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Idee di investimento - Azioni - 4 maggio 2020

In attesa di conoscere se la Fase 2 possa innescare la ripresa, l’Asia sembra già ripartita. Il mondo post-coronavirus sarà profondamente diverso mentre cresce la richiesta di regole sugli investimenti sostenibili per rendere le valutazioni più trasparenti

4 Maggio 2020 09:00

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RESISTENZA E ADATTABILITÀ


I mercati, spiega Giordano Beani, head of Multi-Asset Fund Solutions Italy di Amundi Sgr nell’articolo Amundi: anche sui mercati, grande è la forza dell’abitudine sperano nell’imminente avvio della fase 2 sia in alcuni Paesi europei, tra i quali il nostro, sia negli Stati Uniti dove alcuni Stati federali del Sud hanno già cominciato la riapertura graduale. In questo contesto, i mercati azionari internazionali mostrato una certa resistenza e adattabilità al nuovo contesto macroeconomico e sanitario. Le attese ora si spostano sulla ripartenza nella speranza che le pratiche di distanziamento e la gradualità della ripresa non generino nuovi focolai di contagio. Nel frattempo i mercati gladiatori si allenano alla sopportazione degli sforzi, perché come ricorda Cicerone ‘tantum exercitatio, meditatio, consuetudo valet’, cioè tanta è la forza dell’esercizio, della concentrazione e dell’abitudine”.

IN ASIA CINA E ALTRI PAESI È GIÀ SULLA VIA D’USCITA


Ma che ripresa globale sarà? Una con forma a “U”, dunque più dilatata nel tempo, ma con significative differenze geografiche, che vedono gli Stati Uniti pronti a ripartire più in fretta, visto che prima del virus vantavano un miglior stato di salute di aziende e famiglie, un’Europa avviata verso una profonda recessione da cui potrebbe venir fuori solo nel 2021. Sono queste in sintesi le conclusioni cui giunge Western Asset, maggior affiliata obbligazionaria del gruppo Legg Mason, nell’articolo Sarà una ripresa globale a ‘U’ con l’Europa in ritardo. In Asia, l’epicentro della crisi chiaramente non è più in Cina, che sta recuperando molto velocemente, così come stanno iniziando a fare le economie di Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong. Invece nei mercati emergenti dell’Asia Meridionale le prospettive di breve periodo sono deboli, specialmente per Malesia, Tailandia, Filippine e Indonesia, dove gli effetti del lockdown sono molto seri per le famiglie e imprese. Secondo Western Asset, l’eterogeneità delle economie asiatiche continuerà a mostrare una divergenza nella crescita tra i sistemi economici maggiormente dipendenti dai consumi cinesi e dalle catene di fornitura tecnologiche e quelle nazioni a trazione più domestica. Ma le economie asiatiche dispongono di margini di manovra economica, stabilità e livelli di consenso popolare tali da poter fronteggiare le conseguenze dell’instabilità economica, per cui le conclusioni della casa d’investimento sull’area restano cautamente ottimiste.

L’INNOVAZIONE COME CHIAVE PER CRESCERE


Intanto il nuovo scenario conferma che chi non è in grado di innovarsi e restare al passo con i tempi, è destinato ad essere superato. “Innovazione è una parola importante”, spiega nell’articolo Capital Group: “Crescita e innovazione sono i motori della new economy” Mario DiVito, direttore degli investimenti di Capital Group. “Produce cambiamenti in grado di migliorare la vita delle persone, crea opportunità e potenziale di crescita per le imprese”. In molte aree del mercato la capacità di innovare è determinante per il successo. Le società orientate alla crescita preferiscono una cultura di continuo reinvestimento per mantenere un vantaggio competitivo. Ci sono diverse società, a grandissima capitalizzazione, che mantengono le proprie posizioni di mercato facendo dell’innovazione una componente integrante del proprio dna. Alphabet ha un’intera divisione denominata “Other Bets”, in cui troviamo attività dedicate all’intelligenza artificiale, alla guida autonoma e alla tecnologia medica. Amazon investe in opportunità che esulano dalle sue attività principali e Netflix sviluppa sistemi di intelligenza artificiale per capire le preferenze degli utenti. Per DiVito, “questo permette alle società di avere un peso e una posizione di mercato tali da sostenere la propria crescita globale”.

