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Perché le multinazionali resisteranno meglio alle guerre commerciali

Le società attive in tutto il mondo si concentrano sulle loro principali attività con un approccio multilocale: così riescono ad adattarsi a tutte le situazioni e ad avere successo a prescindere dagli ostacoli geopolitici

13 Febbraio 2020 21:00

financialounge -  Capital Group geopolitica guerre commerciali multinazionali
Le guerre commerciali e altre restrizioni nelle relazioni internazionali stanno minacciando decenni di liberalizzazione negli scambi di merci e servizi. Sebbene il recente accordo di "fase 1" firmato il 15 gennaio da Cina e Stati Uniti abbia contribuito a alleggerire le tensioni, le questioni più spinose, come il furto di proprietà intellettuale e le massicce sovvenzioni per le imprese cinesi a controllo statale, richiederanno anni se non decenni per arrivare a un'intesa tra le parti.

MANAGER INTELLIGENTI, TENACI E CON ESPERIENZA


In questo contesto cresce la convinzione che le multinazionali siano le società più a rischio. Non è di questo avviso Jody Jonsson, Gestore di portafoglio azionario di Capital Group, secondo la quale grazie all’esperienza maturata negli anni queste società hanno le maggiori probabilità di sopravvivere e persino di prosperare in condizioni avverse. D’altra parte le multinazionali dominano l'economia e i mercati finanziari globali in virtù di manager intelligenti, tenaci e con esperienza, in grado di adattarsi a situazione variabili e a qualsiasi contesto commerciale, dai più favorevoli ai più ostili.

APPROCCIO MULTILOCALE


Per rispondere in modo sempre più efficace alle sfide del nuovo contesto si sta affermando l'approccio multilocale. “Sono parecchie le imprese globali che adottano importanti insediamenti operativi nei mercati locali invece che arrendersi alle barriere commerciali. Per poter avere successo, è indispensabile essere rapidi nel reagire in maniera efficace alla concorrenza locale mentre la produzione nel luogo di vendita è sempre più cruciale”, spiega Jonsson.

NIKE, VISA, MASTERCARD E TEMENOS


Per esempio Nike, il colosso dell'abbigliamento sportivo, ha ottimizzato questo approccio attraverso iniziative di vendita ‘iper-locali’ mentre Visa e Mastercard stanno personalizzando le soluzioni non solo in base alle preferenze dei clienti locali ma anche alle norme finanziarie vigenti nei vari paesi del mondo. La società di programmi di software per le banche Temenos continua a sviluppare il suo core business locale in Svizzera mentre sta promuovendo un ambizioso piano di espansione negli Stati Uniti.

PRESERVARE LA LEADERSHIP NEGLI STATI UNITI, IN ASIA E IN EUROPA


L’approccio multilocale si sta rivelando determinante non soltanto per preservare la leadership acquisita negli Stati Uniti, in Asia e in Europa ma anche per espandersi in mercati emergenti più dinamici. In molti di questi paesi (Cina, Brasile, India, ecc.) le autorità centrali promuovono non soltanto i propri colossi multinazionali ma anche concorrenti di minori dimensioni specializzati su singoli paesi o aree geografiche, mentre i protagonisti globali del passato soffrono.

LA TEMIBILE CONCORRENZA DEI PLAYER LOCALI PIÙ PICCOLI


Infatti, secondo Jonsson più che la instabilità politica la minaccia maggiore per alcune grandi multinazionali deriva dai concorrenti più piccoli che hanno un rapporto privilegiato con i mercati locali. “Nei paesi in via di sviluppo i consumatori puntano sui prodotti di marchi di cui potersi fidare e sulle aziende che conoscono la realtà locale. Ne consegue che le multinazionali in grado di pensare localmente, svelte nel muoversi e nel lanciare prodotti dovrebbero avere maggiori chance di successo nel lungo termine”, conclude Jonsson.

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