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Amundi: anche sui mercati, grande è la forza dell’abitudine
I mercati si stanno adattando, come gli uomini, a un mondo nuovo che fino a due mesi fa sembrava inimmaginabile, e in cui agisce un nemico subdolo e pericoloso, spiega Giordano Beani di Amundi
29 Aprile 2020 13:05
L’abitudine, intesa anche come capacità di adattarsi alle situazioni più insolite e pericolose, è una delle forze più potenti che condizionano l’agire umano. Lo sapevano bene anche gli antichi romani: Cicerone infatti sosteneva che “consuetudinis magna vis est”, la consuetudine è una grande forza.
E dato che i mercati finanziari sono mossi dalla psicologia umana, “si stanno adattando anch’essi ad un mondo nuovo che fino a soltanto due mesi fa non ci saremmo mai aspettati e che, come noi umani, aveva colto di sorpresa i mercati terrorizzandoli e scatenando uno dei crolli tra i più repentini e violenti della storia finanziaria”, spiega Giordano Beani, head of Multi-Asset Fund Solutions Italy di Amundi Sgr.
Per l’esperto, l’impressione è che ci si cominci ad abituare alla messe di dati che dipingono impietosamente la situazione delle economie globali, messe al tappeto “non dalle fiere ruggenti che erano soliti affrontare i gladiatori, ma da un nemico invisibile, proprio per questo ancor più subdolo e pericoloso”. La settimana scorsa ha visto la pubblicazione di molti dati macroeconomici, quasi tutti decisamente inferiori alle pur ridotte aspettative degli economisti.
Inoltre, “la settimana appena conclusa ha visto un vero e proprio terremoto sul mercato del petrolio, con una correzione che tra la chiusura del venerdì precedente ed i minimi toccati nella mattina di mercoledì è stata del -43% per il Brent europeo e del -55% per il Wti statunitense, con l’evento storico occorso lunedì che il contratto future sul Wti in scadenza martedì ha chiuso a un valore negativo di -37 dollari al barile”. Tutto ciò, osserva Beani, a causa dello sbilanciamento tra domanda e offerta che sta esaurendo gli spazi di stoccaggio dei barili invenduti in seguito alla sospensione pressoché totale dell’attività economica nel mondo.
Sul fronte delle politiche adottate dalle istituzioni europee, “ciò che ha deluso gli investitori è stata la delega alla Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’Unione Europea, delle decisioni sul fondo per la ripresa, in sostituzione al momento degli accantonati Eurobond”. La sensazione, precisa Beani, “è che la costituzione del fondo non avverrà a breve perché molti sono ancora i dettagli da definire”.
A sostenere, invece, in parte i mercati in settimana sono stati da un lato l’approvazione da parte del Congresso Usa di un ulteriore piano di emergenza, rivolto in particolare alle piccole e medie imprese, di circa 480 miliardi di dollari che si sommano ai 2.300 già stanziati. In secondo luogo la decisione della Bce di estendere l’eleggibilità dei collaterali che accetta a fronte della liquidità prestata al sistema bancario anche a quelle emissioni che hanno avuto il loro rating abbassato sotto l’investment grade (il merito di credito più elevato) a causa della crisi (cosiddetti “fallen angels”).
I mercati, spiega Beani, “sperano nell’imminente avvio della fase 2 sia in alcuni Paesi europei, tra i quali il nostro, sia negli Stati Uniti dove alcuni Stati federali del sud hanno già cominciato la riapertura graduale. In questo contesto i mercati azionari internazionali hanno chiuso la settimana in negativo, ma senza capitolare eccessivamente sulle notizie negative”.
In conclusione, sottolinea l’esperto di Amundi, “i mercati azionari hanno sofferto durante la settimana, ma hanno mostrato una certa resistenza e adattabilità al nuovo contesto macroeconomico e sanitario. Le attese ora si spostano sull’avvio della cosiddetta fase 2, nella speranza che le pratiche di distanziamento e la gradualità della ripresa non generino nuovi focolai di contagio. Nel frattempo i mercati gladiatori si allenano alla sopportazione degli sforzi, perché come ricorda Cicerone ‘tantum exercitatio, meditatio, consuetudo valet’, cioè tanta è la forza dell’esercizio, della concentrazione e dell’abitudine”.
