J.P. Morgan Asset Management
Quali opportunità sulle valute emergenti dopo il coronavirus
Chiarito l’impatto del coronavirus, per gli investitori obbligazionari resta valida l’aspettativa di un rimbalzo delle valute emergenti: l'analisi di J.P. Morgan AM
27 Febbraio 2020 07:40
L’impatto sui mercati della diffusione del coronavirus sta avendo ripercussioni sulla crescita a breve termine, creando problemi anche alle valute dei Mercati Emergenti rispetto al dollaro. Ma nonostante le numerose incognite, JP Morgan AM ritiene che il comparto racchiuda ancora ancora opportunità per l’investitore obbligazionario. Il Bond Bulletin Settimanale curato dal team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group della grande casa Americana sottolinea infatti che è ancora valida la tesi di un rimbalzo delle valute dei emergenti, una volta che l’impatto del coronavirus sarà chiaro e l’attività economica sarà tornata ai livelli normali.
Ma, avvertono gli esperti di JP Morgan AM, nel breve termine è probabile che l’incertezza relativa alla crescita dei Mercati Emergenti impedisca alle rispettive valute di staccarsi dai livelli attuali, soprattutto in relazione a un dollaro americano che resta forte. Secondo il Bullettin è ancora impossibile valutare l’impatto economico dell’epidemia: la Cina non è certo tornata alla normalità, mentre gli indicatori ad alta frequenza, come l’uso delle autostrade e i consumi di carbone, continuano a indicare livelli di attività ridotti, e alcune società internazionali prevedono che l’epidemia avrà conseguenze negative.
Gli esperti di JP Morgan AM fanno l’esempio di Apple, forte consumatore di componenti realizzati in Asia, che ha annunciato una revisione al ribasso delle stime sugli utili, mentre a livello globale ritengono probabile che alcune regioni saranno colpite più di altre, segnalando le previsioni di consenso ridimensionate per la crescita in Australia e in Europa. Invece gli Stati Uniti danno prova di resilienza, con gli indicatori di crescita ampiamente positivi, come l’indice US Empire State Manufacturing salito più del previsto a 12,9, il dato più alto da maggio 2019. Un’ulteriore conferma dell’ottima salute dell’economia a stelle e strisce, secondo il Bullettin, potrebbe preludere a un periodo di eccezionale performance per gli Stati Uniti, che in passato ha implicato un rafforzamento del dollaro.
Da inizio anno, la maggior parte delle valute dei Mercati Emergenti ha sottoperformato rispetto al dollaro, con la relativa componente dell’indice GBI EM in calo del 3,3% e un significativo arretramento di alcune monete, tra cui il Real brasiliano, il Rand sudafricano e il Peso cileno. Poiché nel breve termine è probabile che il virus ostacolerà la crescita dei Paesi Emergenti rispetto agli Stati Uniti, la tesi di un immediato apprezzamento delle valute emergenti viene così messa in discussione. Ma gli esperti di JP Morgan AM scorgono ancora opportunità specifiche in Paesi dai fondamentali robusti e dai rendimenti reali elevati, come Indonesia, Messico e Russia.
In ogni caso, scrive il Bullettin di JP Morgan AM, le dinamiche della domanda continuano a favorire il reddito fisso, in particolare gli attivi in dollari USA. Da inizio anno, il monitoraggio proprietario della grande casa ha osservato afflussi per oltre $65 mld nei fondi retail statunitensi, compresi i segmenti Investment Grade e High Yield. I fondi Aggregate in euro, i Mercati Emergenti asiatici e le obbligazioni dei Mercati Emergenti in valuta locale hanno invece tutti registrato flussi negativi. A questo si aggiunge la domanda giapponese di reddito fisso estero. L’indicatore tecnico di JP Morgan suggerisce una situazione di ipercomprato per il dollaro, ma i flussi citati segnalano una domanda robusta che dovrebbe sostenere la forza del biglietto verde.
NEL BREVE TERMINE DIFFICILE CHE LE VALUTE EMERGENTI POSSANO DECOLLARE
Ma, avvertono gli esperti di JP Morgan AM, nel breve termine è probabile che l’incertezza relativa alla crescita dei Mercati Emergenti impedisca alle rispettive valute di staccarsi dai livelli attuali, soprattutto in relazione a un dollaro americano che resta forte. Secondo il Bullettin è ancora impossibile valutare l’impatto economico dell’epidemia: la Cina non è certo tornata alla normalità, mentre gli indicatori ad alta frequenza, come l’uso delle autostrade e i consumi di carbone, continuano a indicare livelli di attività ridotti, e alcune società internazionali prevedono che l’epidemia avrà conseguenze negative.
IMPATTO IN AUSTRALIA E EUROPA MENTRE L’ECONOMIA USA RESTA MOLTO FORTE
Gli esperti di JP Morgan AM fanno l’esempio di Apple, forte consumatore di componenti realizzati in Asia, che ha annunciato una revisione al ribasso delle stime sugli utili, mentre a livello globale ritengono probabile che alcune regioni saranno colpite più di altre, segnalando le previsioni di consenso ridimensionate per la crescita in Australia e in Europa. Invece gli Stati Uniti danno prova di resilienza, con gli indicatori di crescita ampiamente positivi, come l’indice US Empire State Manufacturing salito più del previsto a 12,9, il dato più alto da maggio 2019. Un’ulteriore conferma dell’ottima salute dell’economia a stelle e strisce, secondo il Bullettin, potrebbe preludere a un periodo di eccezionale performance per gli Stati Uniti, che in passato ha implicato un rafforzamento del dollaro.
OPPORTUNITÀ SPECIFICHE IN VALUTE DI PAESI CON FONDAMENTALI ROBUSTI, COME INDONESIA, MESSICO E RUSSIA
Da inizio anno, la maggior parte delle valute dei Mercati Emergenti ha sottoperformato rispetto al dollaro, con la relativa componente dell’indice GBI EM in calo del 3,3% e un significativo arretramento di alcune monete, tra cui il Real brasiliano, il Rand sudafricano e il Peso cileno. Poiché nel breve termine è probabile che il virus ostacolerà la crescita dei Paesi Emergenti rispetto agli Stati Uniti, la tesi di un immediato apprezzamento delle valute emergenti viene così messa in discussione. Ma gli esperti di JP Morgan AM scorgono ancora opportunità specifiche in Paesi dai fondamentali robusti e dai rendimenti reali elevati, come Indonesia, Messico e Russia.
J.P. Morgan AM: euro sotto pressione e destinato a indebolirsi ancora
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DOLLARO IN IPERCOMPRATO MA I FLUSSI DICONO CHE LA DOMANDA RESTA ROBUSTA
In ogni caso, scrive il Bullettin di JP Morgan AM, le dinamiche della domanda continuano a favorire il reddito fisso, in particolare gli attivi in dollari USA. Da inizio anno, il monitoraggio proprietario della grande casa ha osservato afflussi per oltre $65 mld nei fondi retail statunitensi, compresi i segmenti Investment Grade e High Yield. I fondi Aggregate in euro, i Mercati Emergenti asiatici e le obbligazioni dei Mercati Emergenti in valuta locale hanno invece tutti registrato flussi negativi. A questo si aggiunge la domanda giapponese di reddito fisso estero. L’indicatore tecnico di JP Morgan suggerisce una situazione di ipercomprato per il dollaro, ma i flussi citati segnalano una domanda robusta che dovrebbe sostenere la forza del biglietto verde.