Amundi
Mercati, Wall Street ha voglia di volare oltre le paure europee
L'analisi di Amundi sulle esitazioni dei mercati azionari europei, in ritardo nel recupero dai minimi, mentre l’America corre in avanti trascinata soprattutto dal Nasdaq
23 Aprile 2020 07:45
I mercati azionari europei sembrano esitanti a seguire la strada di Wall Street, che anche se tra alti e bassi ha recuperato molto dai minimi del 23 marzo riducendo il passivo da inizio anno a grazie soprattutto al Nasdaq, trainato dai colossi dell’online Amazon e Netflix e dalla tecnologia e biotecnologia in generale. Giordano Beani, Head of Multi-Asset Fund Solutions Italy Amundi SGR, paragona i mercati del Vecchio Continente al ‘cicognino’ descritto da Dante Alighieri nel Canto XXV del Purgatorio che solleva l’ala per la voglia di volare, ma poi non si arrischia di lasciare il nido e la mette giù.
Secondo l’esperto di Amundi l’esitazione dell’azionario europeo è dovuto a due ordini di ragioni, una politico-economica e l’altra legata alla composizione dei listini. Gli Stati Uniti hanno infatti affrontato con risolutezza monetaria e fiscale il blocco economico causato dalla pandemia. La Fed, infatti, ha ampliato la sua mission dall’obiettivo di mantenere la liquidità a quello di aiutare imprese e famiglie ad uscire dall’emergenza. In Europa, invece, ci si muove in ordine sparso mentre manca ancora un coordinamento efficace, mentre anche a livello di politica monetaria, con la Bce che non ha ancora adottato le misure ugualmente aggressive, come ad esempio l’acquisto dei titoli non “investment grade”.
Il secondo ordine di ragioni, secondo Beani, riguarda la mancanza strutturale sui listini europei di società con modelli di business innovativi, mentre sono presenti in massa titoli finanziari, industriali e petroliferi, proprio i settori più colpiti dalla crisi, mentre a Wall Street sono quotati tutti i “campioni” dell’economia “virtuale” i cui modelli di business sono ben adatti alla situazione creata dalla pandemia, da Amazon a Netflix, ed anche in campo biotecnologico, farmaceutico e della cura della salute.
Per quanto riguarda i mercati obbligazionari, secondo l’esperto di Amundi sta continuando la normalizzazione degli spread corporate high yield, mentre sulle curve governative si è assistito ad una discesa dei rendimenti sia sul Treasury americano sia sul Bund tedesco, mentre si allarga invece lo spread italiano anche a causa delle divisioni e polemiche politiche sui meccanismi da adottare per finanziare il contrasto al virus e la ripartenza dell’economia.
Sul versante delle materie al crollo del petrolio non ha corrisposto un movimento marcato dell’oro, che è rimasto sostanzialmente stabile vicino ai massimi di periodo, mentre anche sul forex il cambio euro/dollaro si mantiene in una forchetta ristretta anche se con una certa volatilità giornaliera. In conclusione l’esperto di Amundi ribadisce che i mercati azionari, con in testa gli Stati Uniti, sembrano avere una gran voglia di volare, mentre la prudenza rimane d’obbligo per quelli europei.
EUROPA IN RITARDO SULLE MISURE MONETARIE E FISCALI DI CONTRASTO ALLA PANDEMIA
Secondo l’esperto di Amundi l’esitazione dell’azionario europeo è dovuto a due ordini di ragioni, una politico-economica e l’altra legata alla composizione dei listini. Gli Stati Uniti hanno infatti affrontato con risolutezza monetaria e fiscale il blocco economico causato dalla pandemia. La Fed, infatti, ha ampliato la sua mission dall’obiettivo di mantenere la liquidità a quello di aiutare imprese e famiglie ad uscire dall’emergenza. In Europa, invece, ci si muove in ordine sparso mentre manca ancora un coordinamento efficace, mentre anche a livello di politica monetaria, con la Bce che non ha ancora adottato le misure ugualmente aggressive, come ad esempio l’acquisto dei titoli non “investment grade”.
INOLTRE A DIFFERENZA DI WALL STREET MANCANO I CAMPIONI HIGH TECH QUOTATI
Il secondo ordine di ragioni, secondo Beani, riguarda la mancanza strutturale sui listini europei di società con modelli di business innovativi, mentre sono presenti in massa titoli finanziari, industriali e petroliferi, proprio i settori più colpiti dalla crisi, mentre a Wall Street sono quotati tutti i “campioni” dell’economia “virtuale” i cui modelli di business sono ben adatti alla situazione creata dalla pandemia, da Amazon a Netflix, ed anche in campo biotecnologico, farmaceutico e della cura della salute.
SULL’OBBLIGAZIONARIO CONTINUA LA NORMALIZZAZIONE CON IL RESTRINGIMENTO DEGLI SPREAD
Per quanto riguarda i mercati obbligazionari, secondo l’esperto di Amundi sta continuando la normalizzazione degli spread corporate high yield, mentre sulle curve governative si è assistito ad una discesa dei rendimenti sia sul Treasury americano sia sul Bund tedesco, mentre si allarga invece lo spread italiano anche a causa delle divisioni e polemiche politiche sui meccanismi da adottare per finanziare il contrasto al virus e la ripartenza dell’economia.
Coronavirus, come valutare le opportunità che emergeranno dalla crisi
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SULL’EUROPA LA PRUDENZA RIMANE D’OBBLIGO
Sul versante delle materie al crollo del petrolio non ha corrisposto un movimento marcato dell’oro, che è rimasto sostanzialmente stabile vicino ai massimi di periodo, mentre anche sul forex il cambio euro/dollaro si mantiene in una forchetta ristretta anche se con una certa volatilità giornaliera. In conclusione l’esperto di Amundi ribadisce che i mercati azionari, con in testa gli Stati Uniti, sembrano avere una gran voglia di volare, mentre la prudenza rimane d’obbligo per quelli europei.