coronavirus
“Obbligazioni, le vendite brutali hanno creato valore”
TwentyFourAsset Management avvista una delle migliori opportunità conosciute dagli investitori obbligazionari da diversi anni, con molto più reddito da "catturare" sul mercato del credito
29 Aprile 2020 07:45
Il coronavirus ha portato forse il più grande e veloce repricing del rischio a cui gli investitori obbligazionari abbiano mai assistito, con le vendite brutali di marzo che hanno creato alcune delle migliori opportunità di valore da diversi anni. A differenza della recessione del 2007, governi e banche centrali hanno agito rapidamente e con convinzione, con miliardi di dollari di sostegno a mercati e privati, con la conseguenza che i tassi sono destinati a restare vicino allo zero molto a lungo.
In questo scenario, Mark Holman, ceo di TwentyFourAsset Management, vede l'opportunità rappresentata da “molto più reddito da catturare” nei mercati obbligazionari. Holman osserva che siamo entrati nel 2020 con il credito che sembrava pienamente prezzato, ma il sell-off di marzo ha rapidamente ribaltato la situazione, con il credito diventato da molto costoso a molto ragionevole in tempi record. L’esperto, dunque, vede in alcuni dei rendimenti offerti un'interessante opportunità a medio e lungo termine per gli acquirenti di reddito fisso.
Come trarne vantaggio? In primo luogo, il ceo di TwentyFourAsset Management ritiene che i manager attivi avranno un netto vantaggio rispetto ai passivi, perché la recessione significa tipicamente una forte ripresa dei default, che nel segmento high yield potrebbero arrivare al 10%, con significativa propensione al taglio dei rating. Un contesto che rende praticamente impossibile per le gestioni passive evitare i downgrade, compito che non sarà facile neanche per i manager attivi.
Per questo Holman raccomanda flessibilità e diligente ricerca sul credito, per identificare vincitori e perdenti nel contesto di brusca frenata economica. E poi suggerisce tre temi da seguire: posizionarsi sulle scadenze più lunghe, evitare la zona default con portafogli costruiti su credito di qualità superiore, e infine diminuire la dipendenza dai titoli di Stato per cercare protezione.
La prima raccomandazione nasce dall’esigenza di bloccare i rendimenti più a lungo posizionandosi ad esempio sui rating BBB, che hanno subito un calo pari a quelli BB e single-B a causa delle vendite indiscriminate. Una scelta che privilegia il rendimento assumendo un maggior rischio di scadenza piuttosto che puntando sull'aumento del rendimento con l’assunzione di un maggior rischio di credito.
Ma, e siamo al secondo tema, bloccare i rendimenti più elevati non va bene se si rischia su default e downgrade. E visto che i bond con rating CCC rappresentano di solito circa il 95% dei default, con i single-B che coprono quasi tutto il resto, bisogna andare su emittenti con rating più alto, che possano non solo evitare i default ma anche i downgrade, facendo anche una selezione settoriale. Verrà anche il momento per mettere in portafoglio rating più bassi o nei settori più esposti, ma secondo Holman non è ancora arrivato.
Ultima raccomandazione, diminuire la protezione con i titoli di Stato, perché i rendimenti privi di rischio sono così bassi che non possono scendere ancora molto. Il ceo di TwentyFourAsset Management prende anche in considerazione l’ipotesi che alla fine le banche centrali possano posizionarsi sul segmento long end, mentre i gestori di portafoglio potrebbero andare sulle scadenze più brevi del debito sovrano, motivate da esigenze di liquidità.
La conclusione di Holman è che in futuro potremo guardare indietro a marzo e aprile 2020 come il miglior punto di ingresso di questo decennio per i mercati del credito: le condizioni di mercato e l'economia si sono mosse a una velocità incredibile, e i gestori attivi devono adattarsi implementando cambiamenti nei portafogli, per cogliere le opportunità. Una volta superato il periodo più difficile dell’economia si tornerà ad affrontare le stesse sfide degli ultimi anni, fatte di tassi estremamente bassi e di reddito scarso.
