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La Calabria contro la Nutella: i produttori non vogliono dare le nocciole alla Ferrero

Il Consorzio per la tutela della nocciola di Calabria contro l’accordo con la Ferrero: “La nostra produzione di qualità non risponde alle logiche di una multinazionale”

4 Febbraio 2020 10:19

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La battaglia per la nocciola calabrese sembra essere iniziata. L’accordo di filiera siglato tra Ferrero e la rete di imprese “Calabria in Guscio”, che raccoglie circa 30 soci, prevede una fornitura di nocciole calabresi per la produzione di Nutella oltre a un’assistenza tecnologica per sviluppare le coltivazioni.

IL PROGETTO NOCCIOLA ITALIA


Un’intesa frutto del Progetto Nocciola Italia promosso da Ferrero Hazelnut Company, la divisione interna di Ferrero dedicata alla nocciola, che ha coinvolto la Cia (Confederazione italiana agricoltori) e Kalnut srl in rappresentanza dei produttori calabresi.

IL “NO” DEL CONSORZIO DI TUTELA


Ma l’intesa non è stata accolta con favore da tutti, anzi. A prendere una posizione nettamente contraria allo “sbarco” di Ferrero in Calabria è il Consorzio per la valorizzazione e la tutela Nocciola di Calabria. Sulla pagina Facebook del Consorzio il presidente Giuseppe Rotiroti si è detto meravigliato dall’enfasi data dalla stampa all’intervento “salvifico” della Ferrero, sostenendo che “la nostra produzione di nocciole è incompatibile con una logica globalizzata”.

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IL NODO DELLA QUALITÀ


Secondo Rotiroti, che ricorda come già tre anni fa il Consorzio abbia detto “no” alla richiesta di Ferrero, gli alberi della nocciola tonda calabrese non hanno le caratteristiche per una produzione intensiva. “Per soddisfare gli obiettivi di Ferrero – ha specificato Rotiroti - non basterebbe l'intero territorio vocato alla produzione e ricompreso tra i Comuni di Cardinale, Torre di Ruggiero e Simbario. Il progetto della multinazionale richiederebbe grandi distese e una qualità ridotta, a fronte di una quantità che sarebbe invece enormemente superiore”.

“DIVENTEREMO COLONI”


Il presidente del Consorzio calabrese ricorda come la storia della nocciola locale parta dal Regno delle Due Sicilie per arrivare a raggiungere “una qualità riconosciuta a livello internazionale”. Invece, il progetto di Ferrero prevede la trasformazione del prodotto al di fuori della Regione secondo una logica “che conosciamo, che non ha prodotto e no produrrà occupazione relegandoci a essere non imprenditori ma ‘coloni’ di una logica che non condividiamo”.

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