Capital Group
Coronavirus, difficile stimare l’impatto sull'economia europea
Per Robert Lind (Capital Group) il rischio di una recessione a breve termine è particolarmente evidente in Italia con effetti che ricadrebbero anche sul resto dell'Europa, complici i legami commerciali e le catene di fornitura
14 Marzo 2020 19:00
La rapida diffusione del contagio da coronavirus in Europa e nel resto del mondo ha generato pesanti perdite sui mercati finanziari con i cali degli indici registrati ieri che sono i più pesanti dal 1987. A spaventare gli investitori i tanti interrogativi riguardo al potenziale impatto sulla crescita economica globale e sulle catene di fornitura alle imprese da parte della Cina. “Per quanto riguarda l'impatto del contagio sull'economia europea, occorre valutare sia le conseguenze dirette di una minore domanda proveniente dalla Cina, che alimenta i canali commerciali, e sia l'esposizione delle imprese europee all'interruzione delle catene di fornitura in Cina”, fa sapere Robert Lind, economista di Capital Group.
Per quanto riguarda il primo aspetto, può aiutare a comprendere i valori in gioco la tabella seguente che illustra una stima del probabile impatto diretto sul PIL europeo generato da un brusco calo (-10%) delle importazioni in Cina. “Le percentuali indicate, tuttavia, non includono l'impatto di un indebolimento della domanda cinese sul resto dell'Asia e le ulteriori ripercussioni di tale debolezza sull'Europa: ne deriva che l'impatto effettivo potrebbe risultare maggiore”, specifica l’esperto.
[caption id="attachment_155030" align="alignnone" width="635"] Stima dell'impatto diretto a livello commerciale dello shock in Cina[/caption]
Secondo Lind, è invece molto più complesso decifrare l'esposizione delle imprese europee all'interruzione delle catene di fornitura in Cina e quantificare il potenziale impatto che questo avrà sulle imprese europee e sull'economia nel suo complesso, come peraltro le società stesse ammettono.
Nelle prossime settimane al crescere della diffusione del virus oltre i confini della Cina, si assisterà a forti perturbazioni della domanda e dell'offerta con gravi implicazioni nelle principali economie mondiali. Quella europea potrebbe risultare tra le più esposte e, a catena, trasmettere queste sue difficoltà al resto del mondo attraverso i legami commerciali e le catene di fornitura.
“Pur essendo complesso, se non impossibile, quantificare l'impatto di questi molteplici effetti, va ricordato che Germania, Italia, Francia e Regno Unito evidenziavano tassi di crescita ridotti prima della diffusione del virus e questo rende più probabile il verificarsi di una contrazione e di una recessione a breve termine”, puntualizza Lind.
Il nostro paese è particolarmente a rischio dal momento che già prima dell’epidemia la maggior parte degli esperti stimava intorno al mezzo punto percentuale la crescita dell'economia nel 2020. “Alla luce delle ultime disposizioni sulle interruzioni delle attività, è probabile che l'economia italiana possa subire una forte contrazione, forse anche piuttosto considerevole. E, visti i legami commerciali e le catene di fornitura, gli effetti ricadrebbero anche sul resto dell'Europa”, conclude Lind.
L’IMPATTO EFFETTIVO POTREBBE RISULTARE MAGGIORE
Per quanto riguarda il primo aspetto, può aiutare a comprendere i valori in gioco la tabella seguente che illustra una stima del probabile impatto diretto sul PIL europeo generato da un brusco calo (-10%) delle importazioni in Cina. “Le percentuali indicate, tuttavia, non includono l'impatto di un indebolimento della domanda cinese sul resto dell'Asia e le ulteriori ripercussioni di tale debolezza sull'Europa: ne deriva che l'impatto effettivo potrebbe risultare maggiore”, specifica l’esperto.
[caption id="attachment_155030" align="alignnone" width="635"] Stima dell'impatto diretto a livello commerciale dello shock in Cina[/caption]
PIÙ COMPLESSO DECIFRARE L’ESPOSIZIONE DELLE IMPRESE EUROPEE
Secondo Lind, è invece molto più complesso decifrare l'esposizione delle imprese europee all'interruzione delle catene di fornitura in Cina e quantificare il potenziale impatto che questo avrà sulle imprese europee e sull'economia nel suo complesso, come peraltro le società stesse ammettono.
ECONOMIA EUROPEA TRA LE PIÙ ESPOSTE
Nelle prossime settimane al crescere della diffusione del virus oltre i confini della Cina, si assisterà a forti perturbazioni della domanda e dell'offerta con gravi implicazioni nelle principali economie mondiali. Quella europea potrebbe risultare tra le più esposte e, a catena, trasmettere queste sue difficoltà al resto del mondo attraverso i legami commerciali e le catene di fornitura.
Coronavirus, i settori economici stanno reagendo in modo diverso: ecco come
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GERMANIA, ITALIA, FRANCIA E UK ERANO GIÀ A PASSO RIDOTTO
“Pur essendo complesso, se non impossibile, quantificare l'impatto di questi molteplici effetti, va ricordato che Germania, Italia, Francia e Regno Unito evidenziavano tassi di crescita ridotti prima della diffusione del virus e questo rende più probabile il verificarsi di una contrazione e di una recessione a breve termine”, puntualizza Lind.
L’ITALIA È PARTICOLARMENTE A RISCHIO
Il nostro paese è particolarmente a rischio dal momento che già prima dell’epidemia la maggior parte degli esperti stimava intorno al mezzo punto percentuale la crescita dell'economia nel 2020. “Alla luce delle ultime disposizioni sulle interruzioni delle attività, è probabile che l'economia italiana possa subire una forte contrazione, forse anche piuttosto considerevole. E, visti i legami commerciali e le catene di fornitura, gli effetti ricadrebbero anche sul resto dell'Europa”, conclude Lind.