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Coronavirus a Pechino, cinesi smentiti su accuse a salmone norvegese

Le autorità di entrambi i Paesi hanno concluso che il nuovo focolaio del virus scoperto nella capitale cinese non ha avuto origine dal pesce importato dalla Norvegia

17 Giugno 2020 14:54

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Non è il salmone norvegese la fonte della nuova infezione da coronavirus a Pechino, dove l’agente patogeno è stato trovato sui taglieri in un mercato alimentare. Lo ha fatto sapere il il ministro norvegese della pesca e dei prodotti ittici, Odd Emil Ingebrigtsen, a seguito dell’incontro avvenuto ieri con alcuni funzionari cinesi, e in cui le autorità di entrambi i Paesi hanno concluso che il nuovo focolaio dell’epidemia non ha avuto origine dai pesci del paese nordico.

ELIMINARE IL BLOCCO DELLE ESPORTAZIONI


“Possiamo eliminare l’incertezza e il blocco delle esportazioni di salmone verso la Cina”, ha dichiarato il ministro durante una videoconferenza con i giornalisti, come ha riferito la Reuters. Con la nuova impennata di casi di covid-19 nella capitale cinese si sono diffusi i timori che Pechino sia destinata a un nuovo periodo di lockdown.

LE INDISCREZIONI SUL NUOVO FOCOLAIO


Sabato scorso erano circolate indiscrezioni secondo cui erano state trovate tracce del virus sulle attrezzature utilizzate per la lavorazione del pesce nel mercato Xinfadi di Pechino, notizia che ha spinto i supermercati della capitale cinese a rimuovere il salmone dai loro scaffali e il governo a interrompere le importazioni di salmone europeo, nonostante le rassicurazioni arrivate dall’autorità norvegese per la sicurezza alimentare.

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