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Idee di investimento - Obbligazioni - 20 aprile 2020

Mentre gli Etf hanno superato in modo brillante il test volatilità, i corporate bond di qualità e l’oro permettono di difendere il portafoglio in questa fase ancora complessa. Opportunità selettive negli emergenti

di Leo Campagna 20 Aprile 2020 10:30

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ETF, SUPERATO IL TEST DELLA VOLATILITÀ ESTREMA


Vale la pena ricordare come gli Etf abbiano superato l’ennesimo test nelle ultime settimane anche a fronte di una volatilità estrema paragonabile a quella registrata nel 2008. “Nel reddito fisso, alla luce del fatto che i sottostanti mercati obbligazionari sono diventati più volatili e più difficili da negoziare, gli investitori hanno potuto usare gli Etf per riequilibrare le partecipazioni, gestire il rischio e coprire i portafogli. È stato possibile finalizzare vendite e acquisti sul mercato secondario degli Etf con prezzi in tempo reale, consentendo agli investitori di accedere alla liquidità quando ne avevano maggiormente bisogno”, specifica, nell’articolo “Gli Etf hanno superato il test della volatilità”, Stephen Cohen, responsabile Emea iShares e Index Investments di BlackRock.

CREDITO INVESTMENT GRADE FAVORITO IN TUTTI GLI SCENARI


A proposito di volatilità e di scenari per il futuro, nell’articolo Asset allocation, il credito investment grade favorito in tutti gli scenari gli esperti di Invesco hanno disegnato quattro scenari che vanno da ‘semplice decelerazione’ a ‘profonda recessione globale’. Nel primo, lo scenario migliore, la crescita del PIL globale quest’anno si fermerebbe al 2% (contro il 3% stimato in precedenza) con l’S&P 500 a 3.000 a 12 mesi, l’oro a 1.325 dollari Usa all’oncia e il petrolio Brent a 45 dollari il barile. Nello scenario peggiore, invece, si registrerebbe una contrazione del PIL del 3,5% nel 2020, con l’S&P 500 a 1.400 a 12 mesi, l’oro a 1.750 dollari e il Brent a 20 dollari. I modelli degli esperti di Invesco suggeriscono un approccio Barbell, con un sovrappeso su liquidità e oro (asset ‘difensivi’) ma anche sulle più cicliche materie prime (petrolio in particolare) e sull’immobiliare (i cui rendimenti hanno registrato un drastico aumento), capaci di offrire un buon valore sul lungo periodo. Il credito investment grade (IG), in particolare, appare favorito in tutti gli scenari. Più in generale, gli esperti degli investimenti di Invesco ipotizzano un impatto meno grave per i settori dei servizi rispetto a quelli industriali. Ciò dovrebbe favorire l’economia statunitense alla luce della relativa indipendenza dai flussi commerciali internazionali.

OBBLIGAZIONARIO E LIQUIDITÀ IN PORTAFOGLIO


Come costruire il portafoglio in questa fase? “Restano centrali la qualità del portafoglio obbligazionario e la liquidità: prima per limitare l’ampliamento dello spread all’interno del portafoglio e, soprattutto a medio e lungo termine, per mantenere basse le probabilità di default futuri nonostante la crisi attuale”, spiega nell’articolo Ethenea: “Bond di alta qualità e oro per difendere il portafoglio” Michael Blümke, gestore del fondo Ethna-AKTIV. “Mentre la seconda consente di adattare rapidamente il portafoglio al mutare del contesto: nel caso del fondo Ethna Aktiv, ci ha permesso per esempio di beneficiare delle allocazioni in valute estere e oro. La nostra esposizione strategica in valuta estera varia attualmente tra il 40% e il 70%. Riteniamo che, a causa dei problemi strutturali della zona euro, le opportunità associate a questo posizionamento superino di gran lunga i rischi. Situazione simile per l’allocazione in oro.

