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BlackRock: “Positivi sui titoli di debito italiano"

Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist di BlackRock Italia mantiene una view positiva sul credito e neutrale sull’equity. In questa fase, meglio l’Europa degli Usa

2 Luglio 2020 15:36

financialounge -  BlackRock Bruno Rovelli daily news investimenti mercati outlook 2020
Per affrontare al meglio il futuro bisogna comprendere il presente. Quella che l’economia sta attraversando non è una semplice recessione bensì “una sorta di coma farmacologico indotto dal quale si sta svegliando”, spiega Bruno Rovelli, Chief Investment Strategist di BlackRock Italia, commentando l’outlook per la seconda metà del 2020. “La ripresa sarà quindi diversa” perché differente rispetto alle crisi del passato è stata quella provocata dal Covid-19.

I TREND CHE SI RAFFORZERANNO


Alcuni trend che c’erano già prima del Covid, durante questa fase hanno registrato un’accelerazione: “Sostenibilità, intesa nel senso più ampio, deglobalizzazione e frammentazione geopolitica”, prosegue Rovelli che sottolinea come stiamo assistendo ad una fase di grande coordinamento tra politica monetaria e politica fiscale. Un supporto indispensabile per agevolare la ripresa economica che dovrà essere rapida nel superare le conseguenze provocate dal lockdown.

POSITIVI VERSO LA RIPARTENZA


BlackRock mantiene una visione ottimistica sulla ripresa dell'attività economica che dovrebbe riprendere senza le chiusure generalizzate imposte a marzo e aprile. “Sono moderatamente pro-rischio nei portafogli di investimento, attraverso il credito investment grade e per la parte di qualità high yield”, continua nella sua analisi Rovelli. “Abbiamo supportato l’Europa, aumentando il peso nei portafogli perché riteniamo che stia gestendo in maniera migliore il rischio di nuove infezioni” che, invece, sembrano ancora fuori controllo negli Stati Uniti.

MEGLIO IL CREDITO IG IN EUROPA


Le obbligazioni governative ricoprono una posizione rischiosa perché “l’intervento delle banche centrali potrebbe generare un aumento dell’inflazione”, precisa Rovelli. “La nostra scelta è per il credito IG in Europa e per quello di qualità HY negli Usa perché comprato direttamente dalle banche centrali”. La diversificazione tenderà ad assumere maggiore importanza in futuro e in quest’ottica BlackRock preferisce asset sostenibili, con l’intenzione di aumentare il peso in portafoglio dell’Asia.

CHE RIPRESA SARÀ?


Dopo la crisi finanziaria del 2007-2008, la ripresa del Pil americano è stata più lenta, soprattutto a causa del forte indebitamento corporate e privato. Come sarà quella post Covid? “Non vediamo fattori che possano far pensare che la crescita nei prossimi mesi sarà più bassa”, risponde il Chief Investment Strategist di BlackRock Italia. “Le politiche fiscali accomodanti resteranno a lungo e si può contare in questo momento sul supporto di policy più importante rispetto al passato”. Per tornare ai livelli di Pil del 2019 bisognerà però aspettare la seconda metà del 2022. “Sulla base dei modelli che abbiamo sviluppato, l’Europa potrebbe tornare ai livelli di Pil del 2019 prima rispetto agli Stati Uniti, grazie ad un migliore controllo del virus”, aggiunge Rovelli.

I RENDIMENTI ATTESI PER ASSET CLASS


BlackRock si aspetta performance negative per i titoli di Stato nei prossimi 5 anni, mentre dal comparto high yield di qualità c’è da attendersi un rendimento attorno al 5-6%. Sull’azionario mantiene una visione neutrale. “Si tratta di qualcosa di abbastanza raro perché sulle azioni siamo solitamente positivi”, precisa Bruno Rovelli che evidenzia una preferenza per il mercato europeo ma resta cauto sull’Emergente, esclusa la Cina. La visione, sia tattica che strategica, sul credito è positiva, dal momento che i livelli di spread raggiunti dovrebbero essere sufficienti a far fronte agli inevitabili default.

SITUAZIONE DIVERSA DA CRISI FINANZIARIA


“Siamo positivi sui titoli di debito italiano mentre abbiamo una view più neutra sul debito europeo”, conclude Rovelli che non ritiene preoccupante la prospettiva di un deciso aumento del rapporto debito/Pil perché “il mondo è destinato a convivere con livelli più alti di debito ma in presenza di un supporto della politica monetaria che è nettamente superiore a quello che si è avuto con la grande crisi finanziaria di dieci anni fa”.

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