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Cina, il 2020 si prospetta come un anno difficile
L’anno si è aperto all’insegna di prospettive positive per i mercati emergenti: tuttavia la Cina deve fronteggiare varie difficoltà, oltre all’emergenza per la diffusione del coronavirus
27 Gennaio 2020 19:00
Le probabilità di un anno azionario 2020 ancora una volta positivo nei Paesi emergenti sono decisamente buone, spiega una nota a cura del team Mercati emergenti di Raiffeisen Capital Management. “La liquidità delle banche centrali e l’umore positivo degli investitori, però, non basteranno certo da soli. I trend della dinamica economica e degli utili aziendali dovranno muoversi effettivamente al rialzo”, sottolineano gli esperti.
Lo scorso anno, però, nonostante l’impressionante sprint finale i Paesi emergenti sono rimasti ancora una volta nettamente dietro ai mercati sviluppati. L’indice azionario MSCI EM è cresciuto del 15,8%, contro il +26,1% dell’MSCI World. Tuttavia, osserva il team di Raiffeisen CM, “la crescita di alcuni mercati emergenti, in particolare Russia e Grecia, ha messo in ombra anche i mercati sviluppati”. Gli afflussi di capitale in azioni e obbligazioni dei mercati emergenti sono in pratica rimasti costanti per tutto il quarto trimestre 2019 e nella prima settimana del nuovo anno. Negli ultimi tempi si è inoltre evidenziato un crescente interesse nelle obbligazioni in valuta locale.
Per il 2020 i mercati emergenti devono prendere decisioni. “Finora i corsi sono stati spinti principalmente da fattori tecnici (liquidità delle banche centrali, afflussi di capitale, miglioramento d’umore degli investitori), ma è poco probabile che ciò sia sufficiente da solo nel lungo termine”, notano gli esperti di Raiffeisen Capital Management. Per questo motivo la domanda principale è, quindi, quando e in qual misura saranno seguiti dai fattori d’influenza fondamentali, principalmente gli utili delle imprese.
Il quadro economico resta decisamente variegato. In Asia ci sono singoli segnali positivi, come i dati commerciali in Cina, le esportazioni sudcoreane e i prezzi dei semiconduttori. Per il team di esperti “il ciclo industriale dovrebbe essere ora di nuovo orientato al rialzo e parrebbe superato il punto più basso della fase di calo. Il commercio mondiale dovrebbe stabilizzarsi e, a partire dalla primavera/estate, potrebbe far registrare nuovamente leggeri tassi di crescita. Resta però in dubbio quanto robusta e duratura sarà questa ripresa congiunturale”.
Gli occhi sono puntati sulla Cina, che in questi ultimi giorni deve fronteggiare anche la gigantesca emergenza legata al coronavirus. Una situazione che rischa di peggiorare ulteriormente le stimee per il 2020, che già secondo Raiffeisen si prospetta come “un anno difficile”.
“Dietro all’economia cinese si intravedono già nuovi punti interrogativi: gli effetti degli stimoli fiscali e di politica monetaria, infatti, cominciano già a scemare. La tematica della guerra commerciale dovrebbe essere ormai risolta con la firma dell’accordo commerciale di “fase 1”, avvenuta alla chiusura redazionale. Il mercato condivide in ampia misura la previsione di una leggera ripresa congiunturale nel primo semestre”, sottolinea il team. “I mercati, però, potrebbero rapidamente reagire alla pubblicazione delle prospettive sulla crescita economica in Cina nel secondo semestre. In questo contesto non andrebbero ignorati gli appelli urgenti di Pechino che mettono in guardia da un anno decisamente difficile per l’economia”.
Mentre continuano i segnali economici ambivalenti, l’andamento dei corsi sui mercati azionari dei Paesi emergenti potrebbe fornire ulteriori indicazioni nelle settimane e mesi a venire. “Le probabilità di un decorso ancora migliore della ripresa delle quotazioni saranno buone in caso di un'affermazione senza grandi contraccolpi dei recenti utili di corso per mercati azionari e valute”, sottolineano da Raiffeisen CM. Tirando le somme, nei prossimi mesi il percorso di minima resistenza sui mercati azionari emergenti sarà in un primo momento orientato ancora al rialzo. Probabilmente, però, le carte saranno mescolate nuovamente a partire dalla primavera/prima fase dell’estate.
