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J.P. Morgan AM: obbligazioni Usa di alta qualità, un argine al coronavirus

Per il Team Global Fixed Income di J.P. Morgan AM, meglio puntare sulle società Usa con fondamentali solidi, in grado di superare una crisi economica e di crescere nella successiva fase di recupero

11 Marzo 2020 21:00

financialounge -  coronavirus J.P. Morgan Asset Management
Osservando gli andamenti nel mercato a reddito fisso durante le recenti turbolenze legate alla diffusione del coronavirus al di fuori della Cina, si nota che il posizionamento sui titoli obbligazionari di alta qualità e di lunga scadenza ha beneficiato dalla fisiologica fuga verso i porti sicuri. Tuttavia, come fa notare il Team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management, è opportuno domandarsi se tale dinamica possa proseguire oppure se anche i bond statunitensi di elevata qualità cominceranno ad accusare prese di profitto.

POLITICHE FISCALI PER ARGINARE LA CONTRAZIONE CONGIUNTURALE


Un dubbio che il team si pone alla luce del fatto che è cresciuta di molto la componente del rendimento di questa asset class derivante dagli spread creditizi, cioè dagli extra rendimenti rispetto ai titoli di stato (Treasury) Usa: se all’inizio dell’anno pesava per il 34% ora tocca il 54 per cento. “Molto dipenderà da quanto l’attività economica si deteriorerà e dalla capacità delle politiche fiscali di arginare almeno in parte la contrazione congiunturali, creando le condizioni per una ripresa rapida ed efficace” spiegano gli esperti del Team. I quali, in questo contesto, preferiscono società con fondamentali solidi, in grado di superare una crisi economica e di crescere nella successiva fase di recupero.

RESTA SOSTENUTA LA DOMANDA DI OBBLIGAZIONI DI ELEVATA QUALITA’


Nel frattempo, resta sostenuta la domanda di obbligazioni di elevata qualità con scadenza lunga: nella settimana terminata il 28 febbraio gli afflussi nei fondi a rating elevato hanno raggiunto 5,6 miliardi di dollari. “E’ probabile che questa dinamica positiva possa proseguire. I costi di copertura del cambio sul credito statunitense sono ora più interessanti per gli investitori esteri alla luce del taglio dei tassi da parte della Fed e delle aspettative del mercato di ulteriori manovre espansive”,specifica il Team. Tuttavia, sempre secondo il Team, per valutare l’effettivo interesse degli investitori è meglio aspettare la ripresa delle emissioni sul mercato primario, che ha risentito della recente volatilità, rimanendo sostanzialmente inattivo.

IL TAGLIO DI MEZZO PUNTO PERCENTUALE DELLA FED


A proposito del taglio dei tassi apportato dalla Fed (-0,50%), la prima volta in un meeting non programmato dal 2008. Si tratta di un intervento che dovrebbe sostenere in qualche misura i mercati azionari ma poco incisivo per contrastare il calo dell’attività economica, soprattutto in alcuni settori dei servizi – ad esempio viaggi e tempo libero – che tendono a risentire in modo maggiore dei livelli di attività che non del costo degli interessi.

Quali opportunità sulle valute emergenti dopo il coronavirus


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FAVORITE LE AZIENDE CON RATING PIU’ ELEVATO


Più in generale, il Team ritiene necessarie misure fiscali di sostegno alle aziende per aiutarle a gestire i costi durante la chiusura dei siti produttivi, evitando soprattutto i licenziamenti. Uno scenario nel quale le dimensioni e la qualità delle aziende saranno fattori determinanti per valutarne la capacità di resistenza alle avversità del momento. “Quando il mercato primario si riprenderà, le aziende con rating più elevato non dovrebbero avere difficoltà a reperire finanziamenti sul mercato a differenze di quelle con più basso merito creditizio che potrebbero andare incontro a maggiori difficoltà” conclude il Team.

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