LE OBBLIGAZIONI INVESTMENT GRADE MEGLIO DELL’S&P 500


Il contesto resta in ogni caso difficile e, secondo gli esperti di Neuberger Berman, è necessario un processo di asset allocation articolato in due o tre fasi nei prossimi 12 mesi. “Nel brevissimo termine, in parallelo all’evoluzione del contagio, il focus sarà sulla gestione e diversificazione del rischio. Poi, probabilmente da giugno, non appena il mercato si sarà ripreso e stabilizzato, potrebbe essere opportuno investire in attivi più rischiosi privilegiando, però, qualità e rendimento. La terza fase potrebbe prendere corpo verso fine anno e all’inizio del 2021, e verterà a rinforzare l’esposizione al rischio a mano a mano che si disporrà di cure o di un vaccino”, spiegano nell’articolo Dal contagio alla ripresa, ecco l’asset allocation giusta secondo Neuberger Berman i professionisti della casa d’investimento. Gli stessi esperti sono convinti che, nei prossimi 12 mesi, i rendimenti derivanti da obbligazioni corporate investment grade possano competere con quelli delle emissioni high yield e delle azioni per la prima volta dopo molto tempo. Dagli attuali livelli, la combinazione delle cedole e della compressione degli spread (extra rendimenti rispetto ai titoli di stato) in area 120-150 punti base (tra 1,20% e 1,50%) riuscirebbe a generare in 12 mesi un rendimento totale a doppia cifra. Un ritorno che, calcolato su una base corretta per il rischio, potrebbe risultare superiore a quello dell’indice S&P 500 nello stesso periodo.

LE OPPORTUNITÀ NELL’HIGH YIELD


Anche Bruno Rovelli, chief investment strategist di BlackRock Italia, ritiene il comparto corporate investment grade più attraente in questa fase rispetto all’azionario, perché beneficia del supporto dell’azione delle banche centrali. “I livelli di tassi di interesse sono controllati dalle banche centrali – aggiunge nell’articolo BlackRock: “Il credito dei Paesi industrializzati da preferire perché supportato dalle banche centrali” il responsabile del team di investimento di BlackRock in Italia – perché è l’unico modo con cui l’aumento del deficit dei Paesi industrializzati non crei problemi di finanziamento”. Il credito diventa quindi un obiettivo di policy delle banche centrali e per Rovelli “la parte corporate investment grade, a 12 mesi, offrirà il miglior rendimento aggiustato per il rischio”, diventando così “parte core dei portafogli”. Aumentando il rischio, le obbligazioni high yield diventano un’opzione da considerare. È vero che le istituzioni finanziarie e governative non possono salvare dal fallimento tutte le imprese, ma cercheranno di tenerne in vita il maggior numero possibile. “Gli attuali livelli di spread sono in grado di assorbire default rate di circa il 20% dell’universo”, commenta Rovelli. “Con un orizzonte temporale adeguato, il comparto high yield dovrebbe garantire livelli di performance simili all’equity con livelli di rischio inferiori”.

SOVRAPPESARE IL DEBITO IN VALUTA LOCALE DEGLI EMERGENTI


Infine, come fanno notare gli esperti di Pictet AM nell’articolo “Cautela sulle azioni, via libera sui corporate bond di qualità”, se è vero che i rischi si moltiplicano a vista d’occhio, anche le opportunità sul mercato dei corporate bond non mancano, in particolare nel segmento investment grade americano, grazie al supporto della Federal Reserve. Ma le opportunità sono presenti anche in Europa, dove la Bce sta estendendo il suo quantitative easing alle obbligazioni societarie. Per questo la casa ha portato l’esposizione al debito corporate europeo e Usa da sottopesata a neutrale. Secondo Pictet AM invece le obbligazioni high yield paiono destinate a un’ulteriore fase di vendite nel breve termine, perché non offrono ancora un premio di rendimento sufficientemente ampio. La casa d’investimento mantiene il sovrappeso sul debito in valuta locale dei mercati emergenti, perché vede i rendimenti sulle obbligazioni a breve scadenza destinati a crollare, man mano che arrivano gli stimoli delle banche centrali. Secondo Pictet AM, un tratto distintivo della crisi globale è che i responsabili della politica nei mercati emergenti stanno utilizzando gli stessi strumenti non convenzionali delle loro controparti nelle economie avanzate.

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