Capital Group
Obbligazionario, due scenari possibili per il post pandemia
Secondo Jeremy Cunningham di Capital Group la politica delle banche centrali e l’eventuale scoperta di un vaccino contro il coronavirus influenzeranno l’andamento dei mercati obbligazionari nel prossimo futuro
12 Giugno 2020 18:26
Sono due gli elementi principali da tenere d’occhio nei prossimi mesi per gli investitori obbligazionari: la politica delle banche centrali e l’eventuale scoperta di un vaccino, spiega una nota a cura di Jeremy Cunningham, fixed income investment director di Capital Group.
Per quanto riguarda il primo aspetto, “l’intervento delle banche centrali è stato senza precedenti e comporta conseguenze notevoli per gli investitori”. Tra l'inizio e la fine di marzo le banche centrali sono state interessate da livelli di attività senza precedenti, lavorando al fianco dei decisori politici. La crescita dell’offerta di liquidità M2 è aumentata del 16% tra febbraio e maggio 2020, livelli ben superiori - sia in termini di quantità che di rapidità - rispetto alla crisi del 2008. La medesima misura di iniezione di liquidità era cresciuta solo del 7% tra agosto 2008 e marzo 2009.
Per il gestore “la pandemia può produrre diversi scenari per gli investitori obbligazionari”. Da un lato, un eventuale vaccino e il sostegno delle banche e del governo potrebbero far scendere i tassi di insolvenza. Dall'altro, fattori negativi come un più elevato livello di debito dei governi, le banche centrali che non intraprendono ulteriori azioni e l'assenza di un vaccino, potrebbero far aumentare i tassi di insolvenza. “L'attrattiva dei titoli high yield dipende da questi scenari. Per il momento, i mercati stanno prezzando un tasso di default annuale del 6-7%, ma la durata della crisi sarà molto importante”, osserva Cunningham.
Anche se la Fed ha stabilizzato i prezzi degli asset di rischio, “le stime legate al virus suggeriscono tuttavia che con buone probabilità la disoccupazione Usa rimarrà superiore al 10% per il prossimo anno, e senza un vaccino la ripresa richiederà molto più tempo”. Per gli investitori high yield è quindi importante bilanciare ottimismo e pessimismo per trarre vantaggio da entrambi gli scenari.
Negli anni a venire i fallen angel, obbligazioni investment grade che sono scesi allo status high yield, diventeranno un tema dominante. “Quest'anno e il prossimo, il rating di circa 500 miliardi di dollari di obbligazioni investment grade potrebbe essere declassato ad high yield, vista la maggior aggressività delle agenzie di rating rispetto alle crisi precedenti”, spiega Cunningham, secondo cui “gli angeli caduti sono più un'opportunità che un rischio”. Nel corso del tempo, questi titoli tendono a sovraperformare l'indice complessivo high yield. Molte società che operano in settori come l'energia, l'auto, l'industria, i materiali e i consumi ciclici sono buoni candidati per tornare all’investment grade entro i prossimi cinque anni, conclude l’esperto.
INTERVENTO SENZA PRECEDENTI
Per quanto riguarda il primo aspetto, “l’intervento delle banche centrali è stato senza precedenti e comporta conseguenze notevoli per gli investitori”. Tra l'inizio e la fine di marzo le banche centrali sono state interessate da livelli di attività senza precedenti, lavorando al fianco dei decisori politici. La crescita dell’offerta di liquidità M2 è aumentata del 16% tra febbraio e maggio 2020, livelli ben superiori - sia in termini di quantità che di rapidità - rispetto alla crisi del 2008. La medesima misura di iniezione di liquidità era cresciuta solo del 7% tra agosto 2008 e marzo 2009.
DIVERSI SCENARI PER GLI INVESTITORI IN REDDITO FISSO
Per il gestore “la pandemia può produrre diversi scenari per gli investitori obbligazionari”. Da un lato, un eventuale vaccino e il sostegno delle banche e del governo potrebbero far scendere i tassi di insolvenza. Dall'altro, fattori negativi come un più elevato livello di debito dei governi, le banche centrali che non intraprendono ulteriori azioni e l'assenza di un vaccino, potrebbero far aumentare i tassi di insolvenza. “L'attrattiva dei titoli high yield dipende da questi scenari. Per il momento, i mercati stanno prezzando un tasso di default annuale del 6-7%, ma la durata della crisi sarà molto importante”, osserva Cunningham.
SENZA UN VACCINO RIPRESA PIÙ LENTA
Anche se la Fed ha stabilizzato i prezzi degli asset di rischio, “le stime legate al virus suggeriscono tuttavia che con buone probabilità la disoccupazione Usa rimarrà superiore al 10% per il prossimo anno, e senza un vaccino la ripresa richiederà molto più tempo”. Per gli investitori high yield è quindi importante bilanciare ottimismo e pessimismo per trarre vantaggio da entrambi gli scenari.
I FALLEN ANGEL SONO UN’OPPORTUNITÀ
Negli anni a venire i fallen angel, obbligazioni investment grade che sono scesi allo status high yield, diventeranno un tema dominante. “Quest'anno e il prossimo, il rating di circa 500 miliardi di dollari di obbligazioni investment grade potrebbe essere declassato ad high yield, vista la maggior aggressività delle agenzie di rating rispetto alle crisi precedenti”, spiega Cunningham, secondo cui “gli angeli caduti sono più un'opportunità che un rischio”. Nel corso del tempo, questi titoli tendono a sovraperformare l'indice complessivo high yield. Molte società che operano in settori come l'energia, l'auto, l'industria, i materiali e i consumi ciclici sono buoni candidati per tornare all’investment grade entro i prossimi cinque anni, conclude l’esperto.