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Idee di investimento - Azioni - 8 giugno 2020

Mentre cresce la domanda di investimenti sostenibili, si segnalano opportunità nel pharma europeo, nelle società che basano il proprio business sul modello dell’abbonamento e nel tema legato alle grandi città

8 Giugno 2020 09:47

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CONDIZIONI MIGLIORATE, MA NON ANCORA NORMALIZZATE


Secondo Vincent Mortier, deputy group chief investment officer di Amundi, i mercati si affidano all’idea che in Europa e negli Stati Uniti il peggio potrebbe essere ormai passato e alle crescenti aspettative di un appiattimento della curva dei contagi. “Se queste speranze dovessero andare deluse, riaffioreranno le tensioni”, osserva il gestore. Le enormi misure monetarie e di bilancio fungono da rassicurazione per i prossimi sei mesi, ma potrebbero non bastare nel caso in cui la recessione dovesse risultare peggiore del previsto e “le eventuali delusioni potrebbero scatenare una correzione”, spiega nell’articolo Amundi: attenzione al divario tra le speranze dei mercati e la realtà dell’economia Mortier, secondo cui il credito si sta abituando agli interventi delle banche centrali: le condizioni di mercato sono migliorate, ma non si sono ancora normalizzate. Per l’esperto, la pandemia sta poi “imprimendo un’accelerazione all’importanza dei criteri Esg. Mentre la componente ambientale e quella della governance rimarranno in cima all’elenco delle priorità, l’attenzione verso una maggiore eguaglianza sociale, verso un trattamento equo dei lavoratori e verso la loro salute farà sì che la componente sociale dei criteri Esg acquisisca maggiore importanza”, osserva il gestore.

CRITERI ESG SEMPRE PIÙ CENTRALI


A questo proposito, Etica Sgr, nell’articolo Unire ripresa economica e impatto ambientale positivo? Si può fare, analizza alcune ricette per coniugare ripresa economica post-coronavirus e impatto positivo sull’ambiente e sul clima. Tra i 25 piani di sviluppo possibili, ne emergono cinque ad alto potenziale economico e di impatto positivo per il clima. Piani che comprendono: investimenti in infrastrutture fisiche green, miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici esistenti in ottica retrofit, investimenti in istruzione e formazione, investimenti in “capitale naturale”, ricerca e sviluppo per l’energia pulita. “Nella fase di ripresa successiva alla gestione dell’emergenza legata al COVID-19 – riferiscono gli esperti di Etica Sgr – i responsabili politici hanno l’opportunità e il dovere di investire in attività produttive a lungo termine. Per fare questo è possibile cavalcare il trend già in atto di cambiamento nelle abitudini e nei comportamenti delle persone. In vista della COP26, per molti Paesi si tratterà semplicemente di sviluppare le strategie esistenti potenziandole per renderle più veloci nella loro efficacia per l’economia, senza abbandonare il cammino intrapreso tenendo presente che le politiche di sviluppo che cercano sinergie tra clima e obiettivi economici hanno migliori prospettive di aumentare la ricchezza”.

