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Coronavirus, Allianz GI: “Aspettiamo di vedere la diffusione per valutare gli effetti sull’economia”
Il vero “litmus test” sarà vedere quanto si diffonderà il coronavirus e, di conseguenza, quanto saliranno i premi per il rischio sui mercati. Nello scenario di base, prevalgono i rischi di ribasso per l’economia
7 Marzo 2020 10:00
Alta volatilità sui mercati: la diffusione del coronavirus ha causato la correzione delle borse mondiali più importante da oltre due anni. I rialzi record dello scorso mese sono messi a dura prova, i rendimenti delle obbligazioni governative Usa a 30 anni sono scesi toccando i minimi e l’oro ha raggiunto i livelli massimi degli ultimi 7 anni. Per Allianz GI, bisognerà vedere quanto si diffonderà il coronavirus per valutare le ripercussioni sull’economia.
“L’unica certezza è che in questo momento gli effetti del Covid-19 sono ancora molto incerti - commenta Stefan Scheurer, director & global capital markets & thematic research di Allianz GI -, dipendono dalla durata, dalla portata e dall’estensione geografica dell’epidemia”. La Cina ha un ruolo più rilevante nell’economia globale rispetto a quando scoppiò la crisi della Sars nel 2002-2003.
Nell’analisi di Allianz GI si sottolinea come la quota cinese del Pil mondiale, che nel 2002 era pari all’8% circa, oggi si attesta attorno al 19%. “Sussiste quindi il rischio non trascurabile che sia eccessivamente ottimista l’opinione diffusa secondo cui l’impatto economico del virus sarà solo temporaneo, come nel caso della Sars, e l’economia si riprenderà completamente nel corso dell’anno”, spiega Scheurer. “Per non parlare delle implicazioni ancora non stimabili sulla crescita cinese e delle conseguenti ricadute negative sull’intera catena del valore in Asia e nel resto del mondo”.
In questo scenario, il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita per la Cina: attualmente prevede una crescita del 5,6% nel 2020, contro il +6% stimato a gennaio. Per non peggiorare ulteriormente le stime, secondo Allianz GI, l’economia cinese dovrebbe tornare alla normalità nel secondo trimestre dell’anno.
Il coronavirus mette a rischio la produttività delle aziende. “Nel nostro scenario di base, per la fase di fine ciclo prevalgono i rischi al ribasso per l’economia, nonostante la distensione sul fronte geopolitico”, aggiunge l’analista di Allianz GI. Il dato che preoccupa riguarda il numero crescente delle società che nel quarto trimestre comunicano di non poter garantire il conseguimento degli obiettivi di fatturato”, si legge nell’analisi di Allianz GI. Il diffondersi dell’epidemia, quindi, ha mitigato “le attese inflazionistiche, malgrado il rincaro del petrolio di febbraio, e influenzato le attese sui tassi a breve”.
Dopo il taglio dei tassi della Fed, i mercati monetari scontano altri due tagli dei tassi statunitensi entro fine anno e un taglio dei tassi europei di 10 punti base. “Il vero ‘litmus test’ sarà vedere l’ampiezza della diffusione del coronavirus - conclude Stefan Scheurer - e di conseguenza quanto saliranno i premi per il rischio sui mercati”. E quali saranno le ripercussioni sull’economia globale.
GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS SONO INCERTI
“L’unica certezza è che in questo momento gli effetti del Covid-19 sono ancora molto incerti - commenta Stefan Scheurer, director & global capital markets & thematic research di Allianz GI -, dipendono dalla durata, dalla portata e dall’estensione geografica dell’epidemia”. La Cina ha un ruolo più rilevante nell’economia globale rispetto a quando scoppiò la crisi della Sars nel 2002-2003.
IL RUOLO DELLA CINA
Nell’analisi di Allianz GI si sottolinea come la quota cinese del Pil mondiale, che nel 2002 era pari all’8% circa, oggi si attesta attorno al 19%. “Sussiste quindi il rischio non trascurabile che sia eccessivamente ottimista l’opinione diffusa secondo cui l’impatto economico del virus sarà solo temporaneo, come nel caso della Sars, e l’economia si riprenderà completamente nel corso dell’anno”, spiega Scheurer. “Per non parlare delle implicazioni ancora non stimabili sulla crescita cinese e delle conseguenti ricadute negative sull’intera catena del valore in Asia e nel resto del mondo”.
Il coronavirus non è la Sars, AllianzGI: "Impatto forte ma breve"
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LE STIME AL RIBASSO DEL FMI
In questo scenario, il Fondo monetario internazionale ha rivisto al ribasso le stime di crescita per la Cina: attualmente prevede una crescita del 5,6% nel 2020, contro il +6% stimato a gennaio. Per non peggiorare ulteriormente le stime, secondo Allianz GI, l’economia cinese dovrebbe tornare alla normalità nel secondo trimestre dell’anno.
I RISCHI AL RIBASSO DELL’ECONOMIA
Il coronavirus mette a rischio la produttività delle aziende. “Nel nostro scenario di base, per la fase di fine ciclo prevalgono i rischi al ribasso per l’economia, nonostante la distensione sul fronte geopolitico”, aggiunge l’analista di Allianz GI. Il dato che preoccupa riguarda il numero crescente delle società che nel quarto trimestre comunicano di non poter garantire il conseguimento degli obiettivi di fatturato”, si legge nell’analisi di Allianz GI. Il diffondersi dell’epidemia, quindi, ha mitigato “le attese inflazionistiche, malgrado il rincaro del petrolio di febbraio, e influenzato le attese sui tassi a breve”.
I PREMI PER IL RISCHIO
Dopo il taglio dei tassi della Fed, i mercati monetari scontano altri due tagli dei tassi statunitensi entro fine anno e un taglio dei tassi europei di 10 punti base. “Il vero ‘litmus test’ sarà vedere l’ampiezza della diffusione del coronavirus - conclude Stefan Scheurer - e di conseguenza quanto saliranno i premi per il rischio sui mercati”. E quali saranno le ripercussioni sull’economia globale.