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Cosa ha insegnato il mercato Orso più veloce della storia

Capital Group analizza le implicazioni di lungo termine della violenta correzione del mercato azionario Usa: ecco cosa cambia per gli investitori

3 Giugno 2020 15:26

financialounge -  azioni Capital Group daily news Martyn Hole mercato orso
L’incursione dell’Orso iniziata a fine febbraio sui mercati azionari globali è stata violenta ma anche la più rapida mai registrata, seguita poi da una ripresa altrettanto veloce con l’ormai famosa ‘V’ disegnata dagli indici di Wall Street. In questo ciclo tutto è stato straordinariamente accelerato in una fase decisamente eccezionale che ha attraversato prima l'Asia, poi l'Europa e quindi gli Stati Uniti.

IMPATTO GLOBALE MA DIVERGENZE NEI VARI SETTORI


Martyn Hole, Investment Director di Capital Group, sottolinea che da questi movimenti repentini si sta imparando molto, perché l'impatto è globale, ma ci sono molte divergenze di rendimento nei vari settori mentre l’incursione dell’Orso ha in alcuni casi accelerato tendenze che erano in atto da un po' di tempo. L’esperto di Capital Group fa l’esempio del settore dell'energia, che ha riportato un andamento negativo nel corso della crisi, ma rileva che i titoli del settore non riescono a tenere il passo dal 2007, perché sono stati impattati da una classica sfida sul fronte della domanda e dell'offerta: i costi sono scesi, i margini sono stati messi sotto pressione e attualmente abbiamo livelli di stoccaggio record.

VERSO UN MAGGIOR EQUILIBRIO TRA DOMANDA E OFFERTA


In generale, a livello globale abbiamo molta disponibilità di materie prime, e secondo Hole i livelli delle scorte non evaporeranno. Inoltre, prosegue l’esperto di Capital Group nella sua analisi, le società stanno mettendo in campo iniziative senza precedenti per quanto riguarda i dividendi, le strutture di capitale e le riduzioni agli investimenti, il che a sua volta porterà a un migliore equilibrio tra domanda e offerta, ma il processo di adeguamento è tuttora in corso e probabilmente non abbiamo ancora visto la fine del ciclo.

LE IMPLICAZIONI DI LUNGO TERMINE DEL TAGLIO AI DIVIDENDI


Anche i dividendi risentono del nuovo quadro, molte aziende li stanno tagliando per preservare la liquidità mentre alcune banche centrali, come la Bce, hanno chiesto alle aziende di proteggere i propri flussi di cassa proprio attraverso il taglio dei dividendi. Capital Group sta studiando quali siano le implicazioni per il lungo periodo, osservando che negli Stati Uniti abbiamo già assistito a una riduzione del 3-4% sui dividendi quest'anno, ma ritiene probabile che la cifra aumenti man mano che le aziende pubblicheranno i risultati del secondo trimestre.

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LE AZIENDE INDEBITATE ALLA FINE HANNO SOFFERTO DI PIÙ


Hole si sofferma poi sul concetto di growth vs value, importante per i titoli Usa, introducendo anche l’alternativa di raffrontare i titoli con multiplo basso, come molti energetici, contro titoli ad alto valore. Tuttavia, rileva l’esperto di Capital Group, non tutti i titoli value hanno performato male, anche se hanno fatto decisamente molto bene i colossi statunitensi di tipo growth –quelli classificati come "winner takes most" – con attività durevoli, caratteristiche uniche e bilanci solidi. Secondo Hole inoltre, lo stato patrimoniale è risultato davvero importante in questo periodo di incertezza, evidenziato dal fatto che le aziende più indebitate sono state anche quelle che hanno avuto le performance più scarse.

COMPRENDERE A FONDO LA REALTÀ DI AZIENDE E SETTORI


Per Capital Group è importante comprendere le aziende: realtà di settori come la difesa, la tecnologia, la salute degli animali e i social media non hanno subito un grande impatto nel periodo di elevata volatilità del mercato dovuta al Covid-19. Poi ci sono i chiari beneficiari, come l'e-commerce e molte società dell’healthcare. Alcune aziende soffrono sul breve, ma probabilmente si riprenderanno a lungo termine. E infine ci sono i player destinati a sentire l'impatto per un periodo molto lungo o addirittura per sempre, come ristorazione, piccole imprese, dettaglio e abbigliamento.

INFLAZIONE E TASSI RESTERANNO BASSI A LUNGO


Infine un’analisi sull’inflazione, che da anni è assente dalla scena e che secondo Capital Group non sembra destinata a tornare nel breve termine, anche perché sono pochissime le industrie che hanno potere di determinazione dei prezzi, ma le prospettive di una ripresa inflazionistica sono diventate sicuramente più preoccupanti a causa delle massicce misure di stimolo dei governi. Per il breve termine comunque il consenso prevede che l'inflazione e i tassi d'interesse saranno più bassi più a lungo.

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