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Fiducia degli investitori, solo gli europei pronti a rischiare
Secondo l’Investor Confidence Index (ICI) la fiducia degli investitori globali questo mese è salita grazie al contributo dell’Europa: stabile in Nord America e in lieve contrazione in Asia
29 Novembre 2019 19:30
La fiducia degli investitori a livello globale ha registrato un aumento in novembre. È quanto emerge dalla lettura dell’Investor Confidence Index (ICI) che evidenzia un aumento di 1,7 punti, dai 79,2 di ottobre agli 80,9 di novembre. L'aumento del sentiment ha visto il contributo dell'ICI index europeo passato a 133,9 (+1,1 punti) mentre l'ICI del Nord America è rimasto stabile a 67,7 punti e l'ICI asiatico ha registrato un calo di 0,1 punti a 85,6.
L'Investor Confidence Index è stato sviluppato da State Street Associates e misura la fiducia degli investitori in base al loro appetito al rischio analizzando in modo quantitativo i flussi di acquisto e vendita degli investitori istituzionali. L'indice – che differisce da quello basato sui sondaggi in quanto calcolato sugli scambi effettivi dei titoli in portafoglio - assegna un punteggio dove 100 costituisce la neutralità: è il livello nel quale gli investitori non sono né inclini al rischio ma nemmeno lo escludono del tutto.
Ne consegue che gli attuali livelli di ICI index evidenziano a livello globale (80,9 punti) ben al di sotto della "neutralità" e con la sola Europa in territorio ampiamente positivo (133,9 punti). Da notare che l'ultima volta che la fiducia degli investitori europei era su questi livelli è stato appena prima del primo round di acquisto di titoli di stato della BCE alla fine del 2014.
Secondo gli addetti ai lavori, il livello "sacrificato" dell’ICI index del Nord America trova spiegazione con l'incertezza politica circostante l’ipotesi di impeachment di Trump e la guerra commerciale che continuano a pesare sul sentiment degli investitori statunitensi.
C’è però un altro aspetto da tenere conto, considerando che l’ICI index si basa su flussi reali di portafoglio in entrata e in uscita. I livelli alti di fiducia degli investitori in Europa sarebbero giustificati dal fatto che gli istituzionali del Vecchio Continente da inizio anno hanno avuto a disposizione per diversificare gli investimenti un’ampia gamma di asset class rischiose al di fuori della area domestica (in particolare le azioni e le obbligazioni americane) mentre i colleghi degli Stati Uniti non hanno potuto beneficiare della stessa offerta di qualità al di fuori dei loro mercati, né in Europa né in Asia.
QUOTA 100 È IL LIVELLO DI NEUTRALITÀ
L'Investor Confidence Index è stato sviluppato da State Street Associates e misura la fiducia degli investitori in base al loro appetito al rischio analizzando in modo quantitativo i flussi di acquisto e vendita degli investitori istituzionali. L'indice – che differisce da quello basato sui sondaggi in quanto calcolato sugli scambi effettivi dei titoli in portafoglio - assegna un punteggio dove 100 costituisce la neutralità: è il livello nel quale gli investitori non sono né inclini al rischio ma nemmeno lo escludono del tutto.
SOLO L’EUROPA È AMPIAMENTE INCLINE AL RISCHIO
Ne consegue che gli attuali livelli di ICI index evidenziano a livello globale (80,9 punti) ben al di sotto della "neutralità" e con la sola Europa in territorio ampiamente positivo (133,9 punti). Da notare che l'ultima volta che la fiducia degli investitori europei era su questi livelli è stato appena prima del primo round di acquisto di titoli di stato della BCE alla fine del 2014.
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SUL NORD AMERICA PESANO IMPEACHMENT E GUERRA COMMERCIALE...
Secondo gli addetti ai lavori, il livello "sacrificato" dell’ICI index del Nord America trova spiegazione con l'incertezza politica circostante l’ipotesi di impeachment di Trump e la guerra commerciale che continuano a pesare sul sentiment degli investitori statunitensi.
… MA ANCHE LA CARENZA DI OPPORTUNITÀ IN EUROPA E IN ASIA
C’è però un altro aspetto da tenere conto, considerando che l’ICI index si basa su flussi reali di portafoglio in entrata e in uscita. I livelli alti di fiducia degli investitori in Europa sarebbero giustificati dal fatto che gli istituzionali del Vecchio Continente da inizio anno hanno avuto a disposizione per diversificare gli investimenti un’ampia gamma di asset class rischiose al di fuori della area domestica (in particolare le azioni e le obbligazioni americane) mentre i colleghi degli Stati Uniti non hanno potuto beneficiare della stessa offerta di qualità al di fuori dei loro mercati, né in Europa né in Asia.
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