L’ANDAMENTO DEL “PREZZO” DEL CREDITO
In questo scenario, Mark Holman, ceo di TwentyFourAsset Management, vede l'opportunità rappresentata da “molto più reddito da catturare” nei mercati obbligazionari. Holman osserva che siamo entrati nel 2020 con il credito che sembrava pienamente prezzato, ma il sell-off di marzo ha rapidamente ribaltato la situazione, con il credito diventato da molto costoso a molto ragionevole in tempi record. L’esperto, dunque, vede in alcuni dei rendimenti offerti un'interessante opportunità a medio e lungo termine per gli acquirenti di reddito fisso.
I MANAGER ATTIVI AVRANNO UN NETTO VANTAGGIO
Come trarne vantaggio? In primo luogo, il ceo di TwentyFourAsset Management ritiene che i manager attivi avranno un netto vantaggio rispetto ai passivi, perché la recessione significa tipicamente una forte ripresa dei default, che nel segmento high yield potrebbero arrivare al 10%, con significativa propensione al taglio dei rating. Un contesto che rende praticamente impossibile per le gestioni passive evitare i downgrade, compito che non sarà facile neanche per i manager attivi.
FLESSIBILITÀ E RICERCA DILIGENTE SEGUENDO TRE TEMI
Per questo Holman raccomanda flessibilità e diligente ricerca sul credito, per identificare vincitori e perdenti nel contesto di brusca frenata economica. E poi suggerisce tre temi da seguire: posizionarsi sulle scadenze più lunghe, evitare la zona default con portafogli costruiti su credito di qualità superiore, e infine diminuire la dipendenza dai titoli di Stato per cercare protezione.
POSIZIONARSI SUI RATING PIÙ ELEVATI E SULLE SCADENZE PIÙ LUNGHE
La prima raccomandazione nasce dall’esigenza di bloccare i rendimenti più a lungo posizionandosi ad esempio sui rating BBB, che hanno subito un calo pari a quelli BB e single-B a causa delle vendite indiscriminate. Una scelta che privilegia il rendimento assumendo un maggior rischio di scadenza piuttosto che puntando sull'aumento del rendimento con l’assunzione di un maggior rischio di credito.
“Puntare sull’azionario emergente? Sì, scegliendo i leader di settore”
“Puntare sull’azionario emergente? Sì, scegliendo i leader di settore”
EVITARE PREVENTIVAMENTE SIA IL RISCHIO DEFAULT CHE DOWNGRADE
Ma, e siamo al secondo tema, bloccare i rendimenti più elevati non va bene se si rischia su default e downgrade. E visto che i bond con rating CCC rappresentano di solito circa il 95% dei default, con i single-B che coprono quasi tutto il resto, bisogna andare su emittenti con rating più alto, che possano non solo evitare i default ma anche i downgrade, facendo anche una selezione settoriale. Verrà anche il momento per mettere in portafoglio rating più bassi o nei settori più esposti, ma secondo Holman non è ancora arrivato.
DIMINUIRE LA PROTEZIONE DEI PORTAFOGLI CON L’UTILIZZO DEI TITOLI DI STATO
Ultima raccomandazione, diminuire la protezione con i titoli di Stato, perché i rendimenti privi di rischio sono così bassi che non possono scendere ancora molto. Il ceo di TwentyFourAsset Management prende anche in considerazione l’ipotesi che alla fine le banche centrali possano posizionarsi sul segmento long end, mentre i gestori di portafoglio potrebbero andare sulle scadenze più brevi del debito sovrano, motivate da esigenze di liquidità.
FORSE IL MIGLIOR PUNTO DI INGRESSO DEL DECENNIO SUL MERCATO DEL CREDITO
La conclusione di Holman è che in futuro potremo guardare indietro a marzo e aprile 2020 come il miglior punto di ingresso di questo decennio per i mercati del credito: le condizioni di mercato e l'economia si sono mosse a una velocità incredibile, e i gestori attivi devono adattarsi implementando cambiamenti nei portafogli, per cogliere le opportunità. Una volta superato il periodo più difficile dell’economia si tornerà ad affrontare le stesse sfide degli ultimi anni, fatte di tassi estremamente bassi e di reddito scarso.