LE 10 TENDENZE CHE STRAVOLGERANNO ECONOMIA E MERCATI


In tutti i casi, il mondo post-coronavirus sarà profondamente diverso e le aziende dovranno ripensare il proprio ruolo nella società. Pauline Grange, Gestore di portafoglio, Azioni globali di Columbia Threadneedle Investments, ha provato a immaginare i cambiamenti radicali che potrebbero interessare i comportamenti di consumatori, aziende e mercati finanziari. E da questa osservazione ha stilato un elenco ragionato di dieci tendenze emergenti dalla crisi Covid-19 che “cambieranno per sempre le economie e i mercati”. Le ha illustrate, con dovizia di particolari nell’articolo Le dieci tendenze che stravolgeranno economia e mercati: dalla globalizzazione ai pagamenti elettronici, dall’igiene alla ricerca medica, dallo smart working alla riscoperta dei colossi web, dai consumi online all’intelligenza artificiale, dal capitalismo morale all’agenza green.

STANDARD DI MERCATO PER I PRINCIPI ESG


Non a caso, nonostante l’emergenza economica, a livello globale crescono le iniziative per armonizzare le regole sugli investimenti sostenibili e rendere le valutazioni più trasparenti.
A sottolinearlo, nell’articolo Il coronavirus non spegne l’attenzione sulla normativa degli investimenti ESG, sono gli esperti ESG di Invesco. Alla luce del proliferare di approcci e diciture che sventolano la bandiera ESG, con requisiti alquanto diversi che rischiano di aumentare la confusione tra gli investitori e la complessità per i fornitori di prodotti, il miglioramento degli standard sul mercato retail dei prodotti sostenibili è un filone che sta prendendo piede in Europa. In questa direzione si iscrivono ad esempio lo sviluppo di un ecolabel per i fondi green a livello UE nonché il coinvolgimento dei regolatori nazionali, come l’Autorité des Marchés Financiers (AMF) in Francia, al fine di definire standard minimi per i fondi pubblicizzati come sostenibili. Gli esperti ESG di Invesco reputano che questi aspetti acquisiranno un’importanza crescente man mano che l’UE porta avanti l’implementazione del nuovo regime per la comunicazione di informazioni sui prodotti sostenibili, modificando al contempo le regole sulla distribuzione in modo da tenere conto delle preferenze ESG dei clienti.

IL LOCKDOWN HA ABBATTUTO LE EMISSIONI DI CO2


Restando in tema di sostenibilità, quest’anno, come effetto collaterale della pandemia esplosa nel primo trimestre, le emissioni di carbonio della Cina sono diminuite di circa un quarto a febbraio. Una conseguenza, ovviamente, del blocco del settore industriale e dei trasporti, responsabili per più di un terzo delle emissioni globali di gas serra. A questo punto sembra probabile che il 2020 risulterà essere il quarto anno nelle ultime tre decadi in cui le emissioni globali diminuiscono, mettendo forse a segno la riduzione più importante mai vista. Ma Andrew Howard, head of sustainable research di Schroders, nell’articolo Schroders: non abbassare la guardia sul riscaldamento globale avverte che questi effetti di breve termine non equivalgono necessariamente a un cambiamento tangibile sul lungo periodo. Questo perché gli svariati driver presi in esame implicano un aumento delle temperature di 3,9°C nel lungo termine, rispetto ai livelli pre-industriali, senza variazioni rispetto alle indicazioni dello scorso trimestre. Anche se si sono registrati cambiamenti di breve termine in riferimento ad alcuni driver, non si può affermare che saranno mantenuti sul lungo termine.

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