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Mercati, posizionarsi ora sulla nuova normalità post coronavirus

AllianceBernstein indica le domande giuste da porsi per identificare le società capaci di sopravvivere all’imminente recessione e i cambiamenti che ridefiniranno settori, società e listini dopo la pandemia

10 Aprile 2020 21:00

financialounge -  AllianceBernstein coronavirus
La crisi da coronavirus è diversa da qualsiasi altra, ma gli investitori azionari capaci di definire un chiaro insieme di caratteristiche per identificare le società resilienti possono posizionare i portafogli in modo da superare la pandemia e trarre vantaggio dalla futura ripresa. La zampata dell’Orso delle ultime settimane è stata più fulminea che mai e probabilmente l’economia andrà incontro a una contrazione precipitosa nei prossimi due trimestri. Non è facile immaginare come sarà la ripresa quando il contagio si sta ancora diffondendo, con intere popolazioni in tutto il mondo costrette a fermarsi e chiudersi in casa.

ALLA RICERCA DI RESILIENZA E CAPACITÀ DI TENUTA


Ma gli esperti di AllianceBernstein ritengono che, anche grazie al livello senza precedenti delle misure di stimolo monetario e fiscale globali, le opportunità per l’investitore in azioni potrebbero palesarsi prima di quanto molti si aspettano. Un’analisi firmata da James T. Tierney Jr. e da Mark Phelps, rispettivamente Chief Investment Officer—Concentrated US Growth e Chief Investment Officer—Concentrated Global Growth della grande casa di investimento, va alla ricerca dei criteri giusti con cui identificare resilienza e capacità di tenuta di aziende e settori.

TROPPO RISCHIOSO PUNTARE SU CHI POTREBBE NON FARCELA


Secondo i due esperti di AllianceBernstein, la prima cosa è stabilire quali società abbiano la capacità di tenuta necessaria per superare il rallentamento, e per questo occorre esaminare da vicino la domanda sottostante della singola impresa, la sua posizione finanziaria e la capacità di tagliare i costi. Se l’investitore non ha grande fiducia nel fatto che le società che ha in portafoglio siano ancora in piedi quando la crisi finirà, probabilmente si sta assumendo un rischio eccessivo. Ma come comprendere appieno se un’impresa è dotata effettivamente di resilienza?

COSTRUIRE MODELLI CHE TENGANO CONTO DI SCENARI DIVERSI E IN EVOLUZIONE


Secondo AB, il primo passo è costruire modelli che tengano conto del consumo di cassa mensile nei vari scenari, chiedendosi ad esempio quale sarebbe la performance nel caso di una ripresa a “V” piuttosto che di una a “U”, molto più lenta a causa di redditi più bassi, bilanci deteriorati e perdita di fiducia dei consumatori. Bisogna tener conto anche di fasi alterne in cui la domanda scende e risale, come a Hong Kong, Taiwan e Singapore, che dopo i primi successi contro il virus e ora stanno registrando una seconda ondata. La modellizzazione della performance in funzione di scenari diversi è un esercizio difficile, ma può fornire dati di straordinaria importanza per capire le prospettive delle società in condizioni di grande incertezza.

QUANDO CALA LA GHIGLIOTTINA I PIÙ FORTI SI RAFFORZANO


Altrettanto importante è conoscere nel dettaglio le scadenze del debito e chiedersi se si abbia sufficiente fiducia nel management, dato che i casi di fallimento non potranno che aumentare nel prossimo anno, e non bisognerà contare troppo su salvataggi di stato, difficili da prevedere. Bisogna invece tener conto che le recessioni possono avere un effetto darwiniano, perché quando la ghigliottina cala sull’economia, le società solide tendono a rafforzarsi, mentre i deboli perdono altro terreno o scompaiono. Secondo AllianceBernstein questa dinamica caratterizzerà anche la crisi innescata dal coronavirus.

IL CASO DEL SETTORE RETAIL


Gli esperti di AB fanno l’esempio del settore retail. Man mano che la domanda si affievolisce, i più deboli faticheranno a sopravvivere fino al 2021, con i loro ricavi destinati a essere intercettati da chi sarà rimasto in piedi. Inoltre, la contrazione degli utili del 2020 potrebbe trasformarsi nel consolidamento di business più solidi e redditizi negli anni a venire per chi riuscirà a farcela. Per questo gli investitori dovrebbero identificare le società nelle migliori condizioni che hanno maggiori chance di sopravvivere e generare un ottimo livello di utili e rendimenti una volta invertita la tendenza.

NUOVI COMPORTAMENTI E NUOVI MODELLI DI DOMANDA


E poi ci sono i nuovi comportamenti che cambieranno i modelli di domanda. La diffusione del lavoro da remoto potrebbe abbattere la richiesta di grandi spazi a uso ufficio nelle città, i viaggi d’affari potrebbero calare permanentemente sostituiti da videoconferenze sempre più comuni, la domanda di parchi a tema e crociere potrebbe essere seriamente compromessa. Per non parlare delle persone che si trovano ora costrette a ordinare online e che potrebbero cambiare per sempre le dinamiche di spesa nei supermercati.

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SCENARI DIVERSI, DALL’AUTO ALL’IMMOBILIARE


Per questo, secondo gli esperti di AllianceBernstein, l’investitore deve pensare fin da ora come sarà la nuova normalità, considerando differenti possibili scenari nei diversi settori. Dopo un mese senza andare al lavoro in auto, la domanda di nuovi pneumatici potrebbe subire uno slittamento. Oppure, dopo la quarantena forzata in casa potrebbe nascere la voglia di migliorarne o rinnovarne qualche aspetto, con il risultato di un’impennata del business di articoli per l’abitazione anche quando la crisi sarà finita.

PORSI LE DOMANDE GIUSTE


La conclusione della grande casa americana è che nel pieno corso di un evento storico per i mercati, è difficile vedere cosa c’è fuori dal tunnel, ma gli investitori che si pongono adesso le domande giuste saranno in grado di identificare le società capaci di sopravvivere agli stress dell’imminente recessione e individuare i cambiamenti comportamentali che ridefiniranno settori, società e listini azionari quando la pandemia sarà regredita e torneremo a vivere una nuova normalità.

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