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Coronavirus, il taglio della Fed basterà? Parola agli esperti del risparmio gestito

Le analisi di Schroders, Fidelity, AllianzGI, Natixis IM e Flossbach Von Storch dopo la mossa a sorpresa della Federal Reserve che, per contrastare gli effetti del coronavirus sull’economia, ha tagliato i tassi di 50 punti base

4 Marzo 2020 14:26

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Il taglio di 50 punti base dei tassi d’interesse deciso dalla Federal Reserve ieri (martedì) ha colto di sorpresa i mercati finanziari. La reazione di Wall Street è stata inizialmente positiva, con una fiammata immediata, ma dopo le parole del governatore della Fed, Jerome Powell, gli indici sono tornati in rosso. Gli analisti hanno dato letture diverse dopo la mossa, giudicata da tutti “inattesa”, della Fed. Ecco quali sono le opinioni degli esperti del mondo del risparmio gestito.

SCHRODERS: FED PRONTA A TUTTO


Keith Wade, chief economist and strategist di Schroders, sottolinea che la domanda debole da parte della Cina segnala un rallentamento delle attività “anche se non si è verificato un collasso nell’attività statunitense”. “La situazione può peggiorare e ci aspettiamo una stagnazione nel primo trimestre – spiega - ma credevamo che avremmo dovuto assistere a più conferme su questo fronte prima di vedere la Fed in azione. Muovendosi ora la Fed ha segnalato che offrirà supporto all’economia qualunque cosa accada”.

FIDELITY: SERVE COORDINAMENTO TRA LE BANCHE CENTRALI


“La Fed sembra aver lasciato aperta la porta per ulteriori tagli dei tassi, se necessario – commenta Anna Stupnytska, head of global macro di Fidelity International - chiaramente, il forte sell-off del mercato della scorsa settimana causato dall’emergenza del coronavirus e il conseguente inasprimento delle condizioni finanziarie hanno spinto la Fed ad agire con un'azione preventiva per rassicurare il mercato. Si tratta di un segnale forte”. Secondo l’esperta, le banche centrali mondiali “non dovrebbero agire in modo isolato” e ora “alla luce delle iniziative odierne di Reserve Bank of Australia e Fed, è probabile che altre importanti banche centrali seguiranno l'esempio in modo coordinato”.

NATIXIS: TIMORI RESTANO, NONOSTANTE TAGLI E LIQUIDITÀ


Esty Dwek, head of global market strategy, Natixis IM Solutions, analizza anche l’intervento, precedente a quello della Fed, da parte del G7 che in mattinata aveva dichiarato di “essere pronto ad agire secondo le necessità, anche con misure fiscali, fattore che non ha entusiasmato i mercati”. “Dal nostro punto di vista – spiega - riteniamo che anche altre Banche centrali taglieranno i tassi o inietteranno liquidità, apportando ulteriore sostegno ai mercati. In linea generale, detto questo, riteniamo che i rischi negativi permangano, poiché l'epidemia è ancora in fase di diffusione e i timori relativi alla crescita potrebbero persistere”.

Coronavirus, la Fed interviene e taglia i tassi a sorpresa di mezzo punto


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FLOSSBACH VON STORCH: VINCONO ANCORA LE AZIONI


Thomas Lehr, capital market strategist di Flossbach von Storch, non appare sorpreso dalla mossa della Fed “anche se la tempistica è insolita” e ricorda come, a differenza della Bce, la Fed “ha più armi a disposizione”. Visto che l’ultima misura simile risale al 2008, secondo l’esperto “a breve termine ciò po' ulteriormente sconvolgere i mercati”. Analizzando però i rendimenti degli utili aziendali “ancora superiori a quelli di un portafoglio obbligazionario”, l’esperto non si aspetta “un mercato ribassista prolungato anche in caso di pandemia”. In conclusione, guardando al lungo termine, “non c'è comunque alternativa alle azioni per gli investitori in un contesto di bassi tassi d'interesse. Almeno non se vogliono conservare il loro patrimonio a lungo termine e soprattutto in termini reali - cioè dopo l'inflazione".

ALLIANZGI: LA FED STA BRUCIANDO MUNIZIONI


“I mercati finanziari, che negli ultimi anni hanno dimenticato la nozione di rischio grazie all'intervento delle banche centrali e all'abbondanza di liquidità, sono entrati in panico – commenta Franck Dixmier, global head of fixed income di Allianz Global Investors - Tanto più che molti investitori, "mani deboli", si sono precipitati su attività rischiose senza rendersene conto. Tuttavia, in questa fase crediamo che questa sia solo una correzione: i mercati hanno raggiunto i loro massimi, in particolare negli Stati Uniti, ed erano alla fine del ciclo. Il rischio era stato dimenticato, la realtà del mercato stava tornando indietro e mettendoci di nuovo un prezzo. L'intervento delle banche centrali in questa fase è inutile, persino malsano. Uno shock della domanda deve essere affrontato dalla politica fiscale degli Stati. Uno shock di approvvigionamento è più complesso da affrontare. Ma un taglio dei tassi non sarà in grado di rimediare. Nel frattempo, la Fed sta bruciando munizioni che potrebbe non avere in caso di grave recessione”.

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