BUONE PERFORMANCE NEL 2019
Lo scorso anno, però, nonostante l’impressionante sprint finale i Paesi emergenti sono rimasti ancora una volta nettamente dietro ai mercati sviluppati. L’indice azionario MSCI EM è cresciuto del 15,8%, contro il +26,1% dell’MSCI World. Tuttavia, osserva il team di Raiffeisen CM, “la crescita di alcuni mercati emergenti, in particolare Russia e Grecia, ha messo in ombra anche i mercati sviluppati”. Gli afflussi di capitale in azioni e obbligazioni dei mercati emergenti sono in pratica rimasti costanti per tutto il quarto trimestre 2019 e nella prima settimana del nuovo anno. Negli ultimi tempi si è inoltre evidenziato un crescente interesse nelle obbligazioni in valuta locale.
I FATTORI TECNICI POTREBBERO NON BASTARE
Per il 2020 i mercati emergenti devono prendere decisioni. “Finora i corsi sono stati spinti principalmente da fattori tecnici (liquidità delle banche centrali, afflussi di capitale, miglioramento d’umore degli investitori), ma è poco probabile che ciò sia sufficiente da solo nel lungo termine”, notano gli esperti di Raiffeisen Capital Management. Per questo motivo la domanda principale è, quindi, quando e in qual misura saranno seguiti dai fattori d’influenza fondamentali, principalmente gli utili delle imprese.
QUADRO VARIEGATO
Il quadro economico resta decisamente variegato. In Asia ci sono singoli segnali positivi, come i dati commerciali in Cina, le esportazioni sudcoreane e i prezzi dei semiconduttori. Per il team di esperti “il ciclo industriale dovrebbe essere ora di nuovo orientato al rialzo e parrebbe superato il punto più basso della fase di calo. Il commercio mondiale dovrebbe stabilizzarsi e, a partire dalla primavera/estate, potrebbe far registrare nuovamente leggeri tassi di crescita. Resta però in dubbio quanto robusta e duratura sarà questa ripresa congiunturale”.
UN ANNO DIFFICILE
Gli occhi sono puntati sulla Cina, che in questi ultimi giorni deve fronteggiare anche la gigantesca emergenza legata al coronavirus. Una situazione che rischa di peggiorare ulteriormente le stimee per il 2020, che già secondo Raiffeisen si prospetta come “un anno difficile”.
NUOVI PUNTI INTERROGATIVI
“Dietro all’economia cinese si intravedono già nuovi punti interrogativi: gli effetti degli stimoli fiscali e di politica monetaria, infatti, cominciano già a scemare. La tematica della guerra commerciale dovrebbe essere ormai risolta con la firma dell’accordo commerciale di “fase 1”, avvenuta alla chiusura redazionale. Il mercato condivide in ampia misura la previsione di una leggera ripresa congiunturale nel primo semestre”, sottolinea il team. “I mercati, però, potrebbero rapidamente reagire alla pubblicazione delle prospettive sulla crescita economica in Cina nel secondo semestre. In questo contesto non andrebbero ignorati gli appelli urgenti di Pechino che mettono in guardia da un anno decisamente difficile per l’economia”.
SEGNALI AMBIVALENTI
Mentre continuano i segnali economici ambivalenti, l’andamento dei corsi sui mercati azionari dei Paesi emergenti potrebbe fornire ulteriori indicazioni nelle settimane e mesi a venire. “Le probabilità di un decorso ancora migliore della ripresa delle quotazioni saranno buone in caso di un'affermazione senza grandi contraccolpi dei recenti utili di corso per mercati azionari e valute”, sottolineano da Raiffeisen CM. Tirando le somme, nei prossimi mesi il percorso di minima resistenza sui mercati azionari emergenti sarà in un primo momento orientato ancora al rialzo. Probabilmente, però, le carte saranno mescolate nuovamente a partire dalla primavera/prima fase dell’estate.
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