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Mercato azionario, caccia ai titoli trascurati dal rally 2019
Secondo Dorval AM (gruppo Natixis) i titoli ciclici e finanziari, ma anche le small cap europee, le valute emergenti e le azioni industriali giapponesi evidenziano interessanti sotto valutazioni
14 Gennaio 2020 21:00
Dopo il rally azionario del 2019 – con l’indice MSCI World delle Borse mondiali in rialzo del 28% - le valutazioni potrebbero già incorporare gran parte dello scenario positivo attuale – caratterizzato da un buon equilibrio fra crescita moderata e tassi a lungo termine estremamente bassi. Nonostante questo, l’azionario globale mostra un rapporto prezzo – utili (p/e) prossimo alla media storica e, soprattutto, su livelli più convenienti rispetto al settore immobiliare delle grandi città, dove i rendimenti degli affitti si sono nettamente ridotti, e delle asset class non quotate, come il private equity e il debito privato.
Tuttavia, come fa notare Dorval Asset Management (gruppo Natixis Investment Managers), le large cap growth hanno registrato una rivalutazione sostenuta con il p/e dell’indice MSCI dei titoli growth dei Paesi al di sopra di 22, il livello più alto dall’inizio del 2002: un livello tuttavia lontano dai livelli della bolla degli anni 99/2000 (quota 30-40), sebbene il rally sia stato comunque significativo.
“Ci si interroga sulla sostenibilità di tali livelli di valutazione raggiunti soprattutto se i tassi di interesse dovessero risalire in modo rapido", puntualizzano gli esperti di Dorval AM. "Anche se quest’ultima ipotesi non rappresenta il nostro scenario”. Gli esperti, al contempo, segnalano che l’altra "componente" del mercato è stata piuttosto trascurata dai minimi del 2018 in poi: in particolare quella in cui rientrano i titoli ciclici e finanziari, ma anche le small cap.
“Si stanno configurando le condizioni affinchè questi titoli trascurati possano riprendere quota sulla scia dell’attenuazione dei timori per la crescita mondiale e in virtù del loro gap valutativo attualmente molto interessante”, spiegano i professionisti di Dorval AM. Fra i mercati considerati meno onerosi figura il listino giapponese, con molti titoli industriali quotati a sconto. Stesso discorso per il mercato inglese che, malgrado i rischi persistenti legati alla Brexit, ha registrato un ritorno di interesse da parte dei gestori dopo oltre tre anni di assenza. Per Dorval AM sono interessanti pure le valute emergenti, in quanto hanno guadagnato terreno solo marginalmente a causa della forza del dollaro, e le small cap europee, che evidenziano una crescita degli utili ancora relativamente favorevole rispetto alle large cap.
“È probabile che si delinei uno scenario di stabilizzazione economica che agevolerebbe le scelte d’investimento degli investitori in ottica di lungo termine”, specificano gli esperti di Dorval AM che, a tale proposito, indicano il tema della transizione energetica, una delle grandi sfide a livello macro e microeconomico. “Una tematica che presenta opportunità che, in gran parte, dipenderanno dall’entità e dal contributo del sostegno politico”, sottolineano i professionisti di Dorval AM, secondo i quali i tassi di interesse – pur registrando dei possibili rialzi - dovrebbero permanere su livelli talmente bassi da favorire i mercati azionari, imponendo cambiamenti strutturali nelle asset allocation di portafoglio.
LE LARGE CAP GROWTH SONO PIUTTOSTO CARE…
Tuttavia, come fa notare Dorval Asset Management (gruppo Natixis Investment Managers), le large cap growth hanno registrato una rivalutazione sostenuta con il p/e dell’indice MSCI dei titoli growth dei Paesi al di sopra di 22, il livello più alto dall’inizio del 2002: un livello tuttavia lontano dai livelli della bolla degli anni 99/2000 (quota 30-40), sebbene il rally sia stato comunque significativo.
…MENTRE CICLICI, FINANZIARI E SMALL CAP SONO CONVENIENTI
“Ci si interroga sulla sostenibilità di tali livelli di valutazione raggiunti soprattutto se i tassi di interesse dovessero risalire in modo rapido", puntualizzano gli esperti di Dorval AM. "Anche se quest’ultima ipotesi non rappresenta il nostro scenario”. Gli esperti, al contempo, segnalano che l’altra "componente" del mercato è stata piuttosto trascurata dai minimi del 2018 in poi: in particolare quella in cui rientrano i titoli ciclici e finanziari, ma anche le small cap.
Ecco i megatrend che cambieranno i mercati nel 2020
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C’È VALORE ANCHE NELLE VALUTE EMERGENTI E NEGLI INDUSTRIALI NIPPONICI
“Si stanno configurando le condizioni affinchè questi titoli trascurati possano riprendere quota sulla scia dell’attenuazione dei timori per la crescita mondiale e in virtù del loro gap valutativo attualmente molto interessante”, spiegano i professionisti di Dorval AM. Fra i mercati considerati meno onerosi figura il listino giapponese, con molti titoli industriali quotati a sconto. Stesso discorso per il mercato inglese che, malgrado i rischi persistenti legati alla Brexit, ha registrato un ritorno di interesse da parte dei gestori dopo oltre tre anni di assenza. Per Dorval AM sono interessanti pure le valute emergenti, in quanto hanno guadagnato terreno solo marginalmente a causa della forza del dollaro, e le small cap europee, che evidenziano una crescita degli utili ancora relativamente favorevole rispetto alle large cap.
CAMBIAMENTI STRUTTURALI NELLE ASSET ALLOCATION DI PORTAFOGLIO
“È probabile che si delinei uno scenario di stabilizzazione economica che agevolerebbe le scelte d’investimento degli investitori in ottica di lungo termine”, specificano gli esperti di Dorval AM che, a tale proposito, indicano il tema della transizione energetica, una delle grandi sfide a livello macro e microeconomico. “Una tematica che presenta opportunità che, in gran parte, dipenderanno dall’entità e dal contributo del sostegno politico”, sottolineano i professionisti di Dorval AM, secondo i quali i tassi di interesse – pur registrando dei possibili rialzi - dovrebbero permanere su livelli talmente bassi da favorire i mercati azionari, imponendo cambiamenti strutturali nelle asset allocation di portafoglio.