BCE
Perché il QE non funziona e come uscirne, secondo Invesco
Financialounge.com è a Londra per la seconda giornata dell'incontro di Invesco dedicato alla stampa di settore. Per il capo economista John Greenwood la Bce ha commesso almeno due errori, e la politica fiscale non è la soluzione
8 Novembre 2019 14:40
"La politica monetaria non è in grado da sola di salvare un'economia che si trova nella cosiddetta 'trappola della liquidità'. E la soluzione prospettata da Keynes, cioè la politica fiscale espansiva, non è sufficiente". È duro il giudizio di John Greenwood, capo economista di Invesco, sul modo in cui le banche centrali hanno gestito e stanno gestendo la difficile situazione sui mercati.
Presentando il suo Economic Outlook nel corso dell'incontro di Londra dedicato alla stampa internazionale di settore, Greenwood non ha usato mezzi termini, parlando di "politiche non corrette" da parte di Bce e Bank of Japan. "Non sono le manovre sui tassi d'interesse a guidare l'inflazione, ma viceversa è l'inflazione a guidare i tassi d'interesse", ha spiegato l'economista, secondo cui è la crescita monetaria il principale fattore in grado di influire sull'andamento del tasso di inflazione.
E nonostante i tassi d'interesse ai minimi, in Europa e Giappone la crescita monetaria è rimasta al palo. Anche negli Usa, dove la politica fiscale da almeno due anni è espansiva (con tagli delle tasse, maggiore spesa governativa e più deficit) la crescita monetaria è più lenta del previsto. Per questo, ha spiegato Greenwood, "è sbagliato pensare che maggiori stimoli fiscali possano essere utili, nell'Eurozona e altrove: solo una più rapida crescita monetaria potrà risolvere il problema dell'inflazione dell'area euro", che da tempo staziona su livelli inferiori al target del 2%.
Per Greenwood la Bce "sta commettendo due errori". In primis, "il QE è diretto alle parti sbagliate": sia l'Eurotower che la BoJ hanno infatti comprato titoli, specie di debito sovrano, quasi esclusivamente dal settore bancario, e secondo l'economista di Invesco questo genere di politica non sostiene l'aumento della liquidità. In più, "i tassi negativi non faranno sì che aumentino spesa e inflazione, ma danneggiano i risparmi".
Per questi motivi, ha sottolineato Greenwood, "la politica monetaria non deve concentrarsi sui tassi d'interesse, ma sul modo per far crescere l'offerta di moneta al tasso corretto. Una crescita più veloce della massa monetaria (M3) sarà in grado di far crescere il Pil e l'inflazione, portando a un aumento dei tassi d'interesse e dei rendimenti, e ponendo fine al danno causato dai tassi zero alle istituzioni finanziarie europee".
I LIMITI DEL QE
Presentando il suo Economic Outlook nel corso dell'incontro di Londra dedicato alla stampa internazionale di settore, Greenwood non ha usato mezzi termini, parlando di "politiche non corrette" da parte di Bce e Bank of Japan. "Non sono le manovre sui tassi d'interesse a guidare l'inflazione, ma viceversa è l'inflazione a guidare i tassi d'interesse", ha spiegato l'economista, secondo cui è la crescita monetaria il principale fattore in grado di influire sull'andamento del tasso di inflazione.
LO STIMOLO FISCALE NON È LA SOLUZIONE
E nonostante i tassi d'interesse ai minimi, in Europa e Giappone la crescita monetaria è rimasta al palo. Anche negli Usa, dove la politica fiscale da almeno due anni è espansiva (con tagli delle tasse, maggiore spesa governativa e più deficit) la crescita monetaria è più lenta del previsto. Per questo, ha spiegato Greenwood, "è sbagliato pensare che maggiori stimoli fiscali possano essere utili, nell'Eurozona e altrove: solo una più rapida crescita monetaria potrà risolvere il problema dell'inflazione dell'area euro", che da tempo staziona su livelli inferiori al target del 2%.
I DUE ERRORI DELLA BCE
Per Greenwood la Bce "sta commettendo due errori". In primis, "il QE è diretto alle parti sbagliate": sia l'Eurotower che la BoJ hanno infatti comprato titoli, specie di debito sovrano, quasi esclusivamente dal settore bancario, e secondo l'economista di Invesco questo genere di politica non sostiene l'aumento della liquidità. In più, "i tassi negativi non faranno sì che aumentino spesa e inflazione, ma danneggiano i risparmi".
Invesco, perché non è in vista una recessione negli Usa
Invesco, perché non è in vista una recessione negli Usa
LA SOLUZIONE
Per questi motivi, ha sottolineato Greenwood, "la politica monetaria non deve concentrarsi sui tassi d'interesse, ma sul modo per far crescere l'offerta di moneta al tasso corretto. Una crescita più veloce della massa monetaria (M3) sarà in grado di far crescere il Pil e l'inflazione, portando a un aumento dei tassi d'interesse e dei rendimenti, e ponendo fine al danno causato dai tassi zero alle istituzioni finanziarie europee".