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COP25 e ambiente, “pagare per inquinare” non è l’unica soluzione

A Madrid è in corso la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP25): tra le proposte l’aumento del costo delle emissioni, ma serve maggiore impegno da parte dei governi

3 Dicembre 2019 12:19

financialounge -  ambiente cambiamento climatico emissioni carbonio Schroders
Sono in corso di svolgimento a Madrid (2-13 dicembre) i lavori della COP25. La Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici era prevista a Santiago del Cile, ma è stata trasferita nella capitale spagnola a seguito della instabilità sociale e politica che sta attraversando il Paese sudamericano.


IMPEGNI PRESI CON L’ACCORDO DI PARIGI


Anche quest’anno i leader globali si riuniscono per concordare i prossimi passi per realizzare gli impegni presi con l’Accordo di Parigi con una mission: limitare a +2°C l’aumento delle temperature di lungo termine, rispetto ai livelli pre-industrializzazione.
Le premesse non sembrano essere delle migliori. Gli Stati Uniti, responsabili del 15% delle emissioni di gas serra a livello globale e secondi maggiori contributori a livello mondiale, hanno infatti annunciato di voler recedere dall’accordo, presentando il ritiro formale dalla COP25.


IL SISTEMA DI SCAMBIO DELLE QUOTE DI EMISSIONE


Tuttavia, Marc Hassler, Sustainable Investment Analyst di Schroders, ritiene che il vertice possa portare ad ulteriori progressi sul tema in base ad almeno due considerazioni: il carbonio costerà alle aziende “per non costare all’ambiente” mentre le ambizioni dei singoli Paesi e dei loro abitanti sono sempre maggiori. Tra i meccanismi per combattere i cambiamenti climatici implementati nei mercati finanziari, si sta distinguendo con successo in tutto il mondo il sistema di scambio delle quote di emissione, dimostrando che questo tipo di strumento può diventare quello di riferimento.

[caption id="attachment_148570" align="alignnone" width="434"]Le iniziative globali che hanno associato un prezzo alle emissioni di carbonio. Percentuale delle emissioni annuali di gas serra a livello mondiale (Fonte: World Bank, State and Trends of Carbon Pricing, giugno 2019) Le iniziative globali che hanno associato un prezzo alle emissioni di carbonio. Percentuale delle emissioni annuali di gas serra a livello mondiale (Fonte: World Bank, State and Trends of Carbon Pricing, giugno 2019)[/caption]

UNO DEI TEMI CHIAVE IN AGENDA


“Al fine di incentivare l’abbandono dei combustibili fossili nella misura necessaria è indispensabile che i prezzi connessi alle emissioni di CO2 previsti da questo sistema vengano incrementati a livello globale. Questo potrebbe essere uno dei temi chiave in agenda, alla luce anche del fatto che ora figura tra le principali priorità dell’Unione Europea“ spiega Hassler.


PIÙ CONTRIBUTI NAZIONALI VOLONTARI (NDC)


In secondo luogo, l’esperto ritiene probabile un aggiornamento positivo sul versante dei contributi nazionali volontari (NDC). Aspettative le sue, basate sul fatto che molti Paesi hanno dichiarato l’intenzione di volersi assumere impegni più ambiziosi rispetto a quanto stabilito dai loro contributi nazionali volontari: è il caso, per fare esempi concreti, della Francia e del Regno Unito che hanno annunciato di puntare alla neutralità carbonica entro il 2050.

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FOCUS SULLE AZIENDE ATTIVE NEL CONTRASTO AL CLIMATE CHANGE


“Nel breve termine è probabile che i progressi nell’ambito delle NDC siano più evidenti rispetto all’implementazione di un sistema di scambio delle quote di emissioni. In ogni caso, da entrambi i fronti ci aspettiamo evidenti risvolti positivi per i modelli di business che mirano a ridurre le emissioni di gas serra. Con ricadute positive per le aziende che offrono prodotti e servizi per attenuare o adeguare gli effetti del climate change” sottolinea Hassler.

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