull market’ (mercato rialzista) e questo non si concilierebbe con il comportamento tipico degli investitori che tendono a liquidare dapprima gli investimenti percepiti più rischiosi (small cap) per rifugiarsi in lidi più sicuri (large cap) quando nei mercati prevale l’incertezza e viceversa.

Strategie non direzionali per domare l’incertezza dei mercati


Strategie non direzionali per domare l’incertezza dei mercati






I TIMORI DI RECESSIONE HANNO PESATO


Ma, aggiunge sempre Mauri Brusa nella sua disamina, negli ultimi 12 mesi si sono sviluppati i timori di recessione e questo rende le piccole aziende, soprattutto quelle a prevalente business domestico, vulnerabili in quanto, nelle fasi di rallentamento economico, la discesa dei consumi è più avvertita rispetto alle grandi multinazionali.

UNA COMPOSIZIONE DIVERSA DEGLI INDICI


Un’altra spiegazione plausibile riguarda invece la diversa composizione degli indici. Per esempio negli Stati Uniti, l’indice della small cap Russell 2000 è costituito per oltre un terzo dai settori farmaceutico e finanziario. “Sull’healthcare l’incertezza della riforma sanitaria e la politica sui prezzi dei farmaci ne ha certamente frenato le performance mentre sul secondo i tassi bassi hanno pesato sia la curva dei rendimenti invertita e sia il rallentamento del settore manifatturiero” puntualizza Mauri Brusa, ricordando come, nell’indice S&P 500 la leadership sia invece del settore tecnologico le cui performance hanno trainato l’intero listino di Wall Street. Un discorso analogo può essere fatto anche in Europa dove ha un peso significativo la rete di fornitori (supply chain) del settore automobilistico, il cui deciso rallentamento – nella domanda e nella produzione – ha penalizzato l’intera filiera del comparto.

PROSPETTIVE INCORAGGIANTI PER IL PROSSIMO ANNO


Ma, a parte le possibili spiegazioni di quanto accaduto da inizio anno, a Mauri Brusa interessano soprattutto le prospettive. E qui le cose si fanno incoraggianti. Nel caso del Russell 2000, per esempio, dopo tre trimestri negativi, le previsioni del mercato sono per un ritorno alla crescita degli utili. Incremento dei profitti che dovrebbe essere moderato nell’ultima parte di quest’anno per poi innestare un’accelerazione decisa nel 2020 (+30%). Trend che dovrebbe confermarsi anche in Europa dove, a fronte di fondamentali meno negativi per l’anno in corso, le previsioni di crescita per il 2020 delineano uno scenario comunque interessante (+14%).

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