J.P. Morgan Asset Management
JP Morgan vede opportunità a breve termine nei titoli di Stato
Gli esperti di JP Morgan Asset Management sconsigliano l’assunzione di una posizione di pieno rischio e ritengono interessanti i governativi europei, americani, giapponesi e britannici
2 Luglio 2020 07:45
Un 80% di probabilità che la crescita economica possa essere superiore al trend nei prossimi 3 -6 mesi. È questa la conclusione emersa dal recente meeting strategico Investment Quarterly di J.P. Morgan Asset Management, che incorpora prospettive economiche più ottimistiche alla luce dei dati sulla riapertura dell’economia che, finora, proiettano una ripresa a ‘V’. “Dal punto di vista degli investimenti, l’incombere di diversi rischi fondamentali sconsiglia l’assunzione di una posizione di pieno rischio. Tuttavia, il miglioramento dell’attività economica e il robusto sostegno delle autorità politiche e monetarie giustificano una cauta propensione al rischio spaziando in modo ampio lungo lo spettro del credito”, fa sapere il Team Global Fixed Income, Currency and Commodities Group di J.P. Morgan Asset Management.
Dal punto di vista dei fondamentali, il Team si è concentrato sulla capacità di ripartenza delle economie osservando la risposta più che positiva dei mercati all’evoluzione, a poco più di un mese dalla riapertura, dei dati relativi alla spesa e agli spostamenti ad alta frequenza nella maggior parte dei mercati sviluppati che indicano una ripresa a ‘V’. Tra i diversi rischi che potrebbero minacciare questo quadro e modificare l’andamento della ripresa figura la possibilità di un aumento dei contagi in alcuni stati degli Stati Uniti e nei mercati emergenti che potrebbe tradursi in nuove misure di lockdown e, a cascata, di perdita di fiducia in una ripresa dell’attività da parte di aziende e famiglie. Da non sottovalutare neppure i potenziali impatti delle incombenti elezioni presidenziali statunitensi e delle nuove tensioni tra Washington e Pechino.
Guardando invece alle valutazioni quantitative, il Team di J.P. Morgan Asset Management, fa notare come i rendimenti dei Treasury statunitensi decennali dalla fine di marzo siano rimasti sostanzialmente compresi tra lo 0,6% e lo 0,8% mentre i Bund tedeschi sono rimasti ancorati in territorio abbondantemente negativo, sulla scia delle politiche monetarie estremamente accomodanti. “Questi rendimenti bassi offerti dai titoli di stato assicurano una scarsa protezione. Ciò ci fa ritenere che vi siano più opportunità nelle operazioni relative value sui tassi, anziché nel semplice posizionamento lungo di duration. In particolare, le politiche delle Banche centrali sostengono i rendimenti a breve scadenza, mentre quelli a lunga scadenza probabilmente saliranno con la ripresa dell’attività economica” spiega il Team.
Infine, relativamente ai fattori tecnici di mercato, il Team segnala un’opportunità di investimento a breve termine nell’ambito dei titoli di Stato di Europa, Stati Uniti, Regno Unito e Giappone. La massiccia offerta di governativi di queste aree dovrebbe comportare importi complessivi superiori ai 2.000 miliardi, ma si prevede che in questi mercati le Banche Centrali acquisteranno attivi per quasi USD 4.000 miliardi. “L’aumento dell’offerta potrebbe causare un’indigestione di mercato e spingere al rialzo i rendimenti, che verrebbero successivamente di nuovo spinti al ribasso dalla domanda della Banche Centrali” conclude il Team.
I RECENTI DATI MACRO INDICANO UNA RIPRESA A ‘V’ MA ATTENZIONE AI RISCHI
Dal punto di vista dei fondamentali, il Team si è concentrato sulla capacità di ripartenza delle economie osservando la risposta più che positiva dei mercati all’evoluzione, a poco più di un mese dalla riapertura, dei dati relativi alla spesa e agli spostamenti ad alta frequenza nella maggior parte dei mercati sviluppati che indicano una ripresa a ‘V’. Tra i diversi rischi che potrebbero minacciare questo quadro e modificare l’andamento della ripresa figura la possibilità di un aumento dei contagi in alcuni stati degli Stati Uniti e nei mercati emergenti che potrebbe tradursi in nuove misure di lockdown e, a cascata, di perdita di fiducia in una ripresa dell’attività da parte di aziende e famiglie. Da non sottovalutare neppure i potenziali impatti delle incombenti elezioni presidenziali statunitensi e delle nuove tensioni tra Washington e Pechino.
OPPORTUNITÀ NELLE OPERAZIONI RELATIVE VALUE
Guardando invece alle valutazioni quantitative, il Team di J.P. Morgan Asset Management, fa notare come i rendimenti dei Treasury statunitensi decennali dalla fine di marzo siano rimasti sostanzialmente compresi tra lo 0,6% e lo 0,8% mentre i Bund tedeschi sono rimasti ancorati in territorio abbondantemente negativo, sulla scia delle politiche monetarie estremamente accomodanti. “Questi rendimenti bassi offerti dai titoli di stato assicurano una scarsa protezione. Ciò ci fa ritenere che vi siano più opportunità nelle operazioni relative value sui tassi, anziché nel semplice posizionamento lungo di duration. In particolare, le politiche delle Banche centrali sostengono i rendimenti a breve scadenza, mentre quelli a lunga scadenza probabilmente saliranno con la ripresa dell’attività economica” spiega il Team.
BANCHE CENTRALI, ACQUISTI PER QUASI 4.000 MILIARDI DI DOLLARI DI ATTIVI
Infine, relativamente ai fattori tecnici di mercato, il Team segnala un’opportunità di investimento a breve termine nell’ambito dei titoli di Stato di Europa, Stati Uniti, Regno Unito e Giappone. La massiccia offerta di governativi di queste aree dovrebbe comportare importi complessivi superiori ai 2.000 miliardi, ma si prevede che in questi mercati le Banche Centrali acquisteranno attivi per quasi USD 4.000 miliardi. “L’aumento dell’offerta potrebbe causare un’indigestione di mercato e spingere al rialzo i rendimenti, che verrebbero successivamente di nuovo spinti al ribasso dalla domanda della Banche Centrali” conclude il Team.