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“Mercati finanziari 2020, sei motivi per rimanere ottimisti”

Investitori già proiettati verso il nuovo anno: ecco perché, secondo Brandywine Global (Legg Mason), le prospettive sono tutto sommato positive. Non solo per la possibilità di un accordo sui dazi

28 Novembre 2019 07:00

financialounge -  Agnelli
In attesa del (possibile) rally di fine anno sui mercati, gli investitori hanno lo sguardo proiettato già al 2020. Dopo un 2019 sugli scudi, sia in ambito azionario che in quello obbligazionario, le prospettive di performance per il nuovo anno non appaiono entusiasmanti sebbene, tutto sommato, nemmeno eccessivamente negative.

FOCUS SUI RENDIMENTI DEI BUND TEDESCHI


Un indicatore che, negli ultimi 12 mesi, ha segnalato con buona affidabilità la propensione al rischio (risk on) degli investitori è stato il rendimento dei Bund tedeschi a 10 anni. Ha registrato un calo continuo in parallelo alle crescenti preoccupazioni circa le tensioni commerciali tra Washington e Pechino per poi mostrare un timido rialzo nelle ultime settimane. “Continueremo a osservare con attenzione l’andamento dei tassi dei Bund decennali: se si dovesse materializzare un qualche accenno di inversione – come quello che in parte si sta notando di recente - potrebbe indicare che gli investitori stiano cominciando a credere davvero ad una sorpresa in positivo nel 2020” dichiara Jack McIntyre, Portfolio Manager di Brandywine Global (affiliata Legg Mason).

ACCORDO O TREGUA COMMERCIALE


Un'ipotesi che, secondo l’esperto, è legata a sei specifici fattori che possono diventare catalizzatori positivi nel 2020, da soli o, meglio ancora, in combinazione tra loro. Ma quali sono i sei fattori in questione? In primo luogo un accordo o perlomeno una tregua sul fronte commerciale USA–Cina. In particolare, sottolinea McIntyre , nel caso in cui i dazi programmati da Trump per dicembre non dovessero entrare in vigore, potrebbe scattare negli investitori una inclinazione al risk on.

FED PIÙ FLESSIBILE E TASSI DEI MERCATI EMERGENTI IN CALO


In secondo luogo è possibile, secondo l’esperto, che la Federal Reserve assuma una politica monetaria improntata ad una maggiore flessibilità in funzione degli sviluppi sul fronte del commercio globale, della crescita e dell’inflazione. Restando nell’ambito delle banche centrali, e siamo al terzo fattore, gli istituti centrali dei mercati emergenti hanno spazio in termini di tassi reali e un contesto di inflazione favorevole per continuare ad attuare una politica di allentamento dei tassi.

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STIMOLI FISCALI


In quarto luogo, cresce la predisposizione verso gli stimoli fiscali. I riflettori sono puntati soprattutto sulla Germania che potrebbe approvare un pacchetto di incentivi dal momento che, grazie ai tassi bassi, i costi per il nuovo debito – necessario per finanziare gli stimoli - saranno estremamente bassi. Non sarà facile per i funzionari di Berlino giustificare le spese extra ma il fatto che il paese rasenti la recessione potrebbe fungere da elemento decisivo.

OTTIMISMO DEI CONSUMATORI


Il quinto fattore indicato da McIntyre riguarda l’ottimismo dei consumatori che mostra una buona intonazione a livello globale. “Se la fiducia dei consumatori si manterrà su questo tenore, in caso di un accordo commerciale e di una stabilizzazione del rallentamento della crescita globale, potrebbe incentivare le imprese a ripristinare gli investimenti” puntualizza McIntyre.

SCENARIO CHE SCONGIURA UNA HARD BREXIT


Il quale completa l’elenco degli elementi che potrebbero sorprendere in positivo per il 2020 indicando la Brexit. E’ vero, ammette l’esperto che potrebbe sembrare azzardata l’idea delle elezioni anticipate di dicembre , ma resta il fatto che si è comunque giunti – in accordo con l’Unione Europea - al rinvio della deadline al 31 gennaio 2020. Questo ha ridotto in modo netto la probabilità di una hard Brexit che rappresentava uno dei peggiori scenari possibili per i mercati.

 

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