I MERCATI SI ADATTANO A UN MONDO NUOVO
E dato che i mercati finanziari sono mossi dalla psicologia umana, “si stanno adattando anch’essi ad un mondo nuovo che fino a soltanto due mesi fa non ci saremmo mai aspettati e che, come noi umani, aveva colto di sorpresa i mercati terrorizzandoli e scatenando uno dei crolli tra i più repentini e violenti della storia finanziaria”, spiega Giordano Beani, head of Multi-Asset Fund Solutions Italy di Amundi Sgr.
NEMICO SUBDOLO E PERICOLOSO
Per l’esperto, l’impressione è che ci si cominci ad abituare alla messe di dati che dipingono impietosamente la situazione delle economie globali, messe al tappeto “non dalle fiere ruggenti che erano soliti affrontare i gladiatori, ma da un nemico invisibile, proprio per questo ancor più subdolo e pericoloso”. La settimana scorsa ha visto la pubblicazione di molti dati macroeconomici, quasi tutti decisamente inferiori alle pur ridotte aspettative degli economisti.
TERREMOTO PER IL PETROLIO
Inoltre, “la settimana appena conclusa ha visto un vero e proprio terremoto sul mercato del petrolio, con una correzione che tra la chiusura del venerdì precedente ed i minimi toccati nella mattina di mercoledì è stata del -43% per il Brent europeo e del -55% per il Wti statunitense, con l’evento storico occorso lunedì che il contratto future sul Wti in scadenza martedì ha chiuso a un valore negativo di -37 dollari al barile”. Tutto ciò, osserva Beani, a causa dello sbilanciamento tra domanda e offerta che sta esaurendo gli spazi di stoccaggio dei barili invenduti in seguito alla sospensione pressoché totale dell’attività economica nel mondo.
FONDO PER LA RIPRESA, DETTAGLI DA DEFINIRE
Sul fronte delle politiche adottate dalle istituzioni europee, “ciò che ha deluso gli investitori è stata la delega alla Commissione Europea, l’organo esecutivo dell’Unione Europea, delle decisioni sul fondo per la ripresa, in sostituzione al momento degli accantonati Eurobond”. La sensazione, precisa Beani, “è che la costituzione del fondo non avverrà a breve perché molti sono ancora i dettagli da definire”.
MISURE DA CONGRESSO USA E BCE
A sostenere, invece, in parte i mercati in settimana sono stati da un lato l’approvazione da parte del Congresso Usa di un ulteriore piano di emergenza, rivolto in particolare alle piccole e medie imprese, di circa 480 miliardi di dollari che si sommano ai 2.300 già stanziati. In secondo luogo la decisione della Bce di estendere l’eleggibilità dei collaterali che accetta a fronte della liquidità prestata al sistema bancario anche a quelle emissioni che hanno avuto il loro rating abbassato sotto l’investment grade (il merito di credito più elevato) a causa della crisi (cosiddetti “fallen angels”).
SPERANZA SULLA FASE 2
I mercati, spiega Beani, “sperano nell’imminente avvio della fase 2 sia in alcuni Paesi europei, tra i quali il nostro, sia negli Stati Uniti dove alcuni Stati federali del sud hanno già cominciato la riapertura graduale. In questo contesto i mercati azionari internazionali hanno chiuso la settimana in negativo, ma senza capitolare eccessivamente sulle notizie negative”.
Emergenti, lo schema anti-Covid di Amundi: attacco con i bond e difesa con le azioni - News - Financialounge.com
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RESISTENZA E ADATTABILITÀ
In conclusione, sottolinea l’esperto di Amundi, “i mercati azionari hanno sofferto durante la settimana, ma hanno mostrato una certa resistenza e adattabilità al nuovo contesto macroeconomico e sanitario. Le attese ora si spostano sull’avvio della cosiddetta fase 2, nella speranza che le pratiche di distanziamento e la gradualità della ripresa non generino nuovi focolai di contagio. Nel frattempo i mercati gladiatori si allenano alla sopportazione degli sforzi, perché come ricorda Cicerone ‘tantum exercitatio, meditatio, consuetudo valet’, cioè tanta è la forza dell’esercizio, della concentrazione e dell’abitudine”.