Allianz GI
Allianz GI: “Per una ripresa sostenuta delle Borse servono utili societari più robusti”
L’attuale p/e delle Borse mondiali si attesta a 17, contro una media del 15,4 negli ultimi 20 anni. La sensazione, secondo Rondorf (Allianz GI), è che il rialzo di Borsa si sia spinto oltre la prudente risalita degli indicatori economici
31 Gennaio 2020 21:00
È probabile che nel breve periodo i mercati finanziari continuino a risentire dell’evoluzione del coronavirus cinese . Nel medio periodo, invece, grazie alle politiche monetarie espansive messe in capo dalle principali banche centrali e dal non imminente pericolo di una recessione, le azioni dovrebbero offrire un moderato potenziale di rialzo. “Tuttavia, per una ripresa sostenuta delle Borse saranno necessari utili societari più robusti e una maggiore propensione agli investimenti”, tiene a precisare Stefan Rondorf, Senior Investment Strategist, Global Economics & Strategy di Allianz Global Investors, nell’ultimo The Week Ahead dal titolo “Focus sulla ripresa degli utili”.
Secondo l’esperto, infatti, gli investitori farebbero bene a concentrarsi sui fattori fondamentali come, per l’appunto, gli utili aziendali. Partendo dal rapporto prezzo / utili (p/e) che, sulla scia del forte rialzo dei corsi azionari in concomitanza di profitti societari in stallo o al massimo in lieve rialzo, è cresciuto costantemente nel 2019: al momento, quello dell’indice delle Borse mondiali MSCI World sugli utili attesi a 12 mesi si attesta a 17, contro una media del 15,4 negli ultimi 20 anni.
Di solito questo fenomeno tende a verificarsi all’inizio di un ciclo economico, quando il mercato azionario prevede una decisa ripresa della crescita economica e, a cascata, dei profitti aziendali. Quanto accaduto negli ultimi 13 mesi sembra quindi indicare che, accantonati i timori di una recessione, gli investitori azionari si aspettino una nuova accelerazione della crescita economica e degli utili, nonostante il ciclo sia in fase avanzata. Osservando la ripresa di diversi indicatori anticipatori non si può escludere tale scenario.
“La sensazione è che il rialzo dei prezzi si sia spinto oltre la prudente risalita degli indicatori economici, mentre sul fronte dei profitti prevale ancora la consueta tendenza a rivedere le stime al ribasso. Una situazione che tende ad aumentare la vulnerabilità del mercato azionario, come si è potuto constatare con il ‘cigno nero’ della settimana scorsa, l’epidemia del coronavirus”, puntualizza Rondorf.
L’esperto rivolge poi l’attenzione agli appuntamenti in agenda la prossima settimana che vedranno il rilascio dei PMI manifatturiero e dei servizi, rispettivamente lunedì 3 e mercoledì 5 febbraio. Rondorf, partendo dai dati preliminari, reputa probabile il proseguimento graduale della ripresa registrata negli ultimi mesi.
Se così non fosse, crescerebbe l’attenzione sulle notizie economiche e politiche statunitensi, a cominciare dall’aggiornamento mensile sul mercato del lavoro che, in base al consensus, dovrebbe confermare una situazione positiva.
Sul fronte geopolitico, infine, lunedì avrà inizio una fase decisiva della campagna elettorale per le presidenziali USA con il primo caucus del partito democratico in Iowa. “Ad oggi gli osservatori prevedono un testa a testa fra Joe Biden e Bernie Sanders, nemico dichiarato del capitalismo: qualora dovesse vincere quest’ultimo, i mercati finanziari USA potrebbero reagire con un certo nervosismo”, conclude Rondorf.
BORSE MONDIALI, L’ATTUALE P/E È A 17 CONTRO IL 15,4 DEGLI ULTIMI 20 ANNI
Secondo l’esperto, infatti, gli investitori farebbero bene a concentrarsi sui fattori fondamentali come, per l’appunto, gli utili aziendali. Partendo dal rapporto prezzo / utili (p/e) che, sulla scia del forte rialzo dei corsi azionari in concomitanza di profitti societari in stallo o al massimo in lieve rialzo, è cresciuto costantemente nel 2019: al momento, quello dell’indice delle Borse mondiali MSCI World sugli utili attesi a 12 mesi si attesta a 17, contro una media del 15,4 negli ultimi 20 anni.
GLI INVESTITORI SI ASPETTANO UNA NUOVA ACCELERAZIONE ECONOMICA
Di solito questo fenomeno tende a verificarsi all’inizio di un ciclo economico, quando il mercato azionario prevede una decisa ripresa della crescita economica e, a cascata, dei profitti aziendali. Quanto accaduto negli ultimi 13 mesi sembra quindi indicare che, accantonati i timori di una recessione, gli investitori azionari si aspettino una nuova accelerazione della crescita economica e degli utili, nonostante il ciclo sia in fase avanzata. Osservando la ripresa di diversi indicatori anticipatori non si può escludere tale scenario.
Spread in calo dopo il voto, a Financialounge.com parlano gli esperti delle case d’investimento
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AUMENTA LA VULNERABILITÀ DEL MERCATO AZIONARIO
“La sensazione è che il rialzo dei prezzi si sia spinto oltre la prudente risalita degli indicatori economici, mentre sul fronte dei profitti prevale ancora la consueta tendenza a rivedere le stime al ribasso. Una situazione che tende ad aumentare la vulnerabilità del mercato azionario, come si è potuto constatare con il ‘cigno nero’ della settimana scorsa, l’epidemia del coronavirus”, puntualizza Rondorf.
ATTESI NUOVI DATI SUI PMI MANIFATTURIERO E DEI SERVIZI
L’esperto rivolge poi l’attenzione agli appuntamenti in agenda la prossima settimana che vedranno il rilascio dei PMI manifatturiero e dei servizi, rispettivamente lunedì 3 e mercoledì 5 febbraio. Rondorf, partendo dai dati preliminari, reputa probabile il proseguimento graduale della ripresa registrata negli ultimi mesi.
UN AGGIORNAMENTO SUL MERCATO DEL LAVORO USA
Se così non fosse, crescerebbe l’attenzione sulle notizie economiche e politiche statunitensi, a cominciare dall’aggiornamento mensile sul mercato del lavoro che, in base al consensus, dovrebbe confermare una situazione positiva.
L’INIZIO DELLA FASE DECISIVA DELLA CAMPAGNA PER LE PRESIDENZIALI USA
Sul fronte geopolitico, infine, lunedì avrà inizio una fase decisiva della campagna elettorale per le presidenziali USA con il primo caucus del partito democratico in Iowa. “Ad oggi gli osservatori prevedono un testa a testa fra Joe Biden e Bernie Sanders, nemico dichiarato del capitalismo: qualora dovesse vincere quest’ultimo, i mercati finanziari USA potrebbero reagire con un certo nervosismo”, conclude Rondorf.