LE SOCIETÀ FARMACEUTICHE PORTO SICURO NELLA CRISI


Su cosa investire nelle fasi di incertezza sui mercati? “Nelle società growth difensive e di alta qualità, con solidi bilanci e una storia di innovazione paga”, è il commento di Isabel Buccellati, analista azionario senior di Columbia Threadneedle Investments. “Da questo punto di vista, nessuno regge il confronto con le aziende farmaceutiche europee”. In un periodo in cui si punta molto sullo sviluppo di medicinali innovativi, queste società sono destinate a espandersi, considerando che nella pipeline superano il numero di brevetti in scadenza. Il coronavirus ha creato crisi profonde per molte società, ma non per quelle farmaceutiche europee che per Columbia Threadneedle Investments “sembrano al sicuro”, soprattutto le aziende di grandi dimensioni come “AstraZeneca, GlaxoSmithKline, Novartis, Novo Nordisk, Sanofi e Roche”. Guardando ai rendimenti, questi titoli in media offrono tassi attorno al 3,5%, coperto due volte dagli utili, rafforzati dalle solide pipeline di farmaci. A spingere la crescita delle società farmaceutiche ci sono le tecnologie innovative, quali la genomica (la branca della biologia molecolare che si occupa dello studio del genoma degli organismi viventi). “Ciò si è tradotto nell’avvento di un’epoca d’oro per la scoperta di nuovi medicinali, che procede a un ritmo sempre più incalzante grazie a farmaci rivoluzionari per patologie come tumori polmonari e del sangue, psoriasi, dermatiti, diabete, sclerosi multipla ed emofilia”, spiega nell’articolo Post-coronavirus, un’epoca d’oro per le società farmaceutiche Buccellati che cita anche programmi interessanti per l’anemia, l’obesità e le malattie rare.

IL CORONAVIRUS NON FERMERÀ LE CITTÀ GLOBALI


Intanto il massiccio ricorso allo smart working renderà ancora più importante la qualità delle interazioni nei centri urbani, per questo motivo le città globali continueranno ad attirare talenti trainando il Pil delle nazioni in cui si trovano. A scommettere sul futuro delle città globali sono i due esperti di Schroders Hugo Machin, Fund Manager Global Cities e Tom Walker, Co-Head of Global Real Estate Securities. Meno persone si sposteranno verso le città ogni giorno, è vero, ma proprio per questo motivo le interazioni tra colleghi e clienti nel cuore urbano della città saranno di importanza maggiore. “Invece che diminuire il potere delle città globali, questi cambiamenti potrebbero potenzialmente accrescerne il valore”, spiegano nell’articolo Schroders: “Le città globali continueranno a prosperare nel post Covid-19” Machin e Walker. Secondo i quali “l’urbanizzazione è un trend di lungo termine e il Covid-19 non lo fermerà”, con le città più “solide” come Londra e New York che continueranno a creare opportunità economiche, offrendo alle aziende la possibilità di creare cluster sempre più efficienti di competenze e capitali. Un trend di crescita che, concludono Machin e Walker, interesserà soprattutto le città hub per determinati settori: “Nel post-Covid, le città globali continueranno a essere il driver per la crescita del Pil nei Paesi in cui si trovano”.

UN MODELLO DI BUSINESS BASATO SUGLI ABBONAMENTI


Il driver per la crescita delle singole aziende potrebbe invece essere il modello di business basato sugli abbonamenti. Netflix, Adobe, Amazon Prime, Spotify: negli ultimi anni un numero sempre maggiore di aziende ha scelto di utilizzare la formula dell’abbonamento (subscription in inglese) per monetizzare la propria offerta di prodotti e servizi. I consumatori hanno risposto positivamente, aumentano sempre di più la quota di spese destinata proprio ai servizi in abbonamento per sostituire gli acquisti spot. Questo modello di business, come illustrato nell’articolo Da Thematics AM una soluzione per investire nella subscription economy ha innescato un circolo virtuoso da cui sia le aziende sia i clienti potranno trarre vantaggio nel lungo periodo. Il fondo Thematics Subscription Economy, lanciato da Thematics Asset Management (affiliata di Natixis Investment Managers) investe proprio in questo interessante mercato con prospettive di crescita globali. Il nuovo fondo è gestito da Nolan Hoffmeyer, uno dei fondatori di Thematics AM, e amplia l’attuale offerta di strategie tematiche globali, attive e high conviction, offerte dalla società specializzata in investimenti tematici globali, che comprende già Water, Safety e Artificial Intelligence & Robotics. La subscription economy è un tema innovativo e sostenibile, che rientra in pieno nella filosofia d’investimento della società basata su quattro pilastri: identificazione delle opportunità di crescita secolari, focus sulla definizione di temi e universi d’investimento, assenza di vincoli settoriali, geografici o di capitalizzazione e approccio d’investimento responsabile.

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