Arabia Saudita
Quasi solo soldi arabi per la mega Ipo di Aramco
Gli investitori globali interessati dovranno volare a Riyadh per la presentazione dell’offerta di azioni del colosso petrolifero, che dovrebbe comunque battere il record di Alibaba ma sta diventando un fatto locale
18 Novembre 2019 16:18
Alla fine quasi certamente supererà il record di $25 mld raccolti da Alibaba nell’Ipo più grande della storia nel 2014 a Hong Kong, ma non di molto. Le ultime stime parlano di una valutazione di Aramco tra i 1.600 mld e i 1.700 mld di dollari. Il che vuol dire qualcosa di comunque vicino a quanto raccolto dal gigante cinese dell’e-commerce 5 anni fa per l’1,5% che verrebbe messo in vendita. Insomma, dal primissimo annuncio del 2016 fatto dal principe della corona saudita Mohammed è stato tutto un gioco al ribasso. Allora infatti si era parlato di una valutazione da 2.000 mld di dollari per raccoglierne 100 con l’offerta del 5%.
Oltre che fortemente ridimensionata dal punto di vista dei numeri, la mega Ipo di Aramco risulta anche ridimensionata nella sua originaria portata globale. Nessun roadshow a Wall Street, Londra e Tokyo, che avviene di solito in questi casi, e poco lavoro per le grandi banche d’affari selezionate per portare a casa il deal. Infatti alla fine sembra proprio che i compratori, almeno di questa prima tranche, saranno tutti ricchi sauditi, per i quali conta di più la ‘moral suasion’ del principe Mohammed bin Salman che non gli argomenti finanziari dei banchieri d’affari.
Anche perché le ricche famiglie saudite che si preparano a diventare azioniste di Aramco ricordano bene che il principe Mohammed non esita a ricorrere a metodi sbrigativi per raggiungere i suoi scopi, come in occasione della ‘purga’ del 2017 che vide finire agli arresti, sia pure molto confortevoli al Ritz Carlton Hotel di Riyadh nel 2017, alcuni dei nomi più famosi della finanza saudita. Trovare i soldi da investire in Aramco non sarà nemmeno un problema per i ricchi sauditi, Bloomberg suggerisce che potrebbe prestarglieli indirettamente lo stesso principe Mohammed che di fatto controlla l’industria bancaria locale.
Insomma, pur sempre la più grande IPO della storia, ma molto più glocal di quanto si immaginasse. Resta sempre l’idea di una fase due, in cui potrebbe essere offerta una nuova ‘fetta’ per collocarla su una grande Borsa internazionale, come Wall Street, Londra o Hog Kong. Il piano sarebbe infatti di assicurarsi prima un ‘nocciolo duro’ di azionisti sauditi, e poi allargare la platea degli investitori ai grandi internazionali, come i fondi pensione americani o britannici. In ogni caso, almeno per ora, l’Ipo di Aramco non dovrebbe avere l’effetto inizialmente desiderato, di aprire la strada all’attrazione nel regno di flussi ingenti di capitali internazionali.
IPO SEMPRE RECORD MA RIDIMENSIONATA NEI NUMERI E NELLA PORTATA
Oltre che fortemente ridimensionata dal punto di vista dei numeri, la mega Ipo di Aramco risulta anche ridimensionata nella sua originaria portata globale. Nessun roadshow a Wall Street, Londra e Tokyo, che avviene di solito in questi casi, e poco lavoro per le grandi banche d’affari selezionate per portare a casa il deal. Infatti alla fine sembra proprio che i compratori, almeno di questa prima tranche, saranno tutti ricchi sauditi, per i quali conta di più la ‘moral suasion’ del principe Mohammed bin Salman che non gli argomenti finanziari dei banchieri d’affari.
IL PRINCIPE DELLA CORONA NON ESISTA A RICORRERE A METODI SBRIGATIVI
Anche perché le ricche famiglie saudite che si preparano a diventare azioniste di Aramco ricordano bene che il principe Mohammed non esita a ricorrere a metodi sbrigativi per raggiungere i suoi scopi, come in occasione della ‘purga’ del 2017 che vide finire agli arresti, sia pure molto confortevoli al Ritz Carlton Hotel di Riyadh nel 2017, alcuni dei nomi più famosi della finanza saudita. Trovare i soldi da investire in Aramco non sarà nemmeno un problema per i ricchi sauditi, Bloomberg suggerisce che potrebbe prestarglieli indirettamente lo stesso principe Mohammed che di fatto controlla l’industria bancaria locale.
Il colosso petrolifero Aramco pronto per l'Ipo più grande della storia
Il colosso petrolifero Aramco pronto per l'Ipo più grande della storia
RESTA L’IDEA DI UNA FASE DUE APERTA AI GRANDI INVESTITORI GLOBALI
Insomma, pur sempre la più grande IPO della storia, ma molto più glocal di quanto si immaginasse. Resta sempre l’idea di una fase due, in cui potrebbe essere offerta una nuova ‘fetta’ per collocarla su una grande Borsa internazionale, come Wall Street, Londra o Hog Kong. Il piano sarebbe infatti di assicurarsi prima un ‘nocciolo duro’ di azionisti sauditi, e poi allargare la platea degli investitori ai grandi internazionali, come i fondi pensione americani o britannici. In ogni caso, almeno per ora, l’Ipo di Aramco non dovrebbe avere l’effetto inizialmente desiderato, di aprire la strada all’attrazione nel regno di flussi ingenti di capitali internazionali.
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