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La Cina continua a frenare: crescita ai minimi da trent’anni

Nel 2019 l’economia di Pechino è cresciuta del 6,1%, la peggiore performance dal 1990: pesano le tensioni commerciali con gli Usa. E l’Ue annuncia: pronti a impugnare l’accordo sui dazi se dovesse danneggiare le nostre aziende

17 Gennaio 2020 09:52

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Mai così piano da 30 anni: l’economia cinese continua a frenare, a causa dell’indebolimento della domanda interna e delle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. Secondo i dati dell’Istituto nazionale di statistica della Cina, la seconda economia più grande al mondo è cresciuta del 6,1% l’anno scorso, la peggiore performance dal 1990.

SOTTO LE ASPETTATIVE


Il dato di oggi rimane all’interno dell’obiettivo fissato dal governo di una crescita tra il 6% e il 6,5%, ma si pone lievemente al di sotto delle aspettative di una crescita al 6,2%, e in calo rispetto al 6,6% di crescita registrato nel 2018. Nel quarto trimestre del 2019, la crescita è stata del 6%, in linea con le aspettative degli analisti e allo stesso livello del terzo trimestre. Su base congiunturale la crescita nel periodo compreso tra ottobre e dicembre scorsi è stata dell’1,5%, contro una crescita dell’1,4% nel trimestre precedente.

TREGUA CON GLI USA


Il dato giunge a poche ore dalla firma dell’accordo di fase uno sul commercio con gli Stati Uniti, che ha determinato una tregua nella disputa tariffaria tra le due grandi economie: da Washington, il vice primo ministro cinese, Liu He, aveva previsto una crescita superiore al 6% per l’economia cinese nel 2019.

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L’UE ANNUNCIA BATTAGLIA


E su questo fronte l’Unione europea ha fatto sapere di essere pronta a impugnare l’accordo commerciale Cina-Usa davanti all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), se l’accordo dovesse creare "distorsioni" nel mercato che danneggino le società Ue.

L’AVVERTIMENTO


Come ha spiegato l’ambasciatore europeo a Pechino, Nicolas Chapuis, l’Ue "monitorerà l’attuazione" della ’fase uno’ dell’accordo firmato mercoledì dal presidente americano Donald Trump e dal vicepremier cinese Liu He. "A nostro avviso, gli obiettivi quantitativi non sono compatibili se provocano distorsioni negli scambi commerciali. Se così fosse, andremo al Wto per risolvere la questione", ha avvertito l’ambasciatore Ue, precisando di aver comunque ricevuto "assicurazioni formali sul fatto che il business europeo non subirà alcun danno dall’accordo Cina-Usa".

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