Candriam

Cobalto, il nuovo diamante insanguinato

È un elemento fondamentale per le batterie al litio, ma per CANDRIAM non rappresenta esattamente l’opzione più sostenibile

31 Dicembre 2019 09:00

financialounge -  Candriam cobalto Elisa Vergine mobilità sostenibile
Uno dei cambiamenti più rilevanti in atto è sicuramente il passaggio alla mobilità “verde”, nelle auto elettriche e nelle auto a trazione elettrica la componente più rilevante è la batteria. Tra quelle maggiormente utilizzate oggi ci sono le batterie al litio che prevedono l'utilizzo di diversi metalli tra cui il cobalto, un elemento fondamentale perché con le sue doti stabilizzanti contribuisce ad evitare il rischio di esplosione delle batterie. Se si guarda alla sostenibilità, il cobalto non rappresenta proprio l’opzione migliore, osserva Elisa Vergine, Lead ESG Analyst on Environmental Investment & Research di CANDRIAM.

GLI ASPETTI NEGATIVI DELLA PRODUZIONE DEL COBALTO


Circa il 30% del cobalto prodotto oggigiorno viene utilizzato negli accumulatori al litio, mentre il rimanente 70% è destinato alla produzione di catalizzatori e leghe in acciaio. I problemi per questo metallo sono rappresentati dal suo approvvigionamento e dalle forti oscillazioni dei prezzi, riflesso anche del rischio politico che caratterizza i paesi produttori. Oltre la metà della produzione di cobalto si concentra infatti nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), paese recentemente segnalato per sospette violazioni dei diritti umani correlate proprio alla filiera di produzione del cobalto. Secondo le accuse mosse da diverse ONG, fra cui Amnesty International, la maggior parte del cobalto estratto nella Repubblica del Congo proviene da miniere artigianali caratterizzate dall'impiego di bambini, alcuni dei quali addirittura di età inferiore ai tre anni, e da condizioni di lavoro pericolose. Una volta acquistato il cobalto dai piccoli produttori delle miniere artigianali, le imprese implicate provvedono a “ripulirlo” facendolo transitare attraverso società con sede in Sud Africa e in Tanzania.

IL RICICLO POSSIBILE SOLUZIONE


Considerata la volatilità dei prezzi, osserva l’analista di Candriam, il riutilizzo del cobalto dalle batterie esaurite è una delle possibili soluzioni per alleggerire la pressione sui prezzi ed evitare di rendersi complici di violazioni dei diritti umani nella RDC. La filiera del riciclo è in fase di forte sviluppo, questa opzione potrebbe soddisfare fino al 10% della domanda di cobalto da parte dell'industria automobilistica e sarà sicuramente una delle soluzioni chiave quando le vetture elettriche attualmente in commercio arriveranno al termine della loro vita utile.

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I CONSIGLI DI CANDRIAM


In questo ambito l’esperta di Candriam segnala la Umicore. Azienda leader nella produzione di marmitte catalitiche e nel riciclo dei platinoidi, si posiziona a metà strada fra le tecnologie utilizzate nei motori a combustione interna, i platinoidi per le marmitte catalitiche, e quelle del futuro, i catodi per le batterie al litio-NMC. “La sua visione lungimirante e la sua capacità di adattarsi alle esigenze del settore ne fanno un operatore irrinunciabile dal punto di vista degli investimenti socialmente responsabili”, spiega Elisa Vergine. “La sua politica per quanto riguarda la gestione del rischio legato ai diritti umani in fase di approvvigionamento del cobalto nella RDC è un fattore essenziale, che non fa che confermare la solidità del suo modello di business”.

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