coronavirus
Mercati, Piazza Affari in pesante rosso dopo lo scivolone di Wall Street. Spread in area 190 punti
Seduta complicata per Milano e per le altre Borse europee dopo le forti perdite registrate a Wall Street e i cali dei listini asiatici. Occhi puntati sulle prossime mosse delle banche centrali, l’oro si avvicina a 1700 dollari l’oncia
6 Marzo 2020 09:18
Pesanti perdite in avvio di seduta per la Borsa di Milano. L’indice Ftse Mib di Piazza Affari parte con un rosso superiore al 2,5% per chiudere l'ultima seduta della settimana a -3,5%. Male anche le altre piazze finanziarie europee: Francoforte -3,3%, Madrid -3,5%, Parigi -4,1% e Londra -3,5%. Continua a salire, in modo non repentino ma costante, anche lo spread. Il differenziale tra i Bond governativi italiani e tedeschi con scadenza a 10 anni è passato dai 173 punti di ieri ai quasi 190 punti di oggi.
Il numero di contagiati nel mondo si avvicina a quota centomila e le Borse globali continuano a essere ostaggio della volatilità con movimenti, però, più orientati verso il basso. Praticamente tutte le piazze finanziarie, nelle ultime ore, hanno chiuso in rosso. Partiamo dalle ultime chiusure, quelle che riguardano l’Asia e di fatto sono le ultime della settimana. Tokyo (Nikkei 225) perde il 2,72%, Hong Kong (Hang Seng) -2,59%, Shanghai -1,21%: in sostanza, annullati i guadagni della seduta di giovedì, ma la performance settimanale resta positiva. Qualche buona notizia, sul fronte contagi, arriva dalla Cina. Se si esclude la città di Wuhan, infatti, nella provincia di Hubei per la prima volta non sono stati registrati nuovi contagi.
Seduta pesante anche a Wall Street nella giornata di giovedì, con i tre principali indici in forte calo: Dow 30 -3,58%, S&P500 -3,39%, Nasdaq -3,10%. I primi due listini tornano ad avvicinarsi in area correzione (-10% da inizio anno) e la seduta di venerdì, giornata tradizionalmente non favorevole per il mercato azionario, spaventa gli operatori. Gli annunci di pesanti interventi da parte di governi e istituzioni globali, dunque, sembrano non convincere gli operatori.
A spaventare i mercati americani sono stati timori per le conseguenze economiche a livello globale provocate dal coronavirus. Situazione particolarmente critica per le compagnie aeree, con la britannica Flybe finita in amministrazione controllata per il calo delle prenotazioni. Cresce, intanto, il numero di contagiati nel Nord America. Un primo focolaio non direttamente collegato a uno dei Paesi più colpiti è stato scoperto in Canada, dove 21 persone sono risultate positive nella British Columbia. Primi due casi anche a San Francisco, notizia che ha indotto Facebook a chiedere ai dipendenti di restare a casa.
Gli operatori di mercato cominciano a guardare alla Banca centrale europea in attesa di un possibile taglio dei tassi d’interesse dello 0,50%. Anche dalla Federal Reserve, dopo il taglio improvviso di 50 punti base di inizio settimana, si aspetta un altro taglio nei prossimi giorni, probabilmente di 25 punti base. Nel frattempo il rendimento del T-Bond, l’obbligazione governativa Usa a 10 anni, continua a scendere (mentre il prezzo cresce) e tocca il minimo storico dello 0,808%. L’oro, dopo la frenata dei giorni scorsi, ha ricominciato a correre mettendo nel mirino i 1700 dollari l’oncia. Per il petrolio, intanto, i membri dell'Opec hanno raggiunto un accordo preliminare per limitare la produzione e sostenere i prezzi.
PERDITE IN ASIA
Il numero di contagiati nel mondo si avvicina a quota centomila e le Borse globali continuano a essere ostaggio della volatilità con movimenti, però, più orientati verso il basso. Praticamente tutte le piazze finanziarie, nelle ultime ore, hanno chiuso in rosso. Partiamo dalle ultime chiusure, quelle che riguardano l’Asia e di fatto sono le ultime della settimana. Tokyo (Nikkei 225) perde il 2,72%, Hong Kong (Hang Seng) -2,59%, Shanghai -1,21%: in sostanza, annullati i guadagni della seduta di giovedì, ma la performance settimanale resta positiva. Qualche buona notizia, sul fronte contagi, arriva dalla Cina. Se si esclude la città di Wuhan, infatti, nella provincia di Hubei per la prima volta non sono stati registrati nuovi contagi.
WALL STREET IN PERDITA
Seduta pesante anche a Wall Street nella giornata di giovedì, con i tre principali indici in forte calo: Dow 30 -3,58%, S&P500 -3,39%, Nasdaq -3,10%. I primi due listini tornano ad avvicinarsi in area correzione (-10% da inizio anno) e la seduta di venerdì, giornata tradizionalmente non favorevole per il mercato azionario, spaventa gli operatori. Gli annunci di pesanti interventi da parte di governi e istituzioni globali, dunque, sembrano non convincere gli operatori.
Coronavirus: “Aumentato il rischio recessione globale”
Coronavirus: “Aumentato il rischio recessione globale”
PRIMO FOCOLAIO IN CANADA
A spaventare i mercati americani sono stati timori per le conseguenze economiche a livello globale provocate dal coronavirus. Situazione particolarmente critica per le compagnie aeree, con la britannica Flybe finita in amministrazione controllata per il calo delle prenotazioni. Cresce, intanto, il numero di contagiati nel Nord America. Un primo focolaio non direttamente collegato a uno dei Paesi più colpiti è stato scoperto in Canada, dove 21 persone sono risultate positive nella British Columbia. Primi due casi anche a San Francisco, notizia che ha indotto Facebook a chiedere ai dipendenti di restare a casa.
NUOVO TAGLIO DELLA FED?
Gli operatori di mercato cominciano a guardare alla Banca centrale europea in attesa di un possibile taglio dei tassi d’interesse dello 0,50%. Anche dalla Federal Reserve, dopo il taglio improvviso di 50 punti base di inizio settimana, si aspetta un altro taglio nei prossimi giorni, probabilmente di 25 punti base. Nel frattempo il rendimento del T-Bond, l’obbligazione governativa Usa a 10 anni, continua a scendere (mentre il prezzo cresce) e tocca il minimo storico dello 0,808%. L’oro, dopo la frenata dei giorni scorsi, ha ricominciato a correre mettendo nel mirino i 1700 dollari l’oncia. Per il petrolio, intanto, i membri dell'Opec hanno raggiunto un accordo preliminare per limitare la produzione e sostenere i prezzi.
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