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BlackRock: “Perché non è il momento di scegliere il debito emergente”
Gli esperti del BlackRock Investment Institute (BII) hanno mantenuto la neutralità su debito emergente in valute forti e hanno declassato a neutrale quello in valuta locale perché c’è il rischio di ulteriori svalutazioni valutarie
23 Aprile 2020 17:01
Il commento settimanale relativo ai mercati redatto dal BlackRock Investment Institute (BII) dal titolo “Downgrading EM local debt” svela alcune scelte di portafoglio della grande casa d’investimento in questa delicata fase. Emerge una preferenza al credito rispetto alle azioni dal momento che le aziende tendono a indirizzare i flussi di cassa agli obbligazionisti alla luce di un contesto economico altamente incerto. In secondo luogo, affiora un sovrappeso nelle azioni asiatiche (Giappone escluso) mentre la Cina riapre lentamente la propria economia. Infine, sebbene ci sia spazio in portafoglio per fonti di reddito come il debito dei paesi emergenti in un mondo in cui è difficile ricavare rendimenti, i professionisti del BII privilegiano il credito globale investment grade e quello high yield.
Entrando nello specifico del debito emergente, gli esperti di BlackRock mantengono la neutralità su quello in valute forti mentre hanno declassato a neutrale quello in valuta locale nonostante le valutazioni depresse dopo i recenti sell-off. “Alcuni paesi in via di sviluppo hanno permesso alle loro valute di indebolirsi per aiutare ad assorbire lo shock economico e vediamo il rischio di ulteriori cali dei cambi che potrebbero azzerare il reddito della cedola”, spiegano i professionisti del BII.
Molti mercati emergenti hanno visto le loro valute in forte calo rispetto al dollaro USA, in particolare il rand sudafricano e il real brasiliano. È uno schema già sperimentato nelle crisi del passato, quando i paesi con le maggiori vulnerabilità esterne (deficit delle partite correnti) hanno registrato il colpo maggiore nei loro tassi di cambio. Stavolta, inoltre, il calo delle valute non viene ostacolato per consentire di aumentare la competitività delle esportazioni e di ridurre i deficit delle partite correnti nel tempo e si nota un alleggerimento delle politiche monetarie e fiscali: un circolo vizioso che può alimentare una potenziale fuga di capitali peggiorando il calo delle valute e che è in grado di costringere alcune banche centrali dei paesi emergenti a invertire la rotta e aumentare i tassi.
Tra le notizie positive da segnalare gli interventi messi in campo dalle principali banche centrali dei paesi sviluppati che sosterranno i mercati del reddito fisso a livello globale. La FED, inoltre, sta facilitando le condizioni finanziarie e garantisce un'ampia liquidità in dollari USA per far fronte alle richieste delle banche centrali straniere. “Dal momento che i rendimenti nel credito dei paesi sviluppati tendono a contrarsi, molti investitori cercheranno probabilmente fonti alternative di reddito da cedole come il debito emergente di qualità superiore” puntualizzano inoltre gli esperti del BII. Secondo i quali anche la riapertura delle attività economiche in Cina dopo severe misure di blocco potrebbe essere incoraggiante, in particolare per gli esportatori di materie prime di grandi dimensioni dei paesi emergenti.
Tuttavia, fanno notare i professionisti di BlackRock, l'epidemia di coronavirus minaccia di sovraccaricare i sistemi sanitari pubblici deboli in molte economie emergenti, portando alla prospettiva di un prolungato danno economico. “I finanziatori internazionali di ultima istanza come il Fondo monetario internazionale si sono dichiarati disponibili ad intervenire in modo aggressivo per aiutare i paesi emergenti in difficoltà finanziarie. Ciò contribuirà a colmare significative lacune finanziarie e carenze di liquidità, ma tale aiuto in genere prevede delle contropartite tra le quali, per esempio, potenziali svalutazioni del debito” concludono gli esperti del BII.
PESO NEUTRALE PER IL DEBITO EMERGENTE
Entrando nello specifico del debito emergente, gli esperti di BlackRock mantengono la neutralità su quello in valute forti mentre hanno declassato a neutrale quello in valuta locale nonostante le valutazioni depresse dopo i recenti sell-off. “Alcuni paesi in via di sviluppo hanno permesso alle loro valute di indebolirsi per aiutare ad assorbire lo shock economico e vediamo il rischio di ulteriori cali dei cambi che potrebbero azzerare il reddito della cedola”, spiegano i professionisti del BII.
PERICOLO DI PEGGIORAMENTO DEL CALO DELLE VALUTE EMERGENTI
Molti mercati emergenti hanno visto le loro valute in forte calo rispetto al dollaro USA, in particolare il rand sudafricano e il real brasiliano. È uno schema già sperimentato nelle crisi del passato, quando i paesi con le maggiori vulnerabilità esterne (deficit delle partite correnti) hanno registrato il colpo maggiore nei loro tassi di cambio. Stavolta, inoltre, il calo delle valute non viene ostacolato per consentire di aumentare la competitività delle esportazioni e di ridurre i deficit delle partite correnti nel tempo e si nota un alleggerimento delle politiche monetarie e fiscali: un circolo vizioso che può alimentare una potenziale fuga di capitali peggiorando il calo delle valute e che è in grado di costringere alcune banche centrali dei paesi emergenti a invertire la rotta e aumentare i tassi.
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IL SUPPORTO DELLE PRINCIPALI BANCHE CENTRALI
Tra le notizie positive da segnalare gli interventi messi in campo dalle principali banche centrali dei paesi sviluppati che sosterranno i mercati del reddito fisso a livello globale. La FED, inoltre, sta facilitando le condizioni finanziarie e garantisce un'ampia liquidità in dollari USA per far fronte alle richieste delle banche centrali straniere. “Dal momento che i rendimenti nel credito dei paesi sviluppati tendono a contrarsi, molti investitori cercheranno probabilmente fonti alternative di reddito da cedole come il debito emergente di qualità superiore” puntualizzano inoltre gli esperti del BII. Secondo i quali anche la riapertura delle attività economiche in Cina dopo severe misure di blocco potrebbe essere incoraggiante, in particolare per gli esportatori di materie prime di grandi dimensioni dei paesi emergenti.
FMI DISPOSTO AD INTERVENTI CONDIZIONATI
Tuttavia, fanno notare i professionisti di BlackRock, l'epidemia di coronavirus minaccia di sovraccaricare i sistemi sanitari pubblici deboli in molte economie emergenti, portando alla prospettiva di un prolungato danno economico. “I finanziatori internazionali di ultima istanza come il Fondo monetario internazionale si sono dichiarati disponibili ad intervenire in modo aggressivo per aiutare i paesi emergenti in difficoltà finanziarie. Ciò contribuirà a colmare significative lacune finanziarie e carenze di liquidità, ma tale aiuto in genere prevede delle contropartite tra le quali, per esempio, potenziali svalutazioni del debito” concludono gli esperti del BII.