acciaio
Ex Ilva, Jindal si sfila con un tweet: “Nessun interesse per Taranto”
Il gruppo indiano Jindal smentisce le indiscrezioni di un possibile interesse per l’ex Ilva. Intanto prosegue lo scontro tra ArcelorMittal con governo e sindacati
8 Novembre 2019 12:27
L’ipotesi cominciava a farsi strada da qualche giorno, sostenuta anche dalle aperture di alcuni esponenti politici vicini al governo. Ma con un tweet il gruppo indiano Jindal ha negato in modo perentorio l’interessamento per l’ex Ilva di Taranto dopo il passo indietro di ArcelorMittal. A questo punto la gestione commissariale sembra essere l'unica certezza nel futuro dell'acciaieria.
Una doccia fredda, quindi, per gli operai dell’acciaieria di Taranto che nei piani di ArcelorMittal dovrebbero subire un taglio di 5mila posti di lavoro. Una doccia fredda anche per l’esecutivo di Giuseppe Conte, che forse aveva riposto una speranza nel possibile interessamento di Jindal, secondo nella graduatoria che aveva assegnato la gestione dell’ex Ilva ad ArcelorMittal.
Senza fare direttamente il nome del gruppo, era stato Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva, a riportare in ballo Jindal. “Non tocca a Italia Viva cercare una nuova cordata ma se Mittal fa recesso, gli si fa causa, con penali onerosissime, e si va dal secondo in graduatoria”, aveva detto a Financialounge.com.
Una sponda possibile per il governo italiano impegnato nel risolvere una matassa sempre più intricata che rischia di mettere in pericolo il cammino dello stesso esecutivo. Una sponda, però, sfumata dopo il tweet della stessa Jindal: “Smentiamo con forza le indiscrezioni secondo cui Jindal Steel & Power potrebbe rinnovare il suo interesse per l'acciaieria di Taranto”.
Il gruppo Jindal è già impegnato in Italia attraverso le ex acciaierie Lucchini di Piombino, visitate proprio da Sajjan Jindal, chairman di Jsw, nella giornata di giovedì 7 novembre. Il gruppo indiano, per quanto riguarda il sito toscano, ha ribadito la volontà di portare avanti gli investimenti per lo sviluppo del sito. Su Taranto, invece, nessun cenno fino al tweet di smentita.
DOCCIA FREDDA
Una doccia fredda, quindi, per gli operai dell’acciaieria di Taranto che nei piani di ArcelorMittal dovrebbero subire un taglio di 5mila posti di lavoro. Una doccia fredda anche per l’esecutivo di Giuseppe Conte, che forse aveva riposto una speranza nel possibile interessamento di Jindal, secondo nella graduatoria che aveva assegnato la gestione dell’ex Ilva ad ArcelorMittal.
SECONDI IN GRADUATORIA
Senza fare direttamente il nome del gruppo, era stato Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva, a riportare in ballo Jindal. “Non tocca a Italia Viva cercare una nuova cordata ma se Mittal fa recesso, gli si fa causa, con penali onerosissime, e si va dal secondo in graduatoria”, aveva detto a Financialounge.com.
SMENTITA VIA TWITTER
Una sponda possibile per il governo italiano impegnato nel risolvere una matassa sempre più intricata che rischia di mettere in pericolo il cammino dello stesso esecutivo. Una sponda, però, sfumata dopo il tweet della stessa Jindal: “Smentiamo con forza le indiscrezioni secondo cui Jindal Steel & Power potrebbe rinnovare il suo interesse per l'acciaieria di Taranto”.
IMPEGNO IN TOSCANA
Il gruppo Jindal è già impegnato in Italia attraverso le ex acciaierie Lucchini di Piombino, visitate proprio da Sajjan Jindal, chairman di Jsw, nella giornata di giovedì 7 novembre. Il gruppo indiano, per quanto riguarda il sito toscano, ha ribadito la volontà di portare avanti gli investimenti per lo sviluppo del sito. Su Taranto, invece, nessun cenno fino al tweet di smentita.
Trending