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La settimana si apre ancora al rialzo per le Borse
Tra gli investitori prevale l’ottimismo per la fase 2. Lo spread in leggera discesa, dopo che le agenzie di rating non hanno abbassato il giudizio sul debito pubblico dell’Italia. Il petrolio registra un lieve calo
11 Maggio 2020 09:28
La settimana inizia col segno più per i mercati azionario europei. Milano apre a +1,27%, Francorforte +0,60%, Parigi +0,24% e Londra +0,85%. Tra gli investitori prevale l’ottimismo per la fase 2 e la diminuzioni di contagi da coronavirus. Nella seduta di oggi si valuteranno anche eventuali effetti dei giudizi delle agenzie di rating che venerdì hanno di fatto risparmiato l’Italia da ulteriori bocciature. Nel fine settimana la Banca popolare cinese ha annunciato nuove misure a sostegno dell’economica.
La scora settimana è stata positiva per le Borse, tutte in risalita e, soprattutto per Wall Street dove il Nasdaq ha recuperato quasi tre quarti delle perdite, tornando ai livelli di inizio 2020. Una performance importante, soprattutto alla luce del tasso di disoccupazione Usa, arrivato venerdì al livello record del 14,7%.
Bisogna capire anche quale sarà la reazione dei mercati obbligazionari alle ultime decisioni riguardo al Mes. Venerdì, infatti, l’Eurogruppo ha trovato la quadra per l’utilizzo del fondo salva Stati, che si potrà utilizzare per la spesa sanitaria di contrasto al Covid. Ogni Stato potrà spendere fino al 2% del Pil per finanziare spese sanitarie, con finanziamenti a tassi agevolati con durata decennale e senza condizionalità da parte del Mes per l’erogazione dei prestiti, a differenza del passato, come successo per la Grecia.
Il differenziale tra Btp e Bund apre in leggero calo, a 234 punti base, contro i 235 punti della chiusura di venerdì, con tassi dei decennali all’1,87%. Le decisioni delle agenzie di rating, che non hanno declassato l’Italia, con Moody’s che ha rinviato il giudizio e Dbrs che lo ha lasciato invariato, ritoccando solo l’outlook, da “stabile” a “negativo”, non sembrano avere effetti sullo spread all’apertura dei mercati.
Le quotazioni del greggio subiscono una variazione di circa -1%. Il Brent è scambiato a 30 dollari al barile, mentre il Wti a 24 dollari al barile. Negli Stati Uniti non è ancora chiaro su dove saranno destinate le scorte in eccesso e resta da valutare l’effettiva portata dei tagli alla produzione che i Paesi Opec+ hanno avviato dall’inizio del mese di maggio.
UNA SETTIMANA DI RIALZI
La scora settimana è stata positiva per le Borse, tutte in risalita e, soprattutto per Wall Street dove il Nasdaq ha recuperato quasi tre quarti delle perdite, tornando ai livelli di inizio 2020. Una performance importante, soprattutto alla luce del tasso di disoccupazione Usa, arrivato venerdì al livello record del 14,7%.
IL NUOVO MES
Bisogna capire anche quale sarà la reazione dei mercati obbligazionari alle ultime decisioni riguardo al Mes. Venerdì, infatti, l’Eurogruppo ha trovato la quadra per l’utilizzo del fondo salva Stati, che si potrà utilizzare per la spesa sanitaria di contrasto al Covid. Ogni Stato potrà spendere fino al 2% del Pil per finanziare spese sanitarie, con finanziamenti a tassi agevolati con durata decennale e senza condizionalità da parte del Mes per l’erogazione dei prestiti, a differenza del passato, come successo per la Grecia.
Wall Street disegna la "V" della ripresa economica in arrivo
Wall Street disegna la "V" della ripresa economica in arrivo
LO SPREAD IN CALO
Il differenziale tra Btp e Bund apre in leggero calo, a 234 punti base, contro i 235 punti della chiusura di venerdì, con tassi dei decennali all’1,87%. Le decisioni delle agenzie di rating, che non hanno declassato l’Italia, con Moody’s che ha rinviato il giudizio e Dbrs che lo ha lasciato invariato, ritoccando solo l’outlook, da “stabile” a “negativo”, non sembrano avere effetti sullo spread all’apertura dei mercati.
PETROLIO IN CALO
Le quotazioni del greggio subiscono una variazione di circa -1%. Il Brent è scambiato a 30 dollari al barile, mentre il Wti a 24 dollari al barile. Negli Stati Uniti non è ancora chiaro su dove saranno destinate le scorte in eccesso e resta da valutare l’effettiva portata dei tagli alla produzione che i Paesi Opec+ hanno avviato dall’inizio del mese di maggio.
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