Columbia Threadneedle Investments

Emancipazione femminile, non solo gender gap ma soprattutto educazione finanziaria

Una ricerca Columbia Threadneedle Investments, su un campione di 2.000 individui (1.048 donne) rivela lo stato del sesso femminile in termini investimenti e preoccupazioni finanziarie. Ecco i risultati

5 Marzo 2020 16:00

financialounge -  Columbia Threadneedle Investments donne educazione finanziaria gender gap
Sono preoccupate soprattutto dell’assistenza sanitaria e sociale in età avanzata, degli oneri economici di breve termine e dei costi per la prima casa. Solo una su quattro reputa gli investimenti la soluzione migliore per raggiungere gli obiettivi finanziari a lungo termine anche se nel 37% dei casi detiene investimenti, una percentuale superiore alle tedesche e alle britanniche. Stiamo parlando di alcuni dei principali dati relativi alle 1.048 donne italiane fotografate da una ricerca Columbia Threadneedle Investments, su un campione di 2.000 individui (i restanti 952 erano uomini) per verificare lo stato del sesso femminile in termini investimenti e preoccupazioni finanziarie

LE DONNE SINGLE DEVONO PIANIFICARE DI PIÙ I BISOGNI FINANZIARI


“La nostra ricerca mette in evidenza come risulti prioritario assumere un ruolo paritario per le donne all’interno del nucleo familiare anche nel campo delle decisioni di investi-mento di lungo periodo”, fa sapere Alessandro Aspesi, Country head Italia di Columbia Threadneedle. Secondo il quale dai risultati emerge la necessità di incoraggiare anche le donne single a pianificare i propri bisogni finanziari.

L’EMANCIPAZIONE FEMMINILE PASSA SOPRATTUTTO PER L’EDUCAZIONE FINANZIARIA


“Risulta evidente come la questione dell’emancipazione femminile e dell’abolizione del gender gap riguardi in larga misura anche e soprattutto l’educazione finanziaria. Riuscire ad incrementare il livello di consapevolezza delle donne sui temi economici e finanziari permetterebbe di accrescere non soltanto il benessere economico delle famiglie, ma anche del sistema-Paese nel suo insieme” puntualizza l’esperto.

PENTITE DI NON AVER PREVISTO UN PIANO DI PREVIDENZA INTEGRATIVA


Sono molte le informazioni offerte dalla ricerca. Per esempio, se è vero che soltanto una donna su quattro ritiene che investire sia il modo migliore per raggiungere gli obiettivi finanziari a lungo termine è altrettanto vero che il 67% delle donne intervistate pensa comunque che ‘risparmiare’ sia il modo migliore per pensare al futuro. Il 25% di loro ammette di essersi pentita di non aver previsto un piano di previdenza integrativa privata o di non avere avuto una consulenza adeguata quando sono andate in pensione (21%).

LO STATO CIVILE INFLUISCE SULLA VULNERABILITÀ FINANZIARIA


Anche lo stato civile influisce dal momento che è in grado di determinare una maggiore vulnerabilità dal punto di vista finanziario: un terzo delle divorziate/separate, delle vedove e delle casalinghe dichiara di non detenere alcun risparmio né investimento. Emerge però anche un rilievo positivo: solo il 23% delle donne italiane non detiene risparmi o investimenti contro il 37% delle tedesche e il 23% delle britanniche.

LE DIVERSE PERCEZIONI ALL’INTERNO DI UNA COPPIA


Un altro aspetto critico riguarda la responsabilità nella decisione di investimento dal momento che il 46% delle donne riconosce di essere il soggetto principale a decidere all’interno della propria famiglia in questo campo contro il 67% degli uomini. Emerge anche un disallineamento significativo nelle differenze di genere ancora esistenti nella percezione all’interno della coppia: il 51% delle donne in coppia ritiene di condividere con il proprio partner la responsabilità delle decisioni in tema di risparmio e investimento, mentre quella degli uomini non va oltre il 31%.

“Improbabile una recessione generalizzata provocata dal coronavirus”


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LE DONNE COME GLI UOMINI: SI AFFIDANO A CONSULENTI DI FIDUCIA


Resta il fatto che il 52% delle donne del campione rivela che le preoccupazioni legate al denaro hanno comportato una riduzione del bilancio familiare negli ultimi 12 mesi (contro il 45% degli uomini) mentre circa un terzo delle donne del campione non è potuto an-dare in vacanza per problemi finanziari negli ultimi mesi. C’è infine un dato incoraggiante e riguarda, all’interno di chi decide di investire, la scelta di avvalersi dei servizi di un consulente finanziario professionale: una percentuale al 30% per gli uomini e al 32% per